Hakoniwa accademy: look forward to your future and dreams

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    Nnngh... uff... nnn...
    Come al solito, Enma ronfava beatamente al calduccio nel suo letto, senza curarsi di nulla, bofonchiando qualche frase senza senso fra un sospiro e l'altro.
    Nnnnnn... uh? no... non voglio...
    Normalmente si sveglia piuttosto facilmente, non ha mai avuto un sonno particolarmente pesante, ma sua sorella, che si prendeva liberamente l'incarico di svegliarlo ogni mattina, quel giorno era particolarmente eccitata: era la data che avrebbe segnato l'esordio del fratello come studente nella sua amata scuola e non poteva permettere che arrivasse in ritardo il primo giorno. Ed infatti...
    FRATELLONEEEEEE!!!!
    Il suo grido squarciò il silenzio della stanzetta del ragazzo, che fino a prima era così tranquilla, per poi essere seguito da una secchiata di quella che voleva essere acqua fredda.
    AHIO!! Ma...! Ma ti è dato di volta il cervello per caso?! Venire qui e svegliarmi con una secchiata di... GHIACCIO?!
    Le urlò sconvolto, massaggiandosi il bernoccolo causato dal colpo.
    Uh? Su su non fare tante storie, ti ho solo svegliato presto per farti arrivare in orario, e dicono che il trucco della secchiata d'acqua fredda svegli immediatamente.
    EH APPUNTO! Una secchiata d'acqua fresca funziona... ma questo è un blocco di ghiaccio! Mi hai fatto un male cane!
    Ma non capisco... ieri sera quando l'ho messo in congelatore dentro al secchio c'era solo dell'acqua!
    Un attimo... tu hai messo l'acqua con cui volermi svegliare in congelatore?? E poi ti lamenti che ti urli contro! Uff... Potevi svegliarmi meno bruscamente... fa lo stesso ormai, che cosa c'è?
    Fuuta abbassò lo sguardo in segno di scuse, anche se a dirla tutta non si capiva se l'avesse fatto apposta o meno. A quella domanda comunque rispose con un timido È il tuo primo giorno di scuola per poi andare a preparare la colazione, in modo così disinvolto che sembrava si fosse già dimenticata della secchiata gelida.
    Oh giusto, è il mio primo giorno. Però davvero, poteva svegliarmi in mille altri modi... Vabbe vado a prepararmi.
    Per il primo giorno gli era stato preparato un vestito nero elegante, con tanto di cravattina e scarpe in tinta, le due donne in casa esigevano una certa eleganza anche per il primo giorno di liceo. Uscì per prenderli dato che erano stati lavati la sera prima, ed ora erano stesi al sole ad asciugarsi.
    Wow! Che bella mattinata! C'è un bel calduccio, non si direbbe che ieri notte abbia piovuto... un attimo... ieri notte ha piovuto!
    Di corsa andò alla ricerca dei panni stesi, e superato il percorso ad ostacoli tra pozzanghere e chiazze di fango riuscì ad arrivare ancora pulito agli stenditoi... ma come si aspettava la pioggia bagnò completamente il bucato lavato con tanta dedizione.
    Uffa! Ci mancava pure questa! Uff vabbe prenderò qualcosina di meno elegante dall'armadio...
    Si apprestò, ormai rassegnato, ad aprire l'armadio per prendere qualche vestito decente ma tutto quello che c'era dentro erano una tuta da ginnastica o i suoi soliti abiti, e volendo evitare di sfoggiare il suo discutibile stile personale fin dal primo giorno optò per la tuta da ginnastica.
    Andò quindi in cucina a mangiare ciò che le aveva preparato sua sorella come ogni mattina, ormai però la dispensa era vuota poiché dato che i due si sarebbero trasferiti nell'ovile dell'accademia la loro madre evitò di fare la spesa, e tutto ciò che c'era erano un panino con la marmellata a testa e del latte.
    Uh? Come mai non sei vestito con il completo che ti abbiamo preparato ma indossi quella... tuta?-chiese sorpresa la fanciulla.
    Dopo la pioggia di ieri notte il bucato di ieri è andato... tutto... mi passi del latte per piacere? Oh e quando pensi che tornerà mamma?
    Come "è tutto andato"?! Uff ci tenevo così tanto a vederti vestito bene il primo giorno... comunque non saprei, ha detto che sarebbe tornata oggi pomeriggio a salutarci per l'ultima volta per via di alcune commissioni urgenti.
    Capisco... va bene grazie per la colazione, io vado a prepararmi.
    Andò quindi a preparare lo zaino, riflettendo bene su cosa avrebbe dovuto portare per il primo giorno. Non avendo ancora la maggior parte dei libri e non sapendo nemmeno quali materie lo attendevano quel giorno decise di optare per il modello standard per ogni primo giorno di scuola: tre/quattro quaderni e l'astuccio. Una volta fatto anche questo si portò sull'uscio di casa insieme all'amata sorellina, vestita nella normale uniforme femminile della scuola. Avrebbe fatto strada lei: essendo già una studentessa all'accademia da un po' di mesi conosceva bene la strada.
    Vedrai che ti piacerà un sacco questa scuola! È piena di club interessanti a cui iscriversi e sopratutto ci sono un sacco di persone divertentissime e stranissime e ce ne sono di tutti i tipi: alcuni sono abilissimi in alcuni sport, altri sono davvero intelligenti mentre altri ancora hanno persino dei veri e propri superpoteri! All'inizio potresti sentirti un po' spaesato ma dopo i primi mesi andrà già tutto meglio.
    Come vivere in uno shounen insomma. Spero di riuscire ad integrarmi subito, anche se sarà dura visto l'andazzo di stamattina. Se fosse davvero che "il buon giorno si vede dal mattino" sono rovinato fin dal primo...-rispose Enma, a metà strada fra la rassegnazione e l'autoironia, una volta in giardino.
    Susu non dire così... cerca di essere ottimista! Vedrai che da ora in poi la giornata non potrà che migliorare!
    Dopo quelle parole Enma già si sentiva più rinfrancato, magari qualcosa poteva davvero migliorare grazie a questa svolta... ma neanche il tempo di ringraziarla per il sostegno che subito inciampò nel fango che c'era per terra cadendo in una pozzanghera e sporcandosi tutto... Fuuta riusciva a malapena a trattenersi dal ridere, mentre Enma si trovò costretto a fare una rapida corsa in cameretta, gettando per terra i vestiti bagnati e cambiandosi nuovamente nella solita felpa con pantaloni lunghi. Doveva ammettere di sentirsi più a suo agio in quel look, anche se per il primo giorno non era esattamente ciò che si era immaginato.
    Fra sbuffate e sospiri ormai se ne era fatto una ragione: in 16 anni, come un'amica tanto fedele ma non altrettanto benvoluta, questa sua sfortuna non lo aveva abbandonato nemmeno una volta, e pure all'uscita si ripresentò facendolo scivolare rovinosamente sui vestiti bagnati per terra lasciandolo atterrare sbattendo la fronte per terra sullo stesso punto dove lo aveva colpito Fuuta poco prima.
    Oh maddai... fate sul serio?! Non puó essere vera una cosa del genere!-gridò esasperato massaggiandosi un'altra volta la fronte dove ormai aveva applicato un vistoso cerotto.
    A post... ma che ti sei fatto sulla fronte?
    Forse è meglio che tu non ti ponga certe domande... dato che la prima parte del lavoro l'hai fatta tu. Ma ora non importa, non è stata colpa tua in fondo, ora incamminiamoci verso l'accademia.
    Fuuta si limitò ad annuire, distogliendo un attimo lo sguardo per evitare di ridergli in faccia (era davvero buffo con quel cerotto e quella benda che si porta sempre appresso sembrava quasi il re degli infortuni) ed accelerò il passo portandosi di fronte al fratello indicandogli la strada per arrivare al liceo.

