Posts written by Robb †

  1. .
    CONFERMA PRESTAVOLTO PROTAGONISTA
    Nome personaggio: Seishiro Fujimoto
    Prestavolto: Jin Aoi, "Bonjour: Love Flavor Patisserie"
    Scheda
  2. .
    ho deciso. quello di mike strano, unstrung zither :asd:
  3. .
    Molto difficile a questo giro... sono molto indeciso, penso aspettero qualche altro voto (notare che sto considerando seriamente l'"Imprecator" :asd:).
  4. .
    Ma guarda un po'! un nuovo giocatoreee :shiranui:

    Salve e benvenuto Edo, io sono Robb, detto Bittu, per qualsiasi cosa sfrutta pure gli admin :ahse:
  5. .
    CITAZIONE
    Fuori dalla porta erano in tre. Due ragazzi sembravano essersi scontrati ed erano caduti a terra, ed ecco il motivo del tonfo che aveva svegliato Hisako, che ora era inebetita dal sonno.

    Oh, ti capisco. Anch'io vorrei tanto dormire, senza dover pensare a nient'altro, ma purtroppo devo trattenermi... Se solo potessi restare in una di queste stanze e lasciarmi tranquillamente andare al sonno insieme a te... ma è solo un sogno e i sogni non si realizzan... no, lasciate perdere quest'ultima mia frase.
    Comunque piacere, io sono Haiiro.


    Hisako in quel momento era troppo tonta per provare emozioni come l'imbarazzo, o cose del genere e quella frase la fece solo ridere, ridere in un modo tutt'altro che da persona normale, era quasi una risata da pervertita, confermata dallo sguardo ebete che rivolse ad Haiiro, quasi a dirgli "sei proprio un porcellino". Non c'è neanche bisogno di dire che quella frase era soltanto stata equivocata da una mente ancora troppo annebbiata per comprenderla nel suo reale senso...

    Be scusa se te lo dico, ma questo mi pare il luogo meno appropriato per dormire... Non è stata proprio una bella scelta la tua! Vedo che non sono l'unica che oggi non aveva voglia di frequentare le lezioni dunque.

    Hisako rise come se fosse imbarazzata, con una mano a grattarsi dietro la testa.

    Ehehe lo so, ma ho avuto un.. ehm... "crollo" e non ho trovato un posto migliore

    Pochi secondi dopo, aveva già riacquistato abbastanza lucidità per rendersi conto di non aver ancora detto il suo nome
    Oh, scusatemi, non mi sono presentata. Io sono Hisako Tanaka, piacere
    Il ragazzo che si era scontrato con Haiiro spiegò che si era distratto mentre cercava la sua aula. Un nuovo studente!
    Disse anche "Fatemi quello che volete...", come se si aspettasse qualche tipo di bullismo da parte dei presenti. Hisako si sentì tremendamente stupida per il modo in cui era entrata in scena, che fosse stata colpa dei suoi modi a far "sottomettere" a quel modo il ragazzo?

    CHE IMBARAZZO
  6. .
    CITAZIONE
    "Non ti fidi di me. Molto bene, date le circostanze mi vedo obbligata a costringerti con la forza!"

