Coppie da sogno

Multipla chiusa

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    Narrazione Haiiro/Kasumi - Goro/Asako

    Haiiro Kugatsu
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    Haiiro aveva un problema. Il problema discendeva dal fatto che di recente aveva sviluppato una nuova anormalità dal nulla. O forse da un sogno, non era sicuro, visto che il sogno non se lo ricordava e dunque poteva anche non esserci mai stato, anche se lui sentiva che c'era stato, ma visto che non ricordava non poteva esserne sicuro, magari si era semplicemente sognato di aver avuto un sogno che non aveva avuto. In ogni caso aveva un problema, che non era la natura della nuova anormalità, né il fatto che non avesse idea di come si fosse formato. Il problema era che aveva un appuntamento con Kasumi.
    Ora, in sé avere un appuntamento non era un problema, anche se sollevava certe problematiche dell'ordine “Cosa mi metto? Dove la porto? E se poi non si diverte?” e simili. Nei fatti, aveva già avuto un appuntamento, pur improvvisato, il giorno stesso in cui si era dichiarato e un altro qualche giorno dopo (di questo secondo appuntamento forse scriverò, se mai troverò il tempo, la voglia e l'ispirazione, in futuro). Più il nugolo di incontri e visite che però non riteneva potessero rientrare nell'ambito degli “appuntamenti”. Ma come detto all'inizio, il problema discendeva dall'acquisto della sua nuova anormalità. In pratica aveva promesso a Kasumi un appuntamento per spiegarle con calma tutto quello che riguardava questa seconda anormalità. Il che, di nuovo, non sarebbe stato un problema di per sé – come non lo era l'appuntamento in sé – ma lo diventava nel momento in cui non aveva la minima idea di cosa significasse la sua anormalità, come si fosse formato e di cosa avrebbe comportato, ossia nel momento in cui non aveva nulla da dirle in proposito. Anzi, le aveva già detto tutto quello che sapeva (ossia cos'era la sua anormalità e che l'aveva acquisita dopo essersi svegliato da un sogno che non ricordava), ma a Kasumi, forse più per la circostanza e il modo in cui glielo aveva comunicato, non era andato bene. Quindi doveva pensare a cosa dirle, senza avere – e qui stava precisamente il problema – nulla da dirle.

    Stava cercando la soluzione da quando era giunto a scuola ed erano iniziate le lezioni (non credo che nessuno si scandalizzerà scoprendo che Haiiro, invece di ascoltare, pensasse ai fattacci suoi). Era quasi arrivato alla conclusione che in fondo quel problema non era davvero un problema e che si stava solo facendo dei pipponi mentali enormi e ingiustificati, quando suonò la campanella che segnalava l'intervallo e con essa arrivò – per chissà quale arzigogolato e oscuro percorso di assonanze mentali – l'idea per risolvere la situazione.

    “Goro! Lui è un esperto di anormalità, forse mi saprà dire qualcosa della mia – di certo di più di quel farmacista fasullo – in modo che io possa ridirlo a Kasumi. Male che vada, potrà farmi fare quella cosa al corpo che mi libera dal sonno, che male non fa.”
    Così deciso uscì dall'aula per cercare Goro. Non avendo la minima idea di come trovarlo – forse avrebbe dovuto chiedergli il numero di cellulare, sempre che un cellulare l'avesse – dovette chiedere agli studenti che incontrava per caso. Se i primi a cui chiese «Avete per caso visto uno studente che sembra l'incarnazione della tetritudine e dell'isolamento silenzioso?» si limitarono a guardarlo stralunato o a chiedergli se stesse scherzando, presto trovò un ragazzo che seppe dargli l'indicazione giusta (in questo l'aiutò l'aver aggiunto che indossava una felpa con cappuccio nera e con il disegno di uno scheletro).

    A quanto pare Goro passava l'intervallo sotto un albero. Haiiro ci si diresse e lo trovò proprio lì. Adorava le persone abitudinarie, si faceva sempre meno fatica a trovarle (per quanto riguardava se stesso, si considerava una persona semi-abitudinaria: non aveva orari fissi in cui si trovava in tal luogo o tal altro, ma fermandosi in un qualsiasi caffè delle vicinanze si aveva la certezza che aspettando un tempo x, lo si sarebbe trovato lì). Alzò la mano per salutarlo e segnalare che era lì – anche se si aspettava che Goro si fosse accorto di lui prima che lui si accorgesse di Goro – e gli andò vicino.

    «Ehilà Goro, da quanto tempo! L'ultima volta che ci siamo incontrati non abbiamo avuto modo di parlare molto, sai con tutta la battaglia che infuriava e il resto... Comunque come stai?
    Ah, avrei un problema che riguarda le anormalità, potresti aiutarmi?»

     
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    Goro Nishimura
    Goro stava lavorando su alcuni suoi campioni di sangue, voleva vedere come avrebbero reagito ad un'improvvisa dose di veleno...in realtà quello che provò a fare fu mettere una provetta del suo sangue in un beaker pieno di veleno, sangue ancora fresco, dunque con ancora attive le capacità di Evolution. La reazione fu immediata e rapida nel suo svolgimento. La sostanza iniziò a bollire e ad emettere fumo, ovviamente velenoso, ma per Goro non c'erano rischi, ma con la sua vista evoluta poté notare subito cosa stava succedendo dentro a quel contenitore. Il sangue era rimasto concentrato in una chiazza rossa al centro del veleno e, in reazione alla sua presenza, lo stava distruggendo a livello molecolare, una cosa incredibile, ma di breve durata. Quella piccola quantità di sangue riuscì a distruggere quasi metà di quel veleno, ma poi i resti di Evolution sparirono e con essi la resistenza al veleno che presto si mescolò con il sangue, facendolo sparire in quel colore verdastro.

    "Wow...non mi aspettavo una reazione del genere, o meglio, me l'aspettavo, ma non a questa velocità."

    Un Goro stupito era cosa rara e misteriosa, ma a volte si rivelava al mondo dei comuni mortali.

    "Ho finito di cronometrare il mio test."

    Anche Kuron, come lui, stava eseguendo lo stesso test sul suo sangue, ma sfortunatamente i suoi risultati non erano stupefacenti quanto i suoi.

    "Due secondi e trentadue, tu a quanto sei arrivato?"

    Si era quasi scordato di controllare il cronometro.

    "Quasi cinque secondi, quattro e novantasette, e in questo lasso di tempo il mio campione ha distrutto quasi metà del veleno nel beaker."

    Kuron non ci mise molto a rispondere con il suo risultato.

    "Approssimativamente un quarto del veleno, i test non mentono, la mia capacità di rigenerazione è il cinquanta percento della tua."

    Goro stava segnando tutto.

    "Non lo trovi strano? Sei il mio clone al 95%, com'è possibile che sia solo il cinquanta? C'è qualcosa che non quadra."

    Kuron stava riflettendo sulla stessa identica cosa, e presto arrivò alla conclusione, anche prima di Goro, ma questo era dovuto alla sua analisi più "fantasiosa".

    "E se fosse il DNA di Asako? Forse ha interagito con la tua parte di anormalità e sta ancora cercando di emergere."

    Era un'ipotesi che illuminò Goro quasi immediatamente.