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    La mattinata era iniziata in maniera piuttosto normale. Per fortuna Nizuki non aveva fatto nessuno strano scherzo o altro, chissà, forse stava mettendo la testa a posto anche se ne dubito fortemente. Raggiunsi con molta calma l'ingresso del liceo e mi fermai davanti ai cancelli aperti, con la schiena appoggiata al muro e le braccia incrociate. Stavo forse aspettando qualcuno? In realtà no, stavo solo osservando gli altri studenti della scuola. Non avevo un motivo particolare per farlo ma ogni tanto ne sentivo il bisogno; inoltre ero arrivato lì con un discreto anticipo e non avevo nient'altro da fare. Avevo anche portato la spada d'allenamento dietro, nella sua apposita custodia che portavo sulle spalle, poiché mi serviva e dovevo lasciarla di nuovo al club di kendo. In mezzo a quella marea di studenti notai una coppia "nuova": un ragazzo con i capelli bianchi e una benda su un occhio (ultimamente va fin troppo di moda questa cosa) assieme ad una ragazza piuttosto normale. Inoltre lui indossava una tuta, molto simile alla mia. Non avevo mai visto quel ragazzo, era un tipo piuttosto strano e... appariscente, a modo suo, di certo me lo sarei ricordato. Probabilmente era un altro studente trasferito che si apprestava a frequentare il primo giorno di scuola. Speravo solo che non incontrasse subito un membro del comitato disciplinare altrimenti avrebbe passato delle rogne visto che non indossava la divisa già dal primo giorno. È vero, nemmeno io lo faccio e difatti ho già avuto diversi screzi con Onigase, ma questa è un'altra storia...

    Kuro Kamishini
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    Se vuoi fare in modo che i pg si incontrino adesso fai pure, altrimenti posso poi incontrarsi un un altro momento, magari durante l'intervallo, a te la scelta :kamina:


    Edited by ¬SasoRi - 24/9/2015, 00:53
     
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    Goro Nishimura
    Ogni notte, Goro la passava sveglio a fare i suoi esperimenti, al contrario di Kuron, che aveva bisogno di dormire. Ogni ora passata nelle tenebre della sera era, per lui, un'annotazione in più sul suo diario, e non c'era cosa che amasse di più al mondo...forse solo Asako. Quella notte decise di fare un paio di test pratici, uscendo dalla scuola per osservare il funzionamento del nuovo potere che aveva appena ottenuto, andando nella zona della Babele Fantasma, tanto era sempre vuota.

    "Vediamo, iniziamo con il destro."

    E, con una nuvoletta di fumo, il suo braccio destro si trasformò come se fosse nella quinta mutazione, ma non era quello il nuovo potere.

    "Ora vediamo il Cinder Block."