    Hisako aveva decisamente dato inizio ad una battaglia, suo malgrado. Se non altro ora aveva la consapevolezza che Cosmos la necessitava nell'accezione più morbosa del termine. Mai e poi mai, per quanto fosse imprevedibile, le avrebbe fatto del male. Non che ci potesse riuscire, effettivamente Hisako si stava sempre di più guadagnando l'appellativo di "immortale". Comunque sia, aveva in quel momento iniziato l sua ascesa verso cieli più sicuri, tuttavia non aveva a che fare con una sprovveduta qualunque. Il Nekomata non aveva turbato o nemmeno confuso Cosmos, a quanto pareva, dato che lei, con estrema freddezza di sangue, non appena vide qualcosa muoversi nel cielo fece crescere un enorme fiore che, appena aperto prese a risucchiare non solo ogni cemtimetro cubo di aria in un raggio molto vasto, ma persino la vegetazione circostante e gli animali venivano tutti sospinti verso di esso. Inutile dire che il potentissimo vuoto che si venne a creare nei pressi del fiore attirò il corvo Hisako come una fa calamita con la limatura di ferro. Non appena Hisako toccò la pianta questa si richiuse, intrappolandola. I petali si stringevano contro il corpo di corvo di Hisako per imprigionarla definitivamente, per costringerla con la forza. Per avere un attimo, soltanto uno, di respiro sciolse la fusione e rimase con il suo corpo umano, che essendo più piccolo le permise di avere più spazio in quella prigione, anche solo per pensare con un minimo di calma al da farsi. Tuttavia i petali stringevano sempre di più, allora Hisako ebbe un'idea abbastanza folle. Manifestare Ushi-oni, il mostruoso enorme toro, avrebbe forse, grazie al nuovo imponente volume all'interno del fiore, strappato per la pressione i petali. E se fossero stati tanto forti da resistere? In tal caso era morte quasi certa, nemmeno il Blood Sacrifice l'avrebbe salvata dal soffocamento. La parte folle, ovviamente, ebbe la meglio e Hisako fece apparire l'Oni. La pressione dei petali provocava un dolore fortissimo. Sembravano resistere, dannazione!
    Eppure, seppur uno Yokai, nei muscoli di Ushi-Oni, come dice anche il nome, pulsava potenza demoniaca. Essere sconfitti da una angiosperma non era nemmeno contemplato. I petali si stavano ormai arrendendo, piegandosi e ammaccandosi sotto la potenza del toro, e le corna di questo, orribilmente ritorte, già erano pronte per lacerarne le membrane ormai deboli. In quel momento, nel buio dell'interno del fiore apparve una luce bianca, arancione e gialla e un calore investì Hisako. La pianta stava bruciando. I suoi petali, anneriti e fatti appassire dal fuoco, si aprirono, quasi dolcemente. Hisako, spaesata, si guardò intorno. L'aveva "salvata" una figura femminile.


    Edited by Robb † - 4/8/2015, 12:27
  7. .
    CITAZIONE
    Quella notte Hisako aveva dormito fin troppo bene. Era ancora, stranamente, l'unica inquilina della stanza che le era stata assegnata all'Ovile, tuttavia aveva, per una tipica mania di ordine e distinzione, scelto il suo letto e dall'inizio dell'anno scolastico aveva usato rigorosamente soltanto quello, come se, da un momento all'altro, nuove inquiline fossero entrate nella stanza a reclamare i loro posti. Tuttavia la sera precedente, in preda a dio sa quale follia, andò contro le sue regole autoimposte, non perchè si era accorta dell'effettiva inutilità di queste, quanto per, per così dire, il "brivido della trasgressione".
    Fu una piacevole sorpresa, al momento, lo scoprire che il nuovo letto, intonso dal primo giorno di scuola, vantava un materasso dei più comodi che Hisako avesse mai provato in tutta la sua vita, inutile dire che questo, e il dolciastro profumo delle lenzuola pulite, la cullarono verso un travolgente ed ineluttabile sonno d'oblio. Sonno che, in vero, durò leggermente più del previsto e Hisako si svegliò appena in tempo per prepararsi e andare a lezione. Tuttavia Hypnos gioca sempre brutti scherzi, si sa, più si dorme e più si dormirebbe, così per Hisako, così abituata alla sua routine, quella fu un'esperienza devastante. I suoi occhi facevano appena capolino dalle palpebre quasi serrate, e, investiti dalla prorompente luce delle 7:30 di mattina, si rifugiavano immediatamente dentro la loro tana, come fossero occhi di lumaca. La cosa andò avanti per un minuto buono, fin quando, al decimo tentativo, Hisako riuscì a riconoscere nel biancore una macchia nera, sulla quale, imperanti, stavano in rosso i numeri 7, 3 e 0. Hisako ebbe un sussulto che le fece, di colpo passare la stanchezza. Balzò giù dal letto, ma a quanto pare le sue gambe assopite non erano così entusiaste di quello sprint, e lei cadde.
    "Avete ragione gambe. Con... calma."
    Hisako si preparò per la scuola con i suoi tempi abituali, ma, uscita di casa la stanchezza si fece risentire nelle ossa e, ovviamente, negli occhi. Dannato letto.