    "Avrebbe senso...dobbiamo condurre altri esperimenti a riguardo, bisogna-"

    Ma venne subito interrotto da Kuron.

    "Farai tardi a scuola."

    Goro la guardò stranita, poi osservò l'ora e capì che non aveva tutti i torti.

    "Capisco, allora procederemo in futuro."

    I due si salutarono e Goro si diresse a scuola. Le ore passarono con estrema velocità, quasi come se non fossero state ore, ma semplici minuti, e presto arrivò la pausa che tutti aspettavano.

    "Ci vediamo dopo, sotto all'albero?"

    "Come sempre."

    Asako e Goro si salutarono e lui andò a rintanarsi, appunto, sotto all'albero dove stava sempre ad osservare gli altri, attendendo che Asako finisse di organizzarsi con le sue amiche per un giro in centro che volevano tanto fare.

    "Chissà che cosa ci sarà di tanto interessante da fare in centro..."

    E mentre lui si crucciava su questi quesiti, venne presto a visitarlo un volto conosciuto, Haiiro, l'anormale assonnato che aveva aiutato qualche tempo fa.

    "Ehilà Goro, da quanto tempo! L'ultima volta che ci siamo incontrati non abbiamo avuto modo di parlare molto, sai con tutta la battaglia che infuriava e il resto... Comunque come stai? Ah, avrei un problema che riguarda le anormalità, potresti aiutarmi?"

    Beh, più i giorni passavano, più le opportunità di osservare delle anormalità in via di sviluppo aumentavano.

    "Direi tutto bene, parlami del tuo problema."

    Aveva appena aiutato Enma con la sua anormalità, sentirsi subito chiamare a ripetere l'operazione era qualcosa di estasiante.
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    Haiiro Kugatsu
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    Come sempre Goro non si perdeva in convenevoli e andava dritto al punto. Haiiro per certi versi avrebbe dovuto imparare da lui. Solo che per lui era piuttosto difficile. Soprattutto se per cercare Goro non aveva preso il suo usuale caffè.

    «Sì, allora, riguardo al problema, c'è Kasumi che... no, aspetta, non è di questo che dovevo parlarti... sì, l'anormalità. Ho un'altra anormalità. Come te se non sbaglio. Te n'era venuta fuori un'altra, giusto? È successo anche a me, ma non so come. Cioè, non è che mi avessero rapito la ragazza o che...»
    Si fermò, muovendosi a disagio quando si accorse che forse non era il caso di ricordargli la cosa. Anche se era stato Goro stesso a dirglielo, quindi alla fine concluse che non era un problema averlo detto e riprese il filo del discorso.

    «È che, una mattina, poche mattine fa, mi sono svegliato e puff! avevo una seconda anormalità. Così, all'improvviso. Non è che mi fosse successo qualcosa di particolare i giorni scorsi. Cioè, sì, sono successe diverse cose, da scontri con anormali a viaggi nei sogni, ma niente che lo spiegasse.»
    Aveva accompagnato il suo “puff” con un gesto delle mani raccolte a palla che poi si aprivano verso l'esterno e aveva continuato a muovere le mani su e giù, senza però dare un significato preciso a quel gesticolare.

    «L'unica spiegazione è che abbia sognato la nuova anormalità e l'abbia fatta diventare reale al mio risveglio. Però non ricordo di aver sognato, o meglio... ho l'impressione di aver sognato, ma non ricordo il sogno. Quindi non so se è andata davvero così. Spero di no, perché se comincio a realizzare anormalità dai sogni poi non ne vengo più fuori e magari creo senza volerlo un'anormalità ancora più problematica del Dream Teller. Sarebbe un vero incubo...»
    E non solo per i motivi che aveva detto a Goro: gli era già stato rivelato che se davvero fosse in grado di materializzare anormalità dai sogni, la sua stessa vita e libertà sarebbero state a rischio.

    «Ah, però non è che la mia nuova anormalità mi crei problemi, per fortuna. Si chiama Shadow Yourself, mi permette di concretizzare e rendere solida la mia ombra.»
    Si guardò intorno: Goro aveva scelto un albero piuttosto isolato rispetto ai luoghi dove passavano gli studenti. Al momento sembrava non esserci nessuno nei paraggi oltre loro due. Sollevato, evocò l'Ombra. Quella comparve affianco a lui, fatta di un materiale scuro e informe che vorticava continuamente sulla sua superficie, dando però sempre la stessa sagoma. I tratti erano indistinti, ma la sua altezza era esattamente la stessa di Haiiro. L'Ombra alzò una mano a indicare se stessa.

    «Io.. chiamarmi.. Shero.» Disse con voce strascinata e gutturale, che usciva a fatica, usando una sintassi della frase elementare, come quella di un bambino. Shero fissò lo sguardo su Goro per qualche istante, poi prese a guardarsi attorno. Era la prima volta che Haiiro la evocava all'esterno di giorno. Non che non sapesse com'era il mondo di giorno, sapeva più o meno tutto quello che Haiiro sapeva, ma esserci di presenza era un'altra cosa.

    «Non parla ancora molto bene, come puoi sentire, ma per quanto riguarda movimenti e azioni può fare tutto quello che un essere umano riesce a fare. Uno normale dico. Inoltre... no, perché non provi tu a scoprire le sue caratteristiche da solo?»
    Si era ricordato di come Goro avesse capito gran parte della sua anormalità solo osservandolo (qualcosa che per lui era stato simile a uno spettacolo di magia) e voleva vedere se ci riusciva anche in quel caso, senza che gli dicesse nulla. Magari scovava cose che neanche lui sapeva.

    «Ah, se vuoi puoi colpirla, l'Ombra...»
    Shero si girò verso di lui. Nei suoi occhi appena abbozzati, poco più di due cavità sul volto, e nelle sensazioni che gli inviava, sentì un moto di rivolta. Haiiro immaginò che, anche se non provava dolore, non le piacesse essere colpita così, liberamente e senza possibilità di reagire. Il ragazzo distolse gli occhi da Shero, senza dire nulla. Sapeva che avrebbe comunque obbedito. Lo sapeva: in fondo era lui.
     
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    Goro Nishimura
    Haiiro iniziò a spiegare la sorgente del suo problema anormale, dandogli una notizia particolare: aveva una nuova anormalità.

    "Sì, allora, riguardo al problema, c'è Kasumi che... no, aspetta, non è di questo che dovevo parlarti... sì, l'anormalità. Ho un'altra anormalità. Come te se non sbaglio. Te n'era venuta fuori un'altra, giusto? È successo anche a me, ma non so come. Cioè, non è che mi avessero rapito la ragazza o che..."

    Si fermò quasi di scatto, mostrando disagio nel momento in cui si rese conto cos'aveva appena detto, ma Goro non sembrava disturbato, non poteva mica saltare addosso a chiunque citasse quegli avvenimenti, un conto era prendersene gioco, ma qui era una semplice citazione involontaria. Gli fece cenno di non preoccuparsi e continuò.

    "È che, una mattina, poche mattine fa, mi sono svegliato e puff! avevo una seconda anormalità. Così, all'improvviso. Non è che mi fosse successo qualcosa di particolare i giorni scorsi. Cioè, sì, sono successe diverse cose, da scontri con anormali a viaggi nei sogni, ma niente che lo spiegasse."

    Questo lo colpì abbastanza forte, come una mazzata sui denti.