    In quel momento, il suo braccio sinistro si incenerì ad alta velocità per poi ricrearsi come una versione grigia e completamente irrigidita dell'originale. La durezza e resilienza di quella sostanza era ineguagliabile da qualsiasi numero di evoluzioni a sua disposizione, ma era altrettanto fragile, per quanto strano. Tentò di muoverlo, ma appena impartì l'ordine, il suo braccio si sgretolò in mille piccoli pezzi.

    "Come immaginavo, non è fatto per muoversi..."

    I pezzi rimasti si distrussero ulteriormente e divennero cenere, dopodiché si riunirono alla sua spalla e ricrearono il braccio, almeno non doveva rigenerarselo da solo, dopodiché fece tornare alla normalità anche il destro, per quanto fosse fastidiosa la sensazione.

    "Chissà cosa accadrebbe se lo lasciassi trasformato per più di qualche momento...?"

    Passò la nottata li, testando sempre di più il suo controllo sul proprio potere e le sue nuove abilità, finché non venne l'ora di dare inizio alle lezioni. Fortunatamente per lui, era stato attento a non distruggersi i vestiti con i suoi esperimenti, dunque andò verso l'entrata della scuola, raggiungendo anche tutti gli studenti che stavano per entrare, notando Kuro li, fermo come se stesse aspettando qualcuno.

    "Che ci farà li fermo?"

    Rimase fermo ad osservarlo, aspettando una risposta, certe abitudini non cambiano mai per Goro.




     
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    Un enorme complesso di appartamenti, sedi di club, altri appartamenti ed un solo edificio adibito all'insegnamento: questo era quello che si parava agli occhi dei ragazzi, una visuale a cui nemmeno Fuuta, che aveva già cominciato la scuola da un po', si era abituata. Era davvero enorme, e la mole di studenti all'ingresso non era da meno.
    Wow! È davvero grande... sicura che sia questa la scuola? A me sembra un'associazione polisportiva.
    Sì sì tranquillo, è questo il posto. Come vedi è enorme, è vero che i club rappresentano la maggior parte dell'istituto, però anche l'edificio con le aule è parecchio... ingombrante.
    Si fecero strada fra gli studenti per raggiungere l'ingresso. A quanto pare Fuuta non stava esagerando: c'erano tantissimi giovani studenti e davvero ognuno di loro possedeva un non-so-che di unico, anche se non ben definibile, alcuni più di altri ma restava comunque una cosa incredibile: era come se ogni studente avesse un'alone di mistero così accattivante da attrarre istantaneamente come una calamita lo sguardo degli osservatori.
    Mamma mia... ripetimi un secondo in che sezione sono finito per favore.
    Dunque dovresti essere nella decima, ti hanno spedito direttamente al secondo anno, probabilmente ti toccherà studiare quello che hanno fatto l'anno scorso i tuoi compagni.
    Oh fantastico... lavoro arretrato da recuperare! Avrei preferito starmene con i più piccoli...
    Chissà magari avremmo persino potuto essere compagni di classe!- disse Fuuta piena di entusiasmo.
    Enma continuava a guardarsi intorno, non poteva farne a meno, del resto solo l'idea che avrebbe dovuto entrare di punto in bianco in una classe in cui si conoscevano già tutti tranne che lui gli dava un po' fastidio, tutto quello che poteva fare in quel momento era osservare chi gli stava intorno e cercare di indovinare con chi avrebbe avuto a che fare per i prossimi anni.
    E pensare che entrerai in classe il primo giorno conciato così... per fortuna non sei l'unico a non indossare la divisa dell'accademia e potresti passare inosservato, ma cerca di stare alla larga da quelli del comitato disciplinare.
    Ok ok lo terrò presente, grazie dell'avvertimento.
    L'improvviso suono della campana interruppe i due interlocutori, segnando oltre che la fine del loro dialogo anche l'inizio delle lezioni. Da brava sorellina Fuuta tentò di dare qualche dritta al fratello, le solite e noiose nozioni comportamentali di base che tutti conoscono, niente di ché, ma lei ci teneva lo stesso a rinfrescargli la memoria.
    Entrato a scuola si precipitò impaziente nella sua classe, attese i compagni ed il professore per poi cominciare le lezioni: per prima cosa si presentò ai suoi compagni.
    Buongiorno. Io sono Koumori Enma, e da quest'oggi sarò un vostro compagno di classe. Spero davvero di conoscervi meglio e divertirmi con voi durante questi anni di scuola.- e come da regola scrisse il suo nome sulla lavagna prima di andarsi a sedere in prima fila. Si riguardò intorno, cercando di farsi un'idea generale dei compagni di classe, ma non sembrava esserci alcun elemento di spicco, nessuno che gli sarebbe rimasto impresso per qualcosa di unico, sembravano tutti fin troppo normali.
    Vuoi vedere che mi hanno affibbiato l'unica classe in tutta la scuola dove non c'è alcun anormale? Non mi resta che aspettare l'intervallo.
    Passò quindi tutte quelle ore di lezione da solo a scrivere qualcosina sul suo quaderno, prima che un'altra campanella suonasse segnalando la fine delle lezioni per una pausa.