    Hisako prese una audace decisione. Quel giorno avrebbe saltato lezione. Tanto, dormire in un qualsiasi posto sarebbe stato meglio che farlo in aula dvanti al professore. Così fece assumere al Nekomata il suo aspetto, e la Hisako farlocca si avviò verso la classe seconda, sezione 2, mentre quella vera pensava ad un posto deserto dove avrebbe potuto riposare senza essere beccata da qualche inserviente o curioso di pasaggio. Il parco sarebbe stato un posto pressochè perfetto, magari sotto le fronde di un'albero, cullata dal suono del vento e da un simpatico uccellino. Stava già chiudendo gli occhi, lì in mezzo al corridoio, al solo pensiero. Si riprese di colpo, per poi rendersi conto che l'andare fino al parco certamente non sarebbe valsa la pena, tanto in quelle condizioni si sarebbe addormentata persino su un letto di chiodi. Scelse l'area dell'edificio riservata alle attività dei club, dopotutto erano pomeridiane, ciò significava deserto e pace. Aprì una porta, senza nemmeno curarsi a quale club quella stanza era riservata. Manga, probabilmente. si sedette ad una sedia e appoggiò le braccia e la testa sulla superficie di una cattedra. Beata, si addormentò.
    La sua trance, tuttavia venne rotta da un tonfo e da delle voci. Possibile che il mondo intero dovesse succedere proprio davanti a quella porta?
    Hisako uscì, e mentre la porta si apriva sentì dire "Piacere di conoscerti, il mio nome è Galatea!". Neanche volendo, forse a causa di un'istinto burbero, colse la palla al balzo, e disse, facendo spuntare solo la testa e le mani dalla porta "Piacere di conoscervi. Ma qui c'era qualcuno che stava cercando di dormire". La sua faccia aveva una espressione ridicola, misto tra rabbia, sonno ed estrema pucciosità.


    Edited by Robb † - 30/7/2015, 23:05
  8. .
    CITAZIONE
    La figura, che dopo essere uscita dalla pianta si mostrò nella sua interezza, sembrava aver assunto un atteggiamento molto cordiale, pacato e gentile nei confronti di Hisako, molto diverso da quello della bionda che l’aveva preceduta. Tuttavia “Cosmos” rimaneva una figura del tutto enigmatica, indecifrabile, e di certo Hisako non era propensa a fidarsi di lei, soprattutto dopo ciò che aveva appena visto. Cosmos non perse la sua calma serafica nemmeno quando rispose alle domande di Hisako. Seppur contenta di aver a che fare con una figura, apparntemente, tutt’altro che folle, quest’ultima rimase scioccata dalle sue parole, che dietro una tranquillità disarmante celavano verità orrorifiche.
    La prima parte del discorso fu una rivelazione, finalmente Hisako sapeva il motivo del perchè si trovava in quella situazione. Apparentemente i forti dolori alla testa, gli svenimenti e i pianti che aveva udito quella mattina erano ausati da una strana, o quantomeno inspiegabile, connessione che la legava ad una bambina dai grandi poteri. “a volte succede che voi possiate vedere l’una con gli occhi dell’altra” In realtà Hisako non aveva mai visto con gli occhi di nessun altro se non se stessa, probabilmente se non fosse svenuta per due volte la connessione l’avrebbe permesso, ma la cosa che si premurò di constatare di più era che Cosmos non era al corrente della condivisione di altre aree sensoriali oltre la vista. Cosmos disse che la bambina doveva essere salvata, ma non specificò da cosa, o perchè, oltretutto dalle sue parole si poteva intuire chiaramente che non era sola, l’iniziativa, evidentemente non era sua, o, almeno, dietro di lei si celavano altre persone che dovevano salvare la bambina. Questa prima parte del discorso, tuttavia, passò in secondo piano, quando Cosmos, di sua volontà e con una malsana naturalezza, spiegò il perchè aveva fatto attaccare la Hakoniwa con esplosivi. Era semplicemente per attirare Hisako al di fuori della scuola e chiede (estorcerre?) il suo aiuto. Non soltanto aveva permesso che parte di una scuola venisse distrutta e studenti venisero colpiti, ma aveva anche brutalmente ucciso una sua compagna, terrorismo e tradimento. Di certo Hisako non poteva fidarsi delle sue parole, o almeno non l’avrebbe mai e poi mai seguita. SE, però le sue parole fossero state vere e davvero era in pericolo una neonata, come poteva avere questo peso sulla coscienza? Hisao, in preda ad un cieco delirio di onnipotenza, decise che avrebbe da sola cercato la bambina, e se davver fosse stata in pericolo, lei stessa l’avrebbe salvata.