    "Come dal nulla?"

    Era la prima volta che sentiva una cosa del genere, di solito le anormalità nascevano per una ragione, ma una possibile spiegazione gli venne fornita quasi subito dallo stesso Haiiro.

    "L'unica spiegazione è che abbia sognato la nuova anormalità e l'abbia fatta diventare reale al mio risveglio. Però non ricordo di aver sognato, o meglio... ho l'impressione di aver sognato, ma non ricordo il sogno. Quindi non so se è andata davvero così. Spero di no, perché se comincio a realizzare anormalità dai sogni poi non ne vengo più fuori e magari creo senza volerlo un'anormalità ancora più problematica del Dream Teller. Sarebbe un vero incubo..."

    Era una possibilità da non ignorare, ma in questo caso sorgeva spontanea una domanda.

    "Ma il tuo Dream Teller non è limitato a quando sei addormentato? Posso credere che duri anche un po' di tempo fuori dai tuoi sogni, ma questo vorrebbe dire che presto la tua anormalità finirebbe per svanire, o sbaglio?"

    Considerando quello che sapeva sulla sua anormalità, una supposizione del genere era quasi immediata. Presto gli concesse una prima analisi alla sua nuova capacità. Approfittando del fatto che non c'era quasi nessuno in giro, Haiiro evocò la propria ombra in forma solida e, con grande sorpresa di Goro, questa si presentò.

    "Io.. chiamarmi.. Shero."

    Era una voce abbastanza bassa e gutturale, e da come parlava sembrava essere anche una creatura dalla mente semplice, ma era comunque qualcosa di nuovo per lui.

    "Ho già visto anormalità simili di evocazione, ma questa è ben diversa."

    Dopo aver fissato Goro, Shero iniziò a guardarsi intorno come se fosse incuriosito dal mondo esterno, era quasi come vedere un bambino disorientato.

    "Non parla ancora molto bene, come puoi sentire, ma per quanto riguarda movimenti e azioni può fare tutto quello che un essere umano riesce a fare. Uno normale dico. Inoltre... no, perché non provi tu a scoprire le sue caratteristiche da solo?"

    Un test alle proprie capacità, erano queste le cose che davano uno sprizzo di vita a Goro.

    "Ah, se vuoi puoi colpirla, l'Ombra..."

    Non era proprio nei suoi piani, ma vedere la reazione di Shero a quella affermazione servì già a fargli capire qualche cosa.

    "Da come si sono guardati, uno potrebbe intuire la reazione negativa dell'ombra, ma la calma di Haiiro mi da quasi l'impressione che abbia percepito questa cosa...che siano collegati in qualche modo? Avrebbe senso, essendo la sua ombra."

    Goro continuò a pensare, girando attorno all'ombra, ma prima decise di rassicurarla, per così dire.

    "Non ti colpirò, tranquillo, non ho metodi così invasivi."

    Era la prima volta che parlava con un'anormalità, non contando Missing Link. Gli prese la mano per sentire la consistenza del suo corpo, era solido, ma dava l'impressione di non esserlo completamente, era assolutamente intrigante.

    "Con una consistenza del genere, non sarebbe strano pensare che possa cambiare forma in qualche modo, inoltre, dalla proposta fatta da Haiiro, immagino sia anche in grado di ricostituirsi e che non possa provare dolore."

    Agli occhi di Haiiro, Goro stava solo girando attorno a Shero osservandolo da capo a piedi, ma in realtà la sua testa stava facendo il lavoro di un computer.

    "Ho analizzato il possibile."

    Disse ad Haiiro, prima di fermarsi al suo fianco.

    "Immagino che tra voi due ci sia una specie di legame, si poteva intuire dal modo in cui vi siete guardati, inoltre ha una consistenza solida, ma lascia pensare che sia in grado di modificare e ricostituire il suo corpo, per non parlare dell'assenza del senso del dolore, nota che si poteva intuire dalla tua offerta di colpirla."

    Ed era vero, per quel che sapeva di Haiiro, non era una persona cattiva, dubitava fortemente che glielo avrebbe proposto, se avesse potuto provare dolore.

    "Di solito, anormalità di questo tipo hanno una specie di restrizione, come l'area d'effetto, le singole capacità o il raggio d'azione, immagino che valga lo stesso per te e Shero, sbaglio?"

    Non aveva visto altre evocazioni, ma tenendo conto dei piromanti che conosceva, dei poteri di Kuro e di quelli di Enma, poteva supporre che anche in questo caso potessero entrare in gioco alcune restrizioni, non sapeva quali, però.

    "Queste sono le mie ipotesi, dimmi tu se c'è dell'altro o se mi sono sbagliato."

    Goro viveva per questo, per analizzare le anormalità e scoprire tutto quello che c'era da scoprire, e Haiiro l'avrebbe capito subito.
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    Edited by CellO_o - 19/9/2016, 22:52
     
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    Haiiro Kugatsu
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    Goro, nonostante la sua usuale imperscrutabilità, sembrava bere le sue parole sull'anormalità, in qualche modo si capiva che quella era la sua passione. E come sempre era attendo: aveva subito individuato una possibile falla logica nell'ipotesi di Haiiro sulla creazione della seconda anormalità.

    «Mhm... in effetti hai ragione. Tutto quello che crea il mio Dream Teller ha un tempo, e quindi come mai... ah, ma ora che mi ricordo di recente ero riuscito a concretizzare un oggetto – un tavolo di bricolage – e questo non era scomparso. Anzi, non credo che lo farà. Forse vale lo stesso per l'Ombra?»
    Non aveva l'impressione che quella seconda anormalità sarebbe svanita come un sogno. Ma non aveva idea di quanto potesse valere la sua impressione.

    Intanto Goro aveva dato un'ulteriore prova delle sue capacità di analisi: nonostante agli occhi di Haiiro non avesse fatto altro che girare intorno all'Ombra, aveva indovinato sia il legame telepatico tra lei e Haiiro, sia la sua capacità di ricostruire il corpo e di non sentire dolore. E senza sezionare la sua Ombra – un certo qualcuno avrebbe dovuto imparare da Goro. Ma un paio di cose lo lasciavano perplesso.

    «Direi che ci hai imbroccato, anche se il corpo può solo ricomporlo, non modificarlo...»
    Appena lo disse, sentì un'emozione mutevole da parte dell'Ombra, che non riuscì a identificare. Si girò a guardare Shero e, mentre lo fissava, accadde qualcosa di strano. Vide quello che vedeva l'Ombra, ossia vide se stesso che guardava l'Ombra, continuando allo stesso tempo a vedere l'Ombra dal suo punto di vista. L'esperienza fu straniante e lo lasciò un attimo in preda alle vertigini.

    «Uff... è successo qualcosa di strano. Ho visto quello che vedeva l'Ombra. Non era mai successo prima, anche se come hai intuito siamo uniti da un qualche contatto telepatico. Inoltre... se è successo adesso, credo ci sia un perché... Volevi dirmi qualcosa, Shero?»
    Ma Shero non rispose. Haiiro era sicuro che fosse quello il caso, che l'Ombra gli avesse voluto comunicare qualcosa, ma non riusciva a decifrare cosa. E perché, se poteva parlare, non glielo diceva a voce? L'unica emozione che riusciva a sentire era qualcosa di simile, anche se molto meno intenso, rispetto al sentimento che l'Ombra aveva provato combattendo contro Shoichi. Il senso di un orgoglio che si ribellava alla situazione attuale.