    INTERVALLO


    Dopo quel tanto atteso suono si fece un giretto per i corridoi della scuola, cercando di trovare qualche anormale con cui parlare o fare il classico giretto introduttivo alla scuola, giusto per conoscere meglio la scuola ed il ragazzo che lo avrebbe accompagnato.
    Uhm dunque dunque... a chi potrei mai chiedere di farmi da guida turistica? Forse a quello lì? O magari è meglio lui? Vediamo...


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    Il ragazzo mi passò davanti senza nemmeno accorgersi che lo stavo guardando. È naturale, dopotutto eravamo in mezzo ad una numerosa folla e come se non bastasse sembrava abbastanza preso in una discussione con la ragazza che lo accompagnava, come potevo biasimarlo? Dandomi poi un'ultima occhiata intorno notai Goro fermo che mi fissava, anche se era difficile capire se stesse guardando proprio me a causa del suo solito cappuccio. In ogni caso gli feci un cenno di saluto con la mano prima di correre verso la mia classe, visto che era un po' lontana dall'ingresso e si stava facendo tardi.

    Nulla de segnalare per quanto concerne le lezioni, alcune interessanti e altre noiose, niente di nuovo. Arrivò poi il momento della pausa: dopo un veloce spuntino uscii dalla classe e iniziai a vagare senza meta per i corridoi, pensando agli affari miei.
    Qualcosa non va? chiese Miuna. Non era particolarmente preoccupata, tuttavia...
    No, no, nessun problema, volevo solo fare un giro da solo e riflettere un pochino...
    Pensi ancora a quella storia di Celestia, vero?
    Sì, però forse ora dovrei comportarmi come faccio di solito, tanto sarà lei a farsi viva quando sarà il momento.
    Credo che sia un'ottima soluzione... Non conviene pensarci troppo adesso, rischi solo di peggiorare la cosa.
    Oppure potrei...
    Cosa?
    No, niente, lascia stare... Piuttosto... Ma quello non è il ragazzo di stamattina?
    Proprio così, nel mio inconscio girovagare ero finito nei pressi della sua classe senza nemmeno saperlo. Si stava guardando attorno, come se stesse cercando qualcosa.
    Ehm... Ciao! Sei nuovo per caso? Hai perso qualcosa? dissi mentre mi avvicinavo a lui. Un approccio abbastanza impertinente, è vero, ma non molto diverso dal solito. Chissà se quel ragazzo era una persona pronta ad aprire una conversazione o l'ennesimo individuo che mi avrebbe mandato a stendere dicendomi di farmi gli affari miei e che non aveva bisogno di aiuto...

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    Goro non ottenne mai una risposta alla sua domanda, ma Kuro, vedendolo, lo salutò con un cenno della mano prima di correre verso la scuola, evidentemente, non voleva arrivare tardi. Goro ricambiò il gesto semplicemente alzando la mano sinistra in segno, anche lui, di saluto, e proseguì verso la sua classe.

    "Mah, forse penso troppo a questi dettagli."

    Effettivamente, farsi domande sul perché qualcuno abbia deciso di fermarsi un momento prima di andare a scuola potrebbe essere troppo pure per Goro, ma comunque non era il momento di pensarci, ora doveva entrare in classe per, beh, far finta di dare importanza a quello che dicono i professori, l'unica cosa che lo accomunava a molti studenti...anche se prendeva comunque appunti su tutto. Le lezioni iniziarono, come sempre, con Benkei e Daisetsu che infastidivano alcuni loro compagni di classe poco prima dell'arrivo del professore, tipico.

    "Chissà quando cresceranno...ora che ci penso, però, non mi infastidiscono più così spesso, beh, meglio."

    Iniziarono, per sommo diletto di Goro, con biologia, non che insegnassero qualcosa che lui non sapesse, ma almeno si parlava di cose che apprezzava. Dopo la sua materia preferita si passò ad altre di cui non gli importava niente, come matematica o educazione fisica nella quale, come sempre, non gli scese una sola goccia di sudore. Finalmente, a porre fine a quelle ore di noia, arrivò la pausa pranzo, così, dopo aver salutato Asako prima che andasse con le sue amiche, Goro iniziò a muoversi per uscire dall'edificio, camminando per i corridoi della scuola con le mani nelle tasche dei jeans e una calma gelida.

    "Spero di poter scrivere qualcosa di interessante nei miei appunti, oggi."

    Camminando per i corridoi, finalmente questi lo portarono verso qualcosa di meglio della sua solita noia: Kuro e un altro ragazzo mai visto. Iniziò a dirigersi verso di loro, spuntando finalmente a sinistra di Kuro, potendo osservare meglio il ragazzo mai visto.

    "Benda sull'occhio e capelli bianchi...sembrerà strano, ma questa mi mancava."

    Effettivamente, Goro non aveva ancora visto molta gente conciata così, e di cose strane ne aveva viste.

    "Salve."

    Lo sentite? Il freddo dico. Come sempre, la sua personalità in grado di "rallegrare ogni festa" si fa sentire, anche mentre saluta Kuro e il ragazzo.