    Non mi fido di te, Cosmos, il tuo mezzo non può essere giustificato da alcun fine. Siete senza il minimo scrupolo, e qualcosa mi dice che tu e i tuoi “padroni” avete degli interessi. Mi spiace, ma devo declinare la tua offerta
    Detto questo, il corpo di Hisako venne coperto da una spece di poggia bianca, e quando questa cadde, al suo posto era comparso un grosso gatto da due code attorte su loro stesse. Questo alzò la zampa e una pallina di fuoco gli si formò sul cuscinetto. Il gatto, lanciò la sfera verso Cosmos con un ghigno, per poi sparire con una scintilla.
    Hisako aveva sfruttato il momento in cui la pianta stava mangiando la bionda per far assumere al Nekomata le sue sembianze, e nascondersi dietro una pianta. Ora, si fuse al Tengu e in forma di enorme corvo, spiccò il volo in verticale verso l’alto. Forse sarebbe riuscita a scappare, o forse aveva dato inizio ad una battaglia.
  9. .
    hisako tanaka.


    Finalmente hai deciso di ascoltarmi! Brava bambina
    L’atteggiamento di superiorità di quella donna era qualcosa di esasperante, eppure inopinabile, data la sua estrema pericolosità e, a quanto pareva, follia. La sua faccia si contorse, a riprova della sua insanità, in un sorriso a dir poco iquietante e la sua testa, che si piegò di lati, era presagio di infiniti ed infiniti pensieri dio solo sa quanto truci, deviati e malati.
    Hisako era davvero del tutto rassegnata, soggiogata, per così dire, alla volontà di un essere del genere? A quanto pareva sì, e purtroppo era la sua unica possibilità davanti alla perdita di centinaia di persone innocenti, che, seppure la maggior parte di esse estranee ad Hisako, erano ormai sue compagne, della sua vita all’Hakoniwa e, avendo ora la responsabilità di scegliere per le loro vite, non le era nemmeno passata per la testa l’idea di farla morire. È interessante il modo in cui gli uomini si trasformino improvvisamente in eroi nel momento in cui il potere e la responsabilità non sono cercati, eppure, pesanti, vengono dati.
    Tornando alla donna bionda, disse
    "Bene ora ho un'altra bella notizia per te... Adesso dovrai seguirmi, perché per spiegarti il mio piccolo progetto dovrò mostrarti un paio di cose di persona. Seguimi senza fare storie e molto probabilmente risparmierò la tua miserabile vita"
    Hisako tacque, non per rassegnazione, quanto per timore del momento di pazzia, che in quell’istante sembrava aver assalito la donna. Ovviamente Hisako on l’avrebbe mai, categoricamente, aiutata nei suoi oscuri piani. Dopotutto era un individuo che non aveva avuto scrupoli a riempire di esplosivo una scuola. Cercava il momento opportuno per fare qualcosa, tramortirla e renderla innocua, spoglandola di tuttie le sue risorse, per poi interrogarla sull’esplosivo nella scuola sarebbe stata la cosa migliore probabimete, ma diciamo che anche una secca uccisione, anche se non nel suo stile, avrebbe reso Hisako la sua libertà e forse anche un minimoo di giustizia per le esplosioni e i feriti o imorti che potevano aver provocato. La domanda era il Come, ed anche il Quando. Come una preghiera, i pensieri di Hiskao vennero esauditi, sotto forma di una vera manna, mandata dal cielo per esaudire una sete di sangue. La donna, immobile, iniziò a produrre espressioni di puro dolore sul viso, e urli orribili non lasciavano dubbio sulla sua condizione. Una pianta, orribilmente dotata di denti, spuntò dal terreno sotto i piedi della bionda, rinchiudendola in un bocciolo viola. Ad ogni movimento del bocciolo si potevano sentire le grida della donna, che, al suo interno, stava per essere mangiata.
    Quando il bociolo si aprì, Hisako vide al suo interno un’altra figura femminile, diversa, molto diversa, da quella precedente. Non aveva l’aria di essere folle come la bionda, ma certamente era ambigua e imprevedibile tanto quanto.
    "Piacere di conoscerti, mi chiamo Cosmos. Spero che il mi corpo ospite non ti abbia causato troppi danni. Ora se vuoi seguirmi sono la tua nuova guida."
    Hisako era del tutto sconcertata, sembrava che il mondo intero avesse bisogno di lei per i suoi piani, ma per quale motivo? Ovviamente la domando principale era sull’identità di quella nuova e pericolosa figura. Innanzitutto Hisako, dopo aver sentito “corpo ospite” fece un passo indietro, come se, assurdamente, il farlo avesse impedito di diventare un ospite a sua volta. Come minimo avrebbe evitato qualsiasi contatto con lei o con una pianta. Tornando all’identità della donna, inizialmente a Hisako venne da pensare che fosse un’amica, in quanto l’aveva liberata dal suo principale problma, ma ragionando sul suo legame con la bionda, poteva benissimo avere i suoi medesimi scopi, e averla usata soltanto per attirare Hisako, per poi ucciderla quando la sua utilità si era esaurita. Era un dilemma, ma la cosa importante era che Hisako, data la fine della minaccia per la scuola, non era più in obbligo di fare nulla. Galvanzzata da questa presa di coscienza, volle mettere in discussione ciò che aveva udito.
    Seguirti dove, e soprattutto, chi sei tu e perchè dovrei assecondarti?