    «Mah, non importa... Ti dovevo dire un'altra cosa, Goro, ma non ricordo … Ah, sì, giusto, riguardo alle restrizioni... ne abbiamo qualcuna, Shero?»
    Non sapeva di nulla del genere, non credeva ci fosse un limite di tempo, se non piuttosto alto: aveva mantenuto l'Ombra attiva per qualche ora quando era andato da Shoichi. L'Ombra tuttavia sembrava sapere qualcosa in più di Haiiro. E dire che era lui a evocarla.

    «Distanza... io sono ombra, devo stare vicina... a chi mi proietta.»
    «Davvero? Potevi dirmelo prima. E di quanto..? Ah, non lo sai. Allora facciamo così: tu, anzi io così non attiro attenzione, camminerò lontano da te e poi vediamo fino a quanto arriviamo. Ti va bene Goro?»
    Così deciso Haiiro incominciò a camminare in direzione della scuola. Arrivato a 100 metri (anche se lui non era sicuro di quanta distanza fosse), sentì come un tirare. L'Ombra, fino allora rimasta immobile accanto a Goro, fece un passo seguendo Haiiro. Il ragazzo fece un altro passo: Shero lo imitò. Le ordinò mentalmente di non muoversi e fece un altro passo. Il profilo dell'ombra si stirò, assottigliarsi, fino a svanire... e poi fece un passo in avanti e si ricompattò. Più di così non potevano separarsi, non senza che l'Ombra svanisse.

    «Sembra che hai indovinato anche questo: c'è davvero una restrizione sull'uso.»
    Disse Haiiro, ancora più ammirato per le capacità di Goro, una volta riavvicinatosi ai due.

    «Non mi sembra ci sia altro da dire... Ma hai per caso un'altra idea sulle possibili cause della creazione di questa anormalità? L'ipotesi che ti ho fatto prima non è mia, e anche se ha senso non ne sono del tutto convinto...»
    Adesso aveva diverse cose che poteva dire a Kasumi sull'Ombra e sul suo funzionamento, ma spiegarle l'origine dell'anormalità – o darle qualche ipotesi – l'avrebbe lasciata più soddisfatta, immaginava Haiiro.


    Anche se avrei sbloccato lo sviluppo che permette all'Ombra di modificarsi, visto che in game è passato poco tempo da che Haiiro ha acquisito l'anormalità ho fatto che ancora non ce l'avesse; in compenso gli ho fatto sbloccare il primo sviluppo nel momento in cui "vede doppio".
     
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    Goro Nishimura
    La prima ipotesi di Goro riguardo alla creazione dell'ombra tramite il Dream Teller aveva reso instabile la teoria di Haiiro.

    "Mhm... in effetti hai ragione. Tutto quello che crea il mio Dream Teller ha un tempo, e quindi come mai... ah, ma ora che mi ricordo di recente ero riuscito a concretizzare un oggetto – un tavolo di bricolage – e questo non era scomparso. Anzi, non credo che lo farà. Forse vale lo stesso per l'Ombra?"

    Aveva materializzato qualcosa di permanente? Questa era nuova, soprattutto per quello che sapeva Goro del suo minus, ma ora doveva concentrarsi sull'ombra, a dopo il Dream Teller.

    "Direi che ci hai imbroccato, anche se il corpo può solo ricomporlo, non modificarlo..."

    Piccolo errore di calcolo...aspetta.

    "Per ora, almeno."

    Il fatto che non potesse farlo ora, non le impediva di riuscirci in futuro, era questo il bello di anormalità e minus. Poco dopo, Haiiro sembrò avere le vertigini, cos'era successo?

    "Uff... è successo qualcosa di strano. Ho visto quello che vedeva l'Ombra. Non era mai successo prima, anche se come hai intuito siamo uniti da un qualche contatto telepatico. Inoltre... se è successo adesso, credo ci sia un perché... Volevi dirmi qualcosa, Shero?"

    Aveva visto attraverso gli occhi dell'ombra? Questo sì che era un legame empatico! Anzi, stava diventando qualcosa di più se riusciva a vedere attraverso i suoi occhi. Shero non rispose alle sue domande, chissà cosa voleva che vedesse...beh, poco importa, per ora. Dopo essersi ripreso, Haiiro chiese alla sua ombra se avevano qualche limitazione, e questa confermò la teoria di Goro, dicendo che la distanza tra Haiiro ed essa non doveva superare i cento metri.

    "Davvero? Potevi dirmelo prima. E di quanto..? Ah, non lo sai. Allora facciamo così: tu, anzi io così non attiro attenzione, camminerò lontano da te e poi vediamo fino a quanto arriviamo. Ti va bene Goro?"

    Goro acconsentì con un semplice cenno del capo e rimase ad osservare il comportamento dell'ombra a questo esperimento, tenendo anche d'occhio Haiiro. Dopo qualche tempo, l'ombra fece un passo, e poi un altro ancora, finché non decise di fermarsi, forse sotto ordine di Haiiro, e fu a quel punto che Goro vide il profilo di Shero assottigliarsi fino a svanire, per poi riapparire una volta fatto un passo in avanti. Al suo ritorno, il ragazzo confermò l'intuizione di Goro, sembrava pure ammirarlo per questo.

    "A giudicare dallo stato fisico di Haiiro e dal suo sonno arretrato, considerando il tempo che ci ha messo ad andare e tornare, non può aver percorso più di novanta, forse cento metri."

    Una piccola analisi che poi avrebbe subito detto all'amico.

    "Considerando il tuo stato fisico, il momento in cui Shero ha iniziato a muoversi e il tempo che hai impiegato, direi che ti sei allontanato per non più di cento metri al massimo, ti sembra possibile? "

    Fatta questa domanda, rimase in ascolto degli ultimi dubbi di Haiiro.

    "Non mi sembra ci sia altro da dire... Ma hai per caso un'altra idea sulle possibili cause della creazione di questa anormalità? L'ipotesi che ti ho fatto prima non è mia, e anche se ha senso non ne sono del tutto convinto..."

    Questa era davvero una bella domanda, non poteva indovinare le cause dell'apparizione di un'anormalità se nemmeno il suo utilizzatore ne sapeva niente, poteva solo tirar fuori qualche perla di filosofia.

    "L'unica cosa che mi viene in mente per ora è una cosa che direbbe Tatsuya: se un minus è l'ombra di un anormale, allora, visto che il tuo Dream Teller mi sembra un minus, è possibile che l'ombra vi faccia da controparte, anche se non capisco la sua tipologia."

    Erano parole da Tatsuya effettivamente, ma la parte riguardante la tipologia della sua ombra era tutta una confusione di Goro.

    "Ha le proprietà di un minus in quanto non si basa su nessun tuo talento specifico o capacità superiore, per quanto ne so di te, ma anche quelle di un'anormalità, visto che non ti causa alcun problema o, comunque, non penso derivi da dei traumi o degli eventi negativi nella tua vita...non lo dico spesso, ma sono confuso."