     
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    Continuava a camminare per il corridoio cercando qualcuno con cui parlare: molto strano da parte sua in effetti, normalmente non è un tipo freddo e distaccato ma tende ad atteggiarsi come tale, o più spesso non cerca nemmeno di farsi notare troppo. Certo è però che si era reso conto che nei primi giorni di scuola conoscere la scuola era necessario fare qualche conoscenza, ma se proprio doveva almeno quel qualcuno doveva essere un tipo interessante.
    Ehm... Ciao! Sei nuovo per caso? Hai perso qualcosa?
    Uh? Come scusa?
    Un ragazzo in tuta gli si avvicinò chiedendogli se avesse bisogno di qualcosa: era un tipo piuttosto robusto, sopratutto nella parte superiore del corpo, moro e alto una decina di centimetri in più rispetto a lui. Si dimostrò da subito cordiale e disponibile, un po' precipitoso ma non sembrava un impiccione o una cattiva persona, e poteva anche essere il tipo giusto a cui chiedere informazioni.
    No no, non ho perso niente. Però stavo cercando di ambientarmi,: è il mio primo giorno e volevo conoscere qualcuno e magari fare una panoramica della scuola... non è che saresti disponibile tu?
    La sua risposta era piuttosto frettolosa, ma era alla ricerca di una guida e di qualche amico, per la prima avrebbe potuto provvedere Fuuta ma non se la sentiva di sfruttarla e chiederle aiuto per qualsiasi cosa, e in ogni caso non avrebbe potuto provvedere alla seconda.
    ...mi sembri un tipo piuttosto particolare... -aggiunse sottovoce- Mi chiamo Koumori Enma, frequento il secondo anno della decima sezione. Spero possiamo diventare amici.
    Le sue parole uscirono dalla sua bocca con un velato imbarazzo e nervosismo mentre protendeva la mano per una stretta, non era abituato alle presentazioni e di conseguenza poteva risultare piuttosto rigido anche in questo caso.
    Praticamente in quello stesso istante spuntò fuori pure Goro.
    Salve.
    Enma venne preso alla sprovvista: due ragazzi piuttosto anormali che gli si presentavano in contemporanea era una cosa piuttosto... anormale per lui. Passò qualche secondo a squadrare Goro per farsene un'idea: abbastanza alto, più o meno come Kuro, volto semi-coperto dal cappuccio dal quale si intravvedevano leggermente gli occhi di un verde brillante. Un tipo piuttosto riservato ed inquietante, ma questo alone di mistero che lo circondava lo attraeva parecchio, quindi decise di provare a conoscere anche lui, male di sicuro non gliene avrebbe fatto... al massimo data la sua sfortuna era più facile che accadesse il contrario, ma sempre involontariamente.
    Salve... stavo giusto chiedendo a lui informazioni riguardo alla scuola... sono Enma e sono stato trasferito oggi, piacere.
    Doppio incontro significava doppia possibilità di trovare una compagnia decente con cui restare a divertirsi, un'occasione irripetibile per integrarsi definitivamente nella scuola, non poteva lasciarsela sfuggire così facilmente.
    Timidamente mise in tasca la mano destra per poi tirarne fuori tre lecca lecca, e dopo averne aperto uno alla fragola per cominciare a mangiarlo mostrò gli altri due a Goro e Kuro.
    Volete un lecca lecca? Ne ho solo alla fragola o alla panna però...

    Link scheda: QUI
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    Edited by Salvare000 - 4/10/2015, 21:20
     
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    A quanto pare non aveva perso nulla, però ci avevo preso sul fatto che fosse un nuovo studente. Stava cercando qualcuno che gli mostrasse un po' la scuola (già, è abbastanza incasinata le prime volte, con tutti quegli edifici è quasi una città) e voleva sapere se avevo del tempo libero.
    Io sono Kuro Kamishini, classe 3° sezione 11, piacere mio. dissi, stringendo la sua mano, anche se non era la solita usanza giapponese. Non mi scandalizzavo affatto, conoscevo molte persone che si presentavano così e mi ci ero abituato in un certo senso.
    Certo, per me va bene, avevo giusto bisogno di svagarmi un po'. Allora, vuoi andare in un posto particolare oppure decido io? Certo, il tempo a nostra disposizione è limitato ma in caso potremmo poi riprendere dopo la fine delle lezioni
    Dopo pochi secondi spuntò dal nulla Goro che mi salutò con i suoi soliti modi distaccati, nulla a cui non ero già abituato.
    Ehi Goro! Che tempismo perfetto. Stavo giusto per accompagnare Koumori a fare un breve giro della scuola. Vuoi unirti a noi?
    Poi aggiunsi, rivolgendomi al ragazzo e dissi, in maniera scherzosa: Non preoccuparti, è sempre così distaccato, non è colpa tua, gli vogliamo bene per quello che è!
    Enma ci offrì poi dei lecca lecca.
    Uh, sì, grazie! Prendo quello alla fragola. e lo presi gentilmente dalle sue mani.

    >>>Scheda<<<
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    Il suo arrivo non sorprese Kuro, ormai abituato alle sue entrate in scena così silenziose e anche un po' inquietanti, mentre l'altro ragazzo venne colto alla sprovvista, per Goro non era una cosa difficile da notare, soprattutto visto che si trattava di una reazione quasi abitudinaria da parte degli altri studenti...chissà perché.

    "Salve... stavo giusto chiedendo a lui informazioni riguardo alla scuola... sono Enma e sono stato trasferito oggi, piacere."

    Ah, un nuovo studente, era un po' che non ne vedeva.

    "Ehi Goro! Che tempismo perfetto. Stavo giusto per accompagnare Koumori a fare un breve giro della scuola. Vuoi unirti a noi?"