    Edited by Robb † - 26/7/2015, 17:30
  10. .
    CITAZIONE
    Tatsuya aveva dimostrato di non essere un normale ragazzo, non solo perchè in possesso di un potere che gli permettesse di leggere nella mente delle persone, ma sembrava anche un ottimo combattente, sempre che queste deu caratteristiche non fossero in qualche modo collegate. Con dei fulminei movimenti aveva inaspettatamente messo in difficoltà la guardiana del Sangue non solo schivando il suo attacco, ma muovendosi in modo perfetto per potersi trovare alle sue spalle e spingerla con un colpo di mano nella direzione in cui il guardiano della Carne stava atterrando con la sua enorme stazza e i suoi massicci pugni serrati. Una spinta del genere, però, per quato inaspettata, non era abbastanza forte da poter smuovere più di tanto un colosso come la guardiana, e certo non era sufficiente a farla arrivare nel punto in cui il suo compagno avrebbe colpito. Tuttavia il maschio sembrò mosso da una volontà che non era nè sue nè della sua creatrice, che stava senza dubbio assistendo alla attaglia, dispersa negli eteri. Il guardiano inspiegabilmente, ruotò in caduta, in modo che i suoi palmi serrati colpissero la testa della guardiana, così premurosamente avvicinata da Tatsuya. La testa di Sangue non riuscì a reggere l'impatto ed esplose, se non letteralmente, quasi, lasciando la sua portatrice acefala.
    Cho aveva compreso di aver perso il controllo della sua creatura. Era una situazione davvero pericolosa. Le falene che nel frattempo continuavano ad affluire nella sfera emisero un grido stridulo e sgradevole, grido di guerra dell'ultima occasione che Cho aveva per finire questa battaglia ancora prima del suo vero inizio. L'enorme palla di falene si ridusse di colpo. Qualcosa si era formato al suo interno.
    Il terzo guardiano, Ossa, piombò dall'alto in tutta la sua maestosità. Era sensibilmente più alto degli altri due, forse di quasi un metro, il suo corpo, femminile, era, per quel che si poteva vedere, sanguigno e come quelli degli altri guardiani sembrava formato unicamente da carne viva e pulsante. La sua particolarità erano candide placche ossee che la ricoprivano quasi interamente. Una di queste placche, di certo la più imponente e pericolosa, similmente alle placche degli altri due, le copriva la parte superiore del volto.
    Quando scese, un pulviscolo bianco l'accompagnò, e una volta arrivata al suolo, la polvere si scagliò contro Sague e Carne, uccidendoli apparentemente, in modo da allentare qualsivoglia tentativo di controllo mentale che evidentemente aveva portato avanti Tatsuya. I due guardiani caddero al suolo. Dalla sfera e dagli squarci due rivoli di falene, che sarebbero andate, dopo qualche tempo, a ricostruire le parti dei due guardiani iniziali che erano state menomate o ferite.
    Ossa guardava Tatsuya, non avrebbe fatto lei la prima mossa.

  11. .
    hisako tanaka.