    Haiiro poteva dire di essere la seconda persona al mondo ad aver confuso Goro, e non era una cosa da niente, visto che il primo è stato Tatsuya con il suo viaggio inter-dimensionale...ancora adesso la cosa lo disturba.
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    «Mhm... dici che erano circa cento metri? Beh, a occhi e croce avrebbero potuto esserlo... metro più metro meno... insomma, non ne ho idea, ma mi fido della tua stima.»

    Sentì il discorso di Goro sulla sua anormalità: come Haiiro aveva esposto una teoria di un'altra persona, così Goro aveva provato a presentarla come parole di un altro. E non un altro qualsiasi, ma un altro che Haiiro conosceva, Tatsuya. Ma quella comune amicizia per Haiiro era secondaria in quel momento: era il discorso a interessarlo.

    «Una controparte... del mio Dream Teller? Non so, a me sembra che se l'Ombra è la controparte di qualcosa, lo sia di me. Ma in fondo il Dream Teller è parte di me, quindi... può andare?»
    Concluse con lo stesso tono incerto con cui aveva iniziato il discorso.

    Le successive parole di Goro sulla natura del suo Shadow Yourself sollevavano il problema se fosse un'anormalità o un minus. Ma sentendolo Haiiro scosse la testa con un'espressione stizzita. Se si parlava di lui, o anche della sua ombra, non riusciva ad attribuirsi nulla di straordinario e anormale, ma solo di negativo.

    «Credo che sia un minus. Cioè, sì, come dici tu non ha lati negativi come il Dream Teller, né ha dietro di sé un qualche dramma, ma...»
    Esitò per un po', cercando le ragioni logiche per giustificare quello che per lui era intuitivamente vero.
    «Beh, non fa nulla che possa essere considerato eccezionale, non ha poteri particolari o abilità uniche. Anzi, le sue capacità fisiche sono inferiori alle mie. Crea un'ombra di me, ma inferiore a me.»
    «Non inferiore... imperfetta. Io sono tua copia, imperfetta, d'ombra. Non copia speculare... ma rifrazione difforme»
    Haiiro guardò Shero, lievemente colto di sorpresa. Se era la sua ombra, una sua copia imperfetta, perché sembrava sapere cose che a lui sfuggivano? Perché parlava così di testa sua? E soprattutto, perché usava espressioni come “rifrazione difforme” che ad Haiiro non sarebbero mai venute in mente?

    «Scusa, quale sarebbe la differenza tra inferiore e imperfetta?»
    «Io non posso fare quello che tu puoi fare... ma posso fare quello che tu non puoi fare.»
    «Beh, in effetti se a me rompono la testa non posso rigenerarla e non sono instancabile... Altre cose che puoi fare che io non posso fare?»
    «Solo queste... Per ora, almeno.»
    Aveva usato le stesse parole di Goro,come si accorse irritato Haiiro. Perché tutti sembravano amare contestarlo?

    «Va beeeene. Alla fine ho scoperto nuove cose sull'Ombra e se persino tu, Goro, sei confuso sulla sua natura, non credo che io riuscirò a svelarla. Almeno, per ora.»
    In realtà non gli interessava così tanto risolvere il mistero della seconda anormalità: gli bastava sopravvivere all'appuntamento con Kasumi. Troppo pessimista? In effetti sì. Ora però si sentiva un pelo più ottimista: quello che poteva fare l'aveva fatto. Alzò la testa, cercando con lo sguardo la torre dell'orologio per vedere quanto tempo mancava all'intervallo e automaticamente fece il calcolo delle ore che lo separavano dall'appuntamento. Non sapeva se considerarle poche o tante...
     
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    Alla sua "Teoria alla Tatsuya", Haiiro rispose con una leggera modifica, ma alla fine, il concetto rimaneva quello.

    "Una controparte... del mio Dream Teller? Non so, a me sembra che se l'Ombra è la controparte di qualcosa, lo sia di me. Ma in fondo il Dream Teller è parte di me, quindi... può andare?"

    Era davvero qualcosa di particolare, quella sua anormalità, lo intrigava e lo confondeva allo stesso tempo.

    "Credo che sia un minus. Cioè, sì, come dici tu non ha lati negativi come il Dream Teller, né ha dietro di sé un qualche dramma, ma...Beh, non fa nulla che possa essere considerato eccezionale, non ha poteri particolari o abilità uniche. Anzi, le sue capacità fisiche sono inferiori alle mie. Crea un'ombra di me, ma inferiore a me."

    Ci mise un po' a spiegare il suo pensiero, forse era difficile esporlo o era il sonno arretrato a danneggiare il suo ragionamento, fatto sta che a sentir quelle parole, Shero si sentì obbligato a rispondere.

    "Non inferiore... imperfetta. Io sono tua copia, imperfetta, d'ombra. Non copia speculare... ma rifrazione difforme"

    Haiiro non fu l'unico a guardare Shero con un po' di sorpresa negli occhi.

    "Eppure prima sembrava avere un dizionario così limitato, non mi aspettavo parole così complesse...però il fatto che la sua anormalità sappia cose che lui non sa è incredibile."

    Il fatto, inoltre, che parlasse di propria volontà rendeva questa evocazione qualcosa di superiore ad altre sue simili. I due ingaggiarono una breve discussione sulla differenza tra inferiore e imperfetta, per poi concludere che Shero non sapeva fare altro, ma quel suo per ora suggeriva che fosse a conoscenza della sua possibilità di crescita e sviluppo, interessante.

    "Va beeeene. Alla fine ho scoperto nuove cose sull'Ombra e se persino tu, Goro, sei confuso sulla sua natura, non credo che io riuscirò a svelarla. Almeno, per ora."

    Vero, una natura particolarmente difficile quella di Shero, ma Goro aveva trovato pane per i suoi denti.

    "Sai, era molto tempo che non mi interessavo così tanto a qualcosa, come ormai avrai capito, io sono specializzato negli anormali."

    Mentre Goro diceva questo, era così concentrato da non badare al fatto che qualcuno stava per saltare giù dall'albero su di lui.

    "Yaaaah!"

    Era Asako...e aveva deciso di buttarsi sulle sue spalle sedendocisi sopra. Goro fece un passo in avanti per la spinta, ma fortunatamente per tutti e tre, lui era molto forte di natura.

    "Questa mi è nuova."

    Stava sorridendo, qualcosa di nuovo per Haiiro.

    "Ti ha salvato Evolution, e lo sai."

    "In realtà, no, sono solo abbastanza forte di natura."

    Asako ci rimase quasi male e scese dalle sue spalle, facendo attenzione alla gonna.

    "Ah! Che sbadata, io sono Asako Aoki, piacere."

    Fece il tipico inchino di presentazione.

    "Lei è la mia ragazza, è un'anormale come noi."

    Asako rimase sorpresa per un attimo, dunque era un altro anormale.

    "...Ma sono io o sei una calamita per quelli come noi?"

    Ridacchiò leggermente alla sua stessa battuta.

    "Non mi hai vista perché sono arrivata volando, come dice Goro, io sono un'aerocineta."

    Per dimostrare, fece partire una leggera folata di vento verso l'albero per far muovere le foglie, sembrava quasi naturale.

    "È anche molto brava nel controllo, riesce a far volare diverse persone con lei."

    Già, ed era pure stanca quando lo fece per la prima volta.