    E per l'ennesima volta, Goro si ritrova a fare cose che non hanno mai fatto per lui: contatto sociale. Non aveva molta altra scelta, in compenso...l'altra possibilità era andare a sedersi in giardino e sperare, dunque si trattava comunque di qualcosa di più "attivo", per così dire.

    "Va bene, non ho altro da fare."

    Ascoltò la descrizione che Kuro fornì a Enma di Goro, azzeccata, dunque non ebbe nulla da correggere.

    "Volete un lecca lecca? Ne ho solo alla fragola o alla panna però..."

    Huh...non ne aveva mai provato uno.

    "Di recente ho scoperto che mi piacciono le cose dolci, dunque provare non può farmi male..."

    Tanto non aveva pasti da rovinarsi o una linea da mantenere, visto che aveva Evolution per queste cose, dunque non c'erano controindicazioni.

    "Io prendo quello alla panna"

    Dopo averlo preso dalla sua mano, lo scartò e lo osservò, sembrava non averne mai preso uno, ed era vero.

    "Sembra appiccicoso, che sarà?"

    Non sapeva con cosa venissero prodotti, ma voleva sapere comunque che roba era, dunque se lo mise in bocca.

    "Uhm...Non mi dispiace, meglio così."

    Era strano, di solito non accettava cibi o cose del genere, ma tra Asako che lo aveva abituato a prendersi un frullato con lei ogni sabato e Haiiro che gli aveva permesso di capire che gli piacevano i cibi dolci, ormai era giusto provarli.

    "Io sono Goro Nishimura, classe 2° sezione 2°."

    Come sempre, la sua presentazione era in ritardo o molto spoglia -principalmente tutte e due insieme- e, come sempre, non gli interessavano molto queste formalità, dunque non differivano dal suo tono normale.

    "Da dove vuoi iniziare?"

    Guardò Enma nel dirlo, poiché da lui dipendeva la loro successiva meta.




     
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    Oltre alla presentazione lampo e silenziosa Goro si rivelò ancora più strano: una volta agguantato il lecca lecca lo scartò e rimase ad osservarlo per un po', come se non ne avesse mai visto uno, poi cominciò a mangiarlo ed anche lì lo analizzava col gusto, proprio come se non ne avesse mai visto uno. Un atteggiamento piuttosto bizzarro insomma.
    Kuro d'altro canto era molto più disinvolto e meno schivo, e già da questo confronto emergevano le loro differenze enormi di carattere, non negative ma solo opposte, anche se a dire il vero gli piacevano molto entrambi.
    Si dimostrarono entrambi disponibili ad accompagnarlo ed aspettavano una sua risposta sul da farsi: sopratutto Goro lo guardava come aspettando una risposta che avrebbe deciso l'esito del resto della sua giornata... o più semplicemente una risposta che avrebbe saputo dargli un qualcosa da fare durante la mattinata.
    Beh non saprei... mi basterebbe un giretto per vedere la disposizione delle aule e i luoghi più importanti. Tipo l'aula magna, un bar se c'è o la palestra magari.
    In effetti forse era partito un po' troppo frettolosamente: non aveva le idee ben chiare su quali posti volesse visitare, d'altra parte il suo obbiettivo ancora prima di visitare l'istituto era conoscere un po' di gente. Si era reso conto che magari poteva essersi forzato un po' troppo nel suo intento, ma ormai non poteva tornare indietro quindi tanto valeva seguire i due senpai e cercare di conversare.
    Dopo un po' di tempo che Goro e Kuro gli ebbero presentato l'edificio e dopo aver fatto più attenzione ai due Enma chiese con quanta più disinvoltura riusciva a tirare fuori -magari risultando pure un po' rigido-:
    Ho notato che non portate la divisa scolastica come tutti gli altri, c'è un motivo in particolare?
    Anche lui vestiva casual, ma quello era dovuto ad una spiacevole mattinata, magari quei due avevano dei permessi oppure di ritrovavano di più in quello stile piuttosto che nella monotonia della divisa dell'Hakoniwa o per qualsiasi altro motivo, un argomento buttato lì giusto per attaccar bottone.

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    Dunque, voleva visitare i luoghi più importanti del complesso... Uhm, erano molti in realtà, dipendeva anche dai suoi interessi. Si sarebbe fermato al dormitorio? Praticava qualche sport in particolare? Aveva già pensato a quale club iscriversi? Troppe domande da porre ad un ragazzo appena conosciuto, avrei dovuto dosarle accuratamente durante il corso della "visita". Dunque era meglio iniziare con qualcosa di più tranquillo e sicuro, forse la palestra, come giustamente aveva suggerito Enma.
    Beh, in realtà la palestra è così grande che la usano anche come aula magna, visti i suoi spalti... Quindi possiamo andare lì. È al piano terra, in un edificio separato dal complesso principale, bisogna uscire e passare sotto un piccolo porticato per entrarvi. Da questa parte. dissi, avviandomi verso le scale. Non avevo chiesto niente a Goro perché sapevo che a volte preferiva il silenzio; inoltre non credo che avesse nulla da obiettare.
    Lungo la strada, Enma ci chiese delle divise.
    Beh, in realtà dovremmo indossarla ma... La divisa è così noiosa, non credi? Dopotutto nemmeno tu la stai indossando in questo momento. gli risposi, sorridendo ironicamente e indicandolo. Devi solo fare attenzione al comitato disciplinare... Finché incontri Onigase puoi ancora cavartela ma se per caso vedi Unzen ti conviene scappare... È un bambino alquanto... anormale...
    Non aggiunsi altro, non sapevo se anche Enma avesse dei poteri come noi oppure no, quindi per il momento era meglio sorvolare sulla questione.
    E sì, ho detto bambino perché ha solo 11 anni... Lo chiamano il bambino prodigio... ripresi, mentre attraversavamo il porticato ed entravamo in palestra: era enorme e con ben 4 file di spalti sul lato destro (spalti costituiti da gradini molto molto alti intervallati ad alcune rampe normali per permettere alla gente di salirle comodamente); al centro vi erano i tipici campi da calcio-pallavolo, con tanto di rete piazzata nel mezzo e le due porte ai lati opposti del campo. Sopra alle porte da calcio c'erano i canestri da basket; infine sulla sinistra c'erano le panchine, la cattedra dell'insegnante, le spalliere e una porta che dava sull'esterno, dove c'erano le piste per la corsa e la pedana per il lancio del disco.
    Bene, eccoci qua, questa è la palestra del liceo Hakoniwa!