    Circa un’ora più tardi alcuni amici, sei, del signor Fukuda in vestito nero entrarono nella saletta numero 3 facendo dei profondi inchini, quasi imbarazzati, verso la vedova. Uno di loro, che fino ad allora Hisako non aveva ancora notato, si avvicinò all’anziana donna, presentandosi come un amico di vecchia data del defunto. Disse qualche parola di conforto a Megumi, le solite frasi di rito. Era un grand’uomo, una grave perdita per tutti. È stata una spiacevole sorpresa, per qualsiasi cosa può fare affidamento su di me e la mia famiglia...
    La madre di Hisako annuiva, mostrando un sorriso di cortesia che in quel momento le riusciva a fatica.
    Gli uomini caricarono sulle loro spalle la bara. Hisako si stupì di non vederli compiere tanto sforzo. Erano tutti vecchietti decrepiti, amici del povero Takeshi, ma nonostante l’età le loro braccia rinsecchite riuscirono a farsi carico della pesante bara, e del suo contenuto, ovviamente. Hisako non si sentiva così sicura che le loro gambe avrebbero fatto un’altrettanto bella figura. E invece, contro ogni pronostico della ragazza, i sei uomini riuscirono a portare il loro fardello nel porticato e poi nella piazzola antistante, superando, non senza un certo stupore dei presenti, i gradini che separavano questi due spazi. Lì nella piazzola stava aspettando il reikyusha, il carro funebre.
    Non erano molte le auto che lo seguirono una volta iniziata la sua corsa. La cremazione non era che per la famiglia e gli amici più cari. In ogni caso nella sala d’attesa dell’edificio dove si trovavano i forni si ritrovarono in tre: Hisako, sua zia Kimi e la vedova Megumi, gli altri aspettarono all’ingresso. La sala era spoglia. La struttura era piuttosto moderna e lo si poteva inutuire anche dall’arredamento. Nient’altro che una fila di poltrone bianche che si piegava di 90 gradi una volta arrivato allo spigolo della parete, di fronte ad essa vi era, addossato al muro, un tavolino squadrato che portava alcuni generi di conforto. Al di sopra del tavolino dominava la parete un’enorme televisore. Hisako rimase quasi indignata dal cattivo gusto dei suoi connazionali che avevano reso una moda popolare trasmettere alla famiglia di un defunto ciò che avveniva all’interno del forno. La bara era già all’interno da qualche decina di minuti e la vedova, in piedi davanti al televisore con il fiato sospeso, muoveva freneticamente lo sguardo da una parte all’altra dello schermo, per notare anche il minimo cambiamento nell’immagine. Quando questo avenne successe la cosa che più Hisako temeva. Nel primo minuto di cremazione la salma si contorse su se stessa, il capo e le braccia si levarono verso l’alto. La signora Megumi si mise a tremare con gli occhi sbarrati. “È vivo” sussurrò. “Lo abbiamo bruciato vivo!”. Hisako e sua zia la presero delicatamente e la fecero sedere. Ci volle mezz’ora per spiegarle che è normale che i corpi di muovano durante la cremazione e che suo marito era morto quando era morto, qualche giorno prima.
    Mentre stavano per uscire un uomo del servizio dei forni si avvicinò a Hisako con una videocassetta in mano.
    “Desiderano il vid...”
    Hisako si scansò disgustata, guardando l’uomo con uno sguardo di disprezzo. Egli fece un inchino e tacque.

    Finalmente usciti dall’edificio si poteva tornare a casa, un luogo in cui Hiskako non entrava da due anni. Forse la seconda parte della giornata sarebbe stata un poco più allegra della precedente.

    Certe tradizioni sono talmente radicate in Giappone che la loro pratica millenaria si è ormai scollata da qualsiasi altro tipo di significato ritualistico. Così anche al funerale del signor Fukuda si fece il tradizionale pranzo nella casa del defunto. L’urna con le ceneri fu posta a capotavola, e il pasto si consumò soltanto con gli amici più stretti. Hisako vide tra i presenti qualcuo che non si sarebbe mai aspettata di rincontrare.





    Edited by Robb † - 26/7/2015, 17:27
  12. .
    CITAZIONE
    "Hai portato me, che controllo la mente, direttamente nella tua. Quanta premura."

    "Ci sei molto vicino... Brucerai, come una falena che si avvicina troppo alla fiamma!"
    La voce di Cho echeggiò mentre il suo corpo si disperdeva.
    Il guardiano dalle sembianze maschili si piegò sulle sue gambe minaccioso. I suoi enormi muscoli tesi trasudavano pura potenza, che aumentava ogni centesimo di secondo. Improvvisamente l'energia venne sfruttata dalle sue gambe per spiccare letteralmente il volo. Arrivò a 10 metri di altezza, per poi arrestarsi e iniziare la sua caduta verso il basso, con il preciso scopo di colpire a pugni chiusi, come se tra le mani stringesse un'enorme arma. Ma a giudicare dal suo aspetto bestiale, con un'arma sarebbe stata una mossa molto meno pericolosa. Nel frattempo i piedi della guardiana assunsero una forma liquida, sanguigna. Immediatamente dopo questa metamorfosi si mosse con una velocità inumana intorno a Tatsuya, pattinando sui suoi stessi piedi, lasciando dietro di sé una scia di sangue purpureo. Mentre si muoveva a formare una spirale intorno al ragazzo, nelle sue mani si vennero a formare da una massa liquida di sangue due enormi falcioni, con i quali, una volta arrivata di nuovo di fronte a Tatsuya, attaccò. I falcioni, paralleli tra di loro, avrebbero colpito i due lati del collo del ragazzo, senza lasciargli scampo.