    "Comunque, ora che ci penso, prima avevi nominato una certa Kasumi dicendo che c'era un problema, o sbaglio?"

    L'arrivo di Asako gli aveva fatto tornare in mente quel piccolo particolare dimenticato.
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    «Ne avevo il sospetto, sai...?»
    Rispose Haiiro con una traccia di sorriso quando Goro si autodefinì uno specialista degli anormali. L'attimo successivo però la sua attenzione si spostò su una figura che, piombata letteralmente dal cielo, si buttò su Goro, prendendolo di sorpresa. Haiiro fece un passo indietro, già pronto al peggio, come un nuovo attacco di un anormale, che aveva mirato a un loro attimo di distrazione, e ora poteva contare sull'effetto sorpresa per passare all'offensiva... E invece no, era la ragazza di Goro e l'anormale stava sorridendo. Altro che un attacco a sorpresa, quello sì che era sorprendente!

    «Quindi anche tu sorridi quando sei con la tua ragazza...»
    Si lasciò scappare fuori Haiiro. Era sorpreso da quel suo inatteso lato, sollevato che anche Goro potesse fare qualcosa di così umano, ma sotto sotto un po' deluso che non fosse così imperscrutabile e alieno alle emozioni come sembrava.

    «Ah, piacere. Io sono Haiiro Kugatsu.» Prendendo d'esempio la ragazza si inchinò per presentarsi, in modo un po' rigido ma non goffo.
    «Piacere... Io mi chiamo Shero.» Anche l'Ombra, sempre al fianco di Haiiro, aveva voluto presentarsi, imitando l'inchino del ragazzo in modo goffo.
    Asako pareva una ragazza estroversa, faceva il giusto paio con uno come Goro. Fece una battuta sull'attirare gli anormali come una calamita ("Non sono l'unico, allora" pensò Haiiro) e diede una piccola dimostrazione del suo potere.

    «Oh... una aeroci... un'anormale che controlla i venti. Sembra un bel potere, uno che ti permette di volare liberamente... Io per ora mi limito a materializzare un'ombra che non mi dà molto ascolto e concretizzare sogni che mi impediscono di dormire la notte.»
    A fine discorso non riuscì a trattenere un certo risentimento e invidia nel suo tono. E dire che era partito con l'idea di fare una battuta sulla poca inutilità di Shero, contrapposto al potere di Asako. Invece l'ombra della sua prima anormalità era sempre lì a incupire i suoi pensieri. E Shero gli aveva anche dato un pugno sulla spalla, forse per distrarlo dai suoi pensieri o più probabilmente perché risentita di come l'aveva definita di fronte a Asako. Ma tanto il pugno era così debole che Haiiro neanche se ne lamentò. Quello che invece lo riscosse, fu la domanda di Goro.

    «Eh? Kasumi? Ne ho parlato? Non me lo ricordo.»
    E infatti non se lo ricordava, ma quel nome Goro da qualche parte lo doveva pur aver sentito. E non poteva pensare ad altri che l'avessero nominata a Goro, se non se stesso.

    «Comunque... non ho un problema con lei. Ho un appuntamento. Kasumi è la mia ragazza. Solo che... l'ultima volta che abbiamo parlato si è irritata con me. Più o meno. Andavo un po' di fretta e non abbiamo chiarito la questione. Quindi usciamo insieme per parlarne con tutta calma. Nulla di preoccupante quindi, anche se un po' preoccupato lo sono... Ah, la questione di cui dobbiamo parlare è questo affare della mia seconda anormalità. Per questo sono venuto per chiederti informazioni.»
     
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    Goro Nishimura
    Come era giusto che fosse, il sorriso di Goro prese alla sprovvista Haiiro, il quale l'aveva conosciuto solo come imperscrutabile analista di anormali.

    "Quindi anche tu sorridi quando sei con la tua ragazza..."

    Asako ridacchiò a quell'affermazione.

    "Così sembrerebbe."

    Disse lui guardandola. Lei, vedendo che anche l'ombra si presentò con Haiiro, sorrise curiosa, dopotutto non aveva mai visto un'anormalità del genere...beh, in realtà non ne aveva neanche viste così tante.

    "Oh... una aeroci... un'anormale che controlla i venti. Sembra un bel potere, uno che ti permette di volare liberamente... Io per ora mi limito a materializzare un'ombra che non mi dà molto ascolto e concretizzare sogni che mi impediscono di dormire la notte."

    Anche Asako si accorse del risentimento che lo stesso Haiiro si era lanciato addosso, lei non aveva mai visto un minus, oltre a Zeshin, non era abituata ad assistere alla loro naturale negatività, doveva essere difficile vivere con quel potere.

    "Beh, cerca di vederla dal lato positivo, non molti possono dire con sincerità di essere in grado a rendere i sogni realtà."

    Questo era il suo tentativo di fargli tornare il buonumore, ma non sapeva se avrebbe funzionato.

    "Anche io ho trovato qualche utilizzo positivo del mio minus, e ti ho parlato del Berserker."

    Intervenne Goro con un tentativo un po' più materiale di tirarlo su di morale, tipico di lui, del resto. Dopo aver nominato Kasumi, Haiiro sembrò andare momentaneamente in tilt, come se non se l'aspettasse.

    "Eh? Kasumi? Ne ho parlato? Non me lo ricordo."

    Certo che il sonno gli giocava brutti scherzi, non stavano parlando poi da così tanto.

    "Comunque... non ho un problema con lei. Ho un appuntamento. Kasumi è la mia ragazza. Solo che... l'ultima volta che abbiamo parlato si è irritata con me. Più o meno. Andavo un po' di fretta e non abbiamo chiarito la questione. Quindi usciamo insieme per parlarne con tutta calma. Nulla di preoccupante quindi, anche se un po' preoccupato lo sono... Ah, la questione di cui dobbiamo parlare è questo affare della mia seconda anormalità. Per questo sono venuto per chiederti informazioni."

    Questo spiegava la sua ricerca di Goro per la situazione, o meglio, aggiungeva un'altra motivazione valida alla lista. Comunque, prima ancora che Goro potesse fare domande, Asako intervenne.

    "Beh, se vuoi possiamo uscire con voi, sarebbe una bella occasione per conoscerci, inoltre potresti avere li Goro per eventuali altri dubbi, che ne dici?"

    Lui stava per dire qualcosa, ma si fermò...effettivamente, non era una brutta idea.

    "Non ha tutti i torti, soprattutto perché non sappiamo a che punto si trovi nel suo stadio di sviluppo. Potresti ottenere una nuova capacità da un momento all'altro, per quanto ne sappiamo."

    Non era sbagliato pensarla in questo modo, era difficile capire il ritmo di crescita delle anormalità, non era mai uguale per nessuno.
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    Haiiro Kugatsu
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    I tentativi di Asako e Goro di tirarlo su, nonostante le loro buone intenzioni, ottennero in cambio una smorfia da parte di Haiiro, che tentò di nasconderla posizionando la mano di fronte alla bocca, in una posa che voleva essere meditativa.
    “Era così evidente il mio malumore?” Pensò tra sé infastidito tanto dalla facilità con cui l'aveva mostrato, quanto dalla considerazione che aveva provocato negli altri due.
    Comunque il cambio di argomento scrollò via quelle sensazioni e la proposta di Asako colse di sorpresa Haiiro, ma in modo positivo.