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    Enma non ci mise molto a rispondergli, e presto Goro si ritrovò con qualcosa da fare, finalmente.

    "Beh non saprei... mi basterebbe un giretto per vedere la disposizione delle aule e i luoghi più importanti. Tipo l'aula magna, un bar se c'è o la palestra magari."

    Kuro fu rapido quanto Enma nel rispondergli.

    "Beh, in realtà la palestra è così grande che la usano anche come aula magna, visti i suoi spalti... Quindi possiamo andare lì. È al piano terra, in un edificio separato dal complesso principale, bisogna uscire e passare sotto un piccolo porticato per entrarvi. Da questa parte."

    Mentre lo diceva, iniziò a dirigersi verso le scale, non interpellò Goro sulla decisione, meglio così, forse aveva già capito che non gli interessava più di tanto prendere una decisione del genere. Mosse i primi passi in sua direzione, scendendo pure lui le scale per raggiungere l'uscita dell'edificio, per poi partire alla volta della palestra che Enma voleva vedere. Mentre si dirigevano verso la palestra, il nuovo arrivato saltò su con una domanda che non gli avevano ancora fatto, incredibile ma vero.

    "Ho notato che non portate la divisa scolastica come tutti gli altri, c'è un motivo in particolare?"

    Effettivamente poteva risultare particolare agli altri, non c'aveva mai dato troppo pensiero. Kuro impiegò poco a spiegarli la sua motivazione...abbastanza particolare, a dire il vero.

    "Beh, in realtà dovremmo indossarla ma... La divisa è così noiosa, non credi? Dopotutto nemmeno tu la stai indossando in questo momento."

    Poi parlò Goro.

    "Io la indosso sotto la felpa, dunque non dovrebbero infastidirmi, visto che non sto davvero infrangendo il regolamento."

    Kuro si sentì in dovere di aggiungere un avvertimento in seguito alle loro spiegazioni, uno che avrebbe fatto bene a non dimenticare, nel caso in cui Enma fosse un ragazzo normale.

    "Devi solo fare attenzione al comitato disciplinare... Finché incontri Onigase puoi ancora cavartela ma se per caso vedi Unzen ti conviene scappare... È un bambino alquanto... anormale..."

    Unzen, Unzen e ancora Unzen...Goro ne aveva solo sentito parlare, ovviamente in modo non proprio positivo.

    "Fa bene a metterti in guardia, perché quando decide di riprendere qualcuno lo fa con violenza, risultando sempre in ossa rotte per le sue vittime."

    Non era difficile ottenere quelle informazioni, visto che il marchio di Unzen era ormai ben riconoscibile ovunque passasse.

    "E sì, ho detto bambino perché ha solo 11 anni... Lo chiamano il bambino prodigio..."

    Una piccola informazione che rendeva sempre più evidente il possesso di un'anormalità da parte di Unzen, ma l'Hakoniwa era la scuola dei prodigi, no? Finito il discorso, il gruppo arrivò finalmente alla palestra, e da li Kuro prese il controllo della situazione come "capo guida", dando inizio alla "visita d'istruzione". Insomma, per ora tutto stava procedendo con calma e fluidità, strano per la tipica giornata di Goro.






    Chiedo scusa se non ho lasciato grandi spunti per la narrazione, sono un po' a corto di carburante asd
     