    ---
    Ad Hisako batteva forte il cuore. Tatsuya era in qualche modo entrato in quel posto, apparentemente per merito di Cho. Comunque in quel momento non riusciva a vederlo in altro modo se non come un eroe, venuto per salvarla. Alla sua disperata chiamata, Tatsuya sembrò sempre più deciso a salvare la sua dama in pericolo, e questo sollevò Hisako. Ma con Cho in agguato, la felicità non poteva durare molto. Le catene si tesero ancor di più. Hisako sentì il rumore delle sue spalle che cedevano e delle ossa che si dislocavano dalla loro posizione. Lanciò un'urlo di dolore che tagliò in due l'aria della Hall. Cho, come da voce fuori campo, si mise a cantare.

    Piccola falena che svolazza luminosa,
    Stanotte porterai una fortuna radiosa?


    Con queste parole l'aria si riempì di squarci dorati dell'altezza di un uomo, dai quali uscivano copiose falene dorate che si agglomerarono in una palla decine di metri sopra i presenti. E la palla si ingrandiva ogni secondo


    Edited by Robb † - 4/7/2015, 01:14
  13. .
    CITAZIONE
    Tatsuya non si era lasciato intimidire dalla minaccia.
    "Ammirevole". pensò Cho. Ma non poteva permettergli di entrare nella sua mente. Paradossalmente, seppur dotate di un grande potere, le falene ben poco potevano fare al ragazzo perchè non utilizzasse il suo potere. Potevano attaccarlo come avevano fatto con la cameriera del caffè, ma ciò non gli avrebbe impedito di scavare nella sua mente, perchè gli attacchi fisici delle falene non erano così potenti da far perdere coscienza. Cho si trovava nel corpo di Hisako, ma non era in grado, paradossalmente, di utilizzare la sua anormalità. Si trovava in un vicolo cieco. Doveva evitare che il ragazzo trovasse la Cocoon Hall, e il suo bozzolo. Se l'avesse trovato per via "mentale" avrebbe potuto accedere alla mente di Cho e arrivare ad una conoscenza di cui non poteva nemmeno capire l'infinito valore (forse). Una volta nella sua mente avrebbe potuto addirittura controllare le sue falene, e, ancora peggio, se avesse mantenuto il controllo per qualche ora, avrebbe potuto controllare la forma reale di Cho, dopo l'apertura del bozzolo. Quella che doveva essere una divertente uscita a spese del corpo di Hisako si era trasformata in tragedia.
    Le falene, dalla minacciosa formazione che avevano assunto, caddero improvvisamente verso il basso, mentre i loro corpi si riducevano producendo una polvere dorata, fino a scomparire. Cho, seppur tesa, decise di dire qualche parola al ragazzo, anche se non poteva permettersi di perdere neanche un secondo.
    "Sei acuto. Esatto, io non sono Hisako. Sono Cho. "parassita", qualcuno direbbe... Non ti permetterò di entrare nella mia testa, sappilo. E per evitare ciò... Ti ci porterò esattamente dentro!"
    La polvere dorata prodotta poco prima dalle falene, che circondava i due, si illuminò di una luce dorata e abbagliante. Il cerchio di luce si illuminò anche all'interno e la massa luminosa si fece liquida. I due caddero nel liquido come se fossero sabbie mobili, ma più velocemente. Quando furono immersi si ritrovarono all'interno della Cocoon Hall. L'unico modo che Cho aveva di evitare che Tatsuya trovasse il suo bozzolo era nuocergli fisicamente, e per farlo aveva soltanto i suoi guardiani, di cui due di loro stavano ora torreggiando sopra Tatsuya dall'alto dei loro tre metri e sopra di loro si poteva vedere in lontananza la malridotta Hisako, tesa ancora orribilmente dall'argano. Quando si accorse di Tatsuya urlò il suo nome, scoppiando in lacrime.
    Cho si spostò all'indietro volando, trasformando il suo corpo in una moltitudine di falene dorate, che poi si persero nell'aria.
  14. .
    Mi aggiungo anche io, Robb, detto bittu al benvenuto dei miei illustri colleghi. Sicuramente di divertirai, la Hakoniwa offre infinite possibilità!!! :shiranui:

    PS. il nome Venser è casuale? *-*
  15. .
    CITAZIONE
    L'illusione aveva ovviamente funzionato. Quello però che Cho non si aspettava era che anche il ragazzo aveva visto ciò che le falene avevano prodotto.
    Giocare a Shogi in biancheria femminile. Questo si che sarà incredibile da raccontare, anche se non l'abbiamo mai fatto davvero.
    Cho rimase intrigata. Apparentemente il ragazzo che le stava avanti , o sotto, per la verità, aveva dei poteri, e lei non poteva far altro che rimanerne affascinata... e incuriosita. Vedere oltre le illusioni delle falene non era facile, certo, una persona normale mai e poi mai potrebbe accorgersi della finzione e tantomeno capirne il funzionamento. Le falene creano un mondo illusorio, ingannano lo spazio e il tempo stessi, senza però mai uscire dai confini del mondo reale, sul quale sono appoggiate. L'illusione non è solo visiva, ma coinvolge tutti i cinque sensi. In che modo il potere di Tatsuya era in grado di scovare delle illusioni così complesse e "vere"? Cho era quasi eccitata dall'idea di essere capitata con quello che con tutta probabilità era l'unico ragazzo in grado di aggirare il suo potere, fino a che punto il potere di Tatsuya poteva annullare i suoi? Cho stava morendo di impazienza e cominciò ad avvicinarsi con movimenti quasi frenetici a Tatsuya, con il volto pieno di desiderio di conoscenza, che lo rendeva quasi inquietante. Ma ciò che il ragazzo disse successivamente non le piacque.
    Ho escluso la nostra voce al suo udito, non potrà mai sentirci. Può restare immersa nell'illusione.
    Entra nella mente delle persone
    Era terribile. Se fosse entrato nella sua mente, o meglio, in quella di Hisako, forse avrebbe potuto raggiungere la Cocoon Hall e vedere ciò che stava accadendo al suo interno, o peggio, trovare il Bozzolo. Cho non lo poteva permettere. Ne andava della sua sopravvivenza e della sua vita. Quello che accadde dopo le fece gelare il sangue nelle vene.
    Già. Io vedo oltre la tua illusione. disse Tatsuya.
    Ciò che sento supera i normali sensi. Cho aveva sentito la sua voce, ma le sue labbra non si erano mosse. Era già entrato.

    Si trovava ancora in una zona di confine, probabilmente. Poteva trovarsi semplicemente nella mente di Hisako, dopotutto la vera mente di Cho era accessibile soltanto attraverso il bozzolo e apparentemente il ragazzo non aveva ancora capito il trucco della Cocoon Hall, altrimenti avrebbe sicuramente reagito in qualche modo alla vista di Hisako in catene. Cho richiamò a protezione del Bozzolo due dei tre guardiani, non poteva rischiare che il bozzolo venisse scoperto.
    Ebbe un impulso di violenza. Le falene, interrompendo l'illusione, si mossero furibonde contro la ragazza che stava entrando emettendo un rumore acuto e assordante e producendo una forza che la sbalzò all'indietro, e chiudendo violentemente la porta. Nonostante ciò la si poteva ancora udire berciare dall'altra stanza. Le falene riempirono lo spazio intorno alla sua padrona, rivolgendosi minacciose verso Tatsuya emettendo stridii e suoni ancora più potenti di quelli di un attimo prima, quasi come urli. Cho disse, con il capo chino e voce truce: Esci dalla mia testa


    ⁂⁂⁂
    Hisako, ancora incatenata, si riprese a difficolta. Il bruciore al volto era sempre più forte e anche quando stringeva gli occhi e i denti per sopportarlo, il dolore si faceva più intenso. I suoi occhi grondavano di sangue, così come il naso. Le palpebre erano livide e nere, a tratti secche, con la pelle che sembrava crepata. Ogni suo vaso sanguigno del volto era chiaramente visibile, spiccava su un macabro pallore di morte.
    Vide qualcosa in lontananza comparire da una nube dorata di falene. Due figure alta circa tre metri. Raccapriccianti, tremende maestà che incutevano rispetto. Hisako non riuscì a decidere quale di loro due doveva essere la personificazione della morte.
140 replies since 16/5/2012
.
Top