    «Mi sembra una buona idea.»
    «Sicuro?»
    E figurarsi se l'Ombra non ci metteva il becco. Ma, dopo la prima ondata di fastidio per quel suo nuovo intervento, Haiiro ne capì le ragioni.
    «Uhm... dici che Kasumi potrebbe non essere d'accordo...?»
    Era un'opzione concreta. Haiiro pensò come arginare il problema. Ad esempio potevano simulare un incontro casuale e... no, appena ci pensò, Haiiro scartò con orrore quell'ipotesi. Kasumi gli aveva chiesto solo una cosa: essere chiaro. Lui poteva essere un minus, ma c'erano cose che non poteva, anzi non doveva, fare.
    «Glielo chiederò. Semplicemente. Avevamo programmato di trovarci oggi alle cinque al Parco Hijifu, davanti al caffè. Incontriamoci là. Se Kasumi è d'accordo, facciamo questa uscita a quattro, altrimenti... altrimenti vediamo.»
    Non era bravo a programmare, Haiiro. Ma almeno si era schiarito le idee.
    Visto che non mancava molto alla fine dell'intervallo, salutò Goro e Asako, non senza ascoltare loro eventuali suggerimenti o altro.
    «A dopo.»
    Fu il suo commiato. Mentre si dirigeva verso scuola, la sua Ombra svanì dal suo fianco per tornare sotto le sue scarpe, i contorni ben definiti sul suolo.

    ***



    Kasumi stava ultimando il suo quadro... o almeno cercava, perché non riusciva a concentrarsi. Aveva pensato che prima dell'appuntamento con Haiiro le avrebbe fatto bene dipingere, ma non sembrava quello il caso.
    “Chissà perché mi sento così... beh, in verità credo di saperlo.
    Ripensando all'ultimo incontro con Haiiro pensava di essere stata troppo brusca. Allo stesso tempo, pensava di aver avuto ragione a prendersela così. Questa sua contraddizione interna la interessava e, in altri momenti, ne avrebbe tratto ispirazione per un suo dipinto, ma in quel momento non ci riusciva. Anche perché c'era un'altra questione a distrarla. Non era solo Haiiro a dover spiegare qualcosa a Kasumi, anche lei doveva...
    «Posso...?»
    Sul vano della porta del club di arte c'era Haiiro. Kasumi non si aspettava una visita del ragazzo e perse un attimo il filo dei suoi pensieri, prima di riprendersi.
    «Scusate, oggi vado via prima.» Disse agli altri membri in quel momento presenti nel club.
    «Eh? Guarda che ti devo solo chiedere una cosa..»
    «È lo stesso comunque.»
    Prese le sue cose, uscì dal club. Nel corridoio poté rivolgersi al ragazzo in tutta calma.
    «Non sai che porta sfortuna vedere la ragazza con cui vuoi uscire prima dell'appuntamento?»
    «Davvero?»
    Kasumi si sforzò di mantenere un'espressione impassibile e di non sorridere.
    «Certo che no. Quello vale solo per i matrimoni e le spose. Cosa vuoi allora?» Chiese prima che Haiiro potesse reagire alla sua precedente affermazione. Sperava non fosse lì per chiederle di annullare l'appuntamento. Quello l'avrebbe fatta arrabbiare.
    «È per l'appuntamento di oggi – le labbra di Kasumi rimasero chiuse, ma i suoi occhi guardarono infuocati il ragazzo – volevo chiederti se, insomma, sarebbe possibile ...»
    «Sarebbe possibile... cosa?» La domanda le uscì dalla bocca dolce. Ma era apparenza. Dentro di sé sentiva turbinare altre emozioni. Si sarebbe arrabbiata con Haiiro se avesse rinunciato all'appuntamento, ne sarebbe stata delusa e poi, già lo presagiva senza poterlo cambiare, una volta che il ragazzo se ne fosse andato avrebbe dato la colpa a se stessa, per l'appuntamento, per il comportamento di Haiiro, per tutto.
    «Ecco... possiamo fare un'uscita a quattro? Cioè, ho incontrato un mio amico e la sua ragazza e... vorrebbero... avrebbero piacere a uscire per noi. Anche per, tipo, conoscerci meglio.»
    La richiesta era inaspettata, ma non era così male. Di certo meglio di quanto aveva temuto. Però appena Haiiro l'ebbe detta, un pensiero, un dubbio, venne automatico.
    «L'hai chiesto apposta, vero? Eri preoccupato e hai chiesto a questi due di venire anche loro.»
    «Eh? No! Cioè, gli ho parlato dell'appuntamento, ma sono stati loro a fare questa proposta. Io non ci avevo manco pensato.»
    Aveva senso, ma Kasumi non era del tutto soddisfatta.
    «Haiiro, io ti avevo chiesto un appuntamento perché noi due potessimo parlare insieme con calma...»
    «Ma possiamo parlare. Anche loro sono anormali, uno è un esperto di anormali e mi potrà aiutare a spiegarti la mia seconda anormalità, lo Shadow Yourself.»
    Kasumi sospirò. Quanto poteva essere tonto Haiiro? Non le interessava capire per filo e per segno tutte le caratteristiche di quel suo Shadow per bocca di un esperto, voleva sentire Haiiro che ne parlasse con lei, anche in modo confuso e approssimativo, purché personale. Ma visto che sembrava in buona fede, poteva fargliene una colpa?
    «D'accordo. Del resto anch'io ho qualcosa che non ti ho detto...»
    Il viso di Haiiro sembrò sgravarsi di un grosso peso e si fece più rilassato.
    «Perfetto! Allora... a dopo!»
    Si avvicinò a lei, esitò, poi vedendo che la ragazza non reagiva si fece indietro e se ne andò. Kasumi scosse la testa. Le cose, con lui, bisognava proprio sbattergliele in faccia.

    ***



    Già quindici minuti prima dell'appuntamento, Haiiro era lì. O meglio, l'appuntamento era di fronte al caffè del parco, mentre lui ci era dentro. Del resto, che ci si può aspettare da Haiiro? Aveva preso due caffè, prima uno freddo e dopo uno caldo. Finito di berli, si era messo a giocherellare coi bottoni della camicia bianca che indossava e a lanciare intorno occhiate annoiate, nell'attesa che passasse il tempo. Finché, stanco dell'attesa, ordinò un terzo caffè che si gustò lentamente. Finito anche quello pagò il conto e uscì. Mancavano ancora due o tre minuti all'appuntamento e sapeva che Kasumi tendeva ad arrivare con un po' di ritard...
    «Ciao Haiiro. Sapevo che eri là dentro.»
    Al fianco della porta del locale, pronta ad intercettarlo appena ne fosse uscito, c'era una sogghignante Kasumi. Come Haiiro, anche la ragazza indossava dei jeans, solo che quelli del Sognatore erano di un nero scuro, mentre i suoi di un blu chiaro. Aveva anche una maglietta senza maniche nera e sopra una giacchetta jeans leggera dello stesso colore dei pantaloni. Vedendo come l'aveva anticipato, Haiiro emise un gemito: come al solito lui non era capace di intuirne le intenzioni, mentre lei riusciva sempre a sorprenderlo.
    «Mi hai fatto prendere un colpo Kasumi, lo sai?»
    «Mmh... mi sarebbe piaciuto, ma non hai la faccia di uno che ha preso uno spavento... Ma dove sono i nostri compagni di uscita?»
    «Oh, credo che non sarà difficili trovarli.»
    C'erano diverse persone, studenti ma non solo, che passeggiavano per il parco e si fermavano là dal caffè. Ma uno come Goro si notava piuttosto facilmente tra la folla. Kasumi non conosceva nessuno dei due, quindi non poteva saperlo. Haiiro si guardò intorno, sicuro che fossero lì nei paraggi e che da un attimo all'altro li avrebbe individuati...
     
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    Goro Nishimura
    Ad Haiiro sembrò non fare effetto il loro tentativo di tirarlo su di morale, in compenso, almeno la proposta di uscire con lui e Kasumi sembrò piacergli, ma non convinse la sua ombra. Shero aveva posto un momentaneo blocco ad Haiiro: sarebbe andato bene a lei?

    "Glielo chiederò. Semplicemente. Avevamo programmato di trovarci oggi alle cinque al Parco Hijifu, davanti al caffè. Incontriamoci là. Se Kasumi è d'accordo, facciamo questa uscita a quattro, altrimenti... altrimenti vediamo."

    Goro e Asako si guardarono per un momento, dopodiché confermarono con un cenno del capo e lo salutarono, poiché ormai era arrivata la fine dell'intervallo, tra analisi e contro-analisi.

    "Dici che le andrà bene?"

    Una domanda che stava già preoccupando Asako, mentre i due tornavano dentro l'edificio.

    "Non te lo saprei dire, possiamo solo aspettare."

    E così, i due entrarono in classe e ripresero le loro lezioni fino alla fine, dopodiché, nel pomeriggio, avrebbero avuto il tempo di fare un po' di cose di per se, prima di andare all'appuntamento. Asako fece subito i compiti, dopodiché guardò un po' la televisione, mentre Goro continuò alcuni suoi esperimenti con l'aiuto di Kuron, così da terminarli più in fretta. Arrivate le quattro e mezza, Goro si preparò...ovvero si alzo dalla scrivania e andò ad avvertire Asako, lasciando che Kuron continuasse l'esperimento.

    "Sei pronta?"

    Asako non rispose subito, l'unica cosa che fece capire a Goro che era li e si stava preparando era il rumore che stava facendo mentre si preparava in fretta.

    "Quasi...prontAAAAAH!"

    E si udì un tonfo abbastanza rumoroso arrivare dalla stanza.

    "Sto bene, sto bene!"

    E finalmente uscì dalla stanza, vestita con un paio di jeans ed una maglietta verde, pronta ad andare al parco. I due si misero in cammino per raggiungere il luogo di incontro, quel posto lo conoscevano, c'erano già stati un paio di volte, dunque non ci misero troppo tempo.

    "Eccoli!"

    I due erano davanti all'entrata e...beh, erano molto diversi l'uno dall'altra, a vederli così, ma l'apparenza inganna, loro due lo sapevano anche troppo bene.

    "Eccoci! Piacere, sono Asako, e lui è Goro."

    Lui tirò solo fuori la mano destra dalla tasca in segno di saluto, dopodiché ve la rimise dentro.

    "Siamo pronti quando volete."

    Disse Goro, in attesa che i due facessero loro strada.
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    Haiiro & Kasumi

    Haiiro stava cercando la sagoma famigliare di Goro, ma fu prima Asako a individuare loro, richiamandoli. Kasumi si girò a guardarli, prima la ragazza vivace e poi il ragazzo vestito di nero al suo fianco. Capì perché Haiiro aveva detto che sarebbe stato facile individuarli: quel tipo con la felpa nera spiccava tra la gente e il suo atteggiamento aveva un qualcosa che gridava “anormale!” a tutta forza. La ragazza al suo fianco, stando alle parole di Haiiro, doveva essere un anormale, ma almeno come atteggiamento appariva molto più “normale”. Il loro era un accostamento curioso, come quello del Sognatore e di Kasumi. Lei apprezzò quel fatto.
    «Sono loro? Sembra che formeremo coppie simmetriche, nel nostro essere reciprocamente asimmetrici.» Mormorò Kasumi piano al ragazzo.
    Haiiro non capì quel commento, ma intanto si erano avvicinati ai due.

    «Piacere di conoscervi, Asako, Goro. Io sono Kasumi, come forse il mio ragazzo vi avrà già informato.»
    Fece un leggero inchino per presentarsi ai due. Quando voleva, sapeva essere perfettamente cortese. Haiiro non condivideva il suo savoir-faire.
    «Ehm, sì. Ciao di nuovo.»
    «Bene, che ne dite di fare una passeggiata per il parco? Tanto per camminare un po' e chiacchierare del più e del meno. Poi possiamo sederci da qualche parte e parlare con calma di quella questione.»
    «Già... parlarne davanti a un caffè, ad esempio.»
    Kasumi guardò il ragazzo con un sospiro.
    «Scommetto che te ne sei già scolati almeno due prima dell'appuntamento...»
    «Tre. E, tempo di camminare, il loro effetto sarà già finito.»
    Kasumi scosse la testa divertita e si rivolse a Goro e, soprattutto, ad Asako.
    «Questo è il mio ragazzo per voi. In ogni situazione viene prima il caffè, poi eventualmente io. Spero che tu te lo sia scelto migliore, cara...»
    Fece scorrere lo sguardo maliziosa prima su Asako e poi su Goro. Si chiese cosa trovasse la ragazza in quel tipo tanto insondabile. Si chiedeva anche cosa ci trovasse lei stessa in Haiiro, ma questa era un'altra faccenda.
    Haiiro intanto si limitò a far spallucce. Sapeva quando era il caso di replicare a Kasumi e quando no. O almeno, ci prendeva in una buona percentuale di volte.

    Si misero a camminare, Kasumi e Haiiro affiancati. A entrambi piaceva camminare per il parco, quel luogo sembrava avere qualcosa che li rasserenava. Inoltre era un luogo importante per i due.
    «Venite spesso al parco?» Chiese a Goro e Asako.
    «Io, oltre che per uscire insieme a questo qua...»
    «Guarda che ho un nome, lo sai?»
    «... ci vengo anche a cercare ispirazione per dipingere. Non tanto dal paesaggio, ma osservando le persone che ci passano.
    Ah, forse si sarà capito, ma la pittura è la mia passione e faccio parte del club d'arte. E voi? Fate parte di qualche club o avete interessi particolari?»

    «Goro si interessa di anormali.»
    «Anche lui ha una lingua, lo sai?»
    «Ah, la mia passione è il caffè...»
    «Ma va?»
    «...e Kasumi.»
    «Ugh... ti sembra il caso di dirlo?!»
    La ragazza distolse lo sguardo imbarazzata, mentre Haiiro gongolava soddisfatto. Riuscire a prevalere in una disputa verbale con lei lo metteva di buonumore. E Kasumi in realtà doveva essere tutto meno che scontenta, visto che estese la sua mano verso quella di Haiiro, nello stesso momento in cui Haiiro cercava la sua.


     
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    Goro Nishimura
    Avevano finalmente raggiunto la coppia al punto d'incontro, e Kasumi aveva subito risposto al loro saluto.

    "Piacere di conoscervi, Asako, Goro. Io sono