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    "In realtà la palestra viene usata anche come aula magna visti i suoi spalti."
    Buono a sapersi, sarà come visitare due posti contemporaneamente, il che gli avrebbe fatto guadagnare tempo. Doveva essere davvero grande se viene anche usata come aula più grande della scuola. Detto questo si diressero verso tale edificio (eh sì, aveva pure un edificio a sé stante), strano come Kuro nemmeno chiese conferma a Goro, come se sapesse già quale sarebbe stata la sua risposta, ma ancora più strano come questo non spiccicò nemmeno una parola di dissenso.
    Per rispondere alla domanda relativa alle divise Goro rivelò di averla sotto la felpa, mentre Kuro disse semplicemente che trovava le divise noiose, e in effetti non aveva tutti i torti: tutti gli studenti vestiti allo stesso modo, con la divisa a coprirgli la maglietta... tuttavia Enma non poteva negare di trovarci un certo stile in quelle "divise tutte uguali". Indicandolo poi puntualizzò che nemmeno Enma ne indossava una.
    Beh sì hai ragione... ma non è colpa mia se sono vestito così oggi, è che sono successe delle cose...
    Si difese grattandosi la nuca e mostrando un sorrisetto alquanto imbarazzato.
    Devi solo fare attenzione al comitato disciplinare... Finché incontri Onigase puoi ancora cavartela ma se per caso vedi Unzen ti conviene scappare... È un bambino alquanto... anormale...
    Unzen...? Fuuta me ne aveva parlato ora che ci penso, ma nemmeno lei lo aveva mai visto di persona.
    Un... bambino?
    Rapide arrivarono le risposte dei due all'interrogativo di Enma, che tutto si aspettava tranne un bambino di 11 anni che metteva a ferro e fuoco la scuola attraverso le regole del comitato disciplinare, più che una leggenda doveva essere un vero mostro, un prodigio insomma.
    Appena attraversato il porticato già si vedeva l'interno della palestra, ma una volta dentro ci si rendeva davvero conto dell'enormità di quell'aula: gli soliti spalti, i soliti campi da calcetto, basket e pallavolo, ma insieme alla cattedra ed alle panchine vi era una porta che portava all'appendice esterna della palestra stessa, con tanto di campetto per la corsa e terreno per il lancio del disco.
    Gli era difficile trattenere lo stupore, uno spazio così grande non si vede tutti i giorni e vederlo al contempo così vuoto metteva una certa suggestione, sembrava come più grande.
    Ora capisco perché la usano come aula magna!
    Continuava a guardarsi intorno, con una certa fretta a causa del tempo limitato, ma questo non gli impedì di ispezionarla nel dettaglio: era molto ben tenuta, molto pulita, e le linee che delimitavano i vari campi sportivi non erano rovinate e semi-staccate come nella vecchia e sporca palestra del suo orfanotrofio... brutti ricordi, meglio non riportarli a galla.
    Dove... dove andiamo ora?
    Chiese il ragazzo continuando a guardarsi intorno, ancora non poteva capacitarsi dell'imponenza del luogo in cui si trovava.

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    Enma sembrava sorpreso dal fatto che Unzen fosse un bambino e sfido chiunque che non lo conosca a non rimanere anche lui sorpreso dopo una notizia del genere. Un undicenne che dirige l'organo che si occupa di mettere e ferro e fuoco i trasgressori delle regole scolastiche è una cosa alquanto singolare e credo che solo l'accademia Hakoniwa possa avere un simile vanto. Ovviamente non avevo notizie certe ma sembrava abbastanza ovvio che possedesse una anormalità di qualche tipo altrimenti sarebbe alquanto difficile fare quello che fa come lo fa. A quanto pare lui non indossava la divisa perché aveva avuto un imprevisto, forse l'aveva lasciata fuori ieri sera e aveva piovuto, ergo era fradicia e non poteva presentarsi così. Ad ogni modo finalmente arrivammo in palestra e anche lì Enma esibì tutto il suo stupore. Bene, missione compiuta! Ora dovevo pensare alla prossima tappa... Uhm... Non ero sicuro che portarlo lì subito sarebbe stata una cosa positiva ma se era uomo quanto me avrebbe voluto di sicuro conoscere la locazione di QUEL posto.
    Che ne dite del Maid Caffè? È un po' lontano ma è di sicuro il migliore bar della scuola... Ce ne sono altri, alcuni anche lungo la strada, te li mostro mentre andiamo.
    Non volevo partire subito, quanto meno dovevo aspettare la loro risposta, anche se a Goro sarebbe andato bene anche andare in una discarica. Quindi mi avviai soltanto verso l'uscita, cercando sempre di non allontanarmi troppo.

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    Dopo qualche momento passato a camminare in direzione della palestra, finalmente arrivarono a destinazione. Nel vedere l'interno dell'enorme edificio, Enma soppresse lo stupore dovuto alla descrizione di Unzen per fare spazio alla meraviglia.

    "Ora capisco perché la usano come aula magna!"

    Dopo essersi guardato intorno per un paio di volte, il nuovo arrivato fu subito pronto a partire in esplorazione di altre zone della scuola, ma, come prima, non sapeva dove andare. Goro non apprezzava abbastanza la scuola per sapergli consigliare un posto interessante da visitare...per non parlare del fatto che, almeno per lui, le cose interessanti si contavano sulle dita di una mano. Fortunatamente per Enma, Kuro non era così cupo, dunque suggerì lui un posto da visitare, uno che ormai Goro chiamava "Il punto di raccolta", perché in un modo o nell'altro, tutti gli anormali che aveva conosciuto sono stati li per una o più volte.

    "Che ne dite del Maid Caffè? È un po' lontano ma è di sicuro il migliore bar della scuola... Ce ne sono altri, alcuni anche lungo la strada, te li mostro mentre andiamo."

    Kuro si era già diretto verso l'uscita della palestra, senza allontanarsi troppo, così Goro iniziò a seguirlo.

    "Va bene, tanto, prima o poi, tutti vanno a farci un giro."

    Ora che ci pensava, al Maid avevano dei dolci, e neanche pochi...beh, dopo la scoperta di oggi, forse ne avrebbe preso qualcuno ogni tanto.






    Sorry per il ritardo asd
     
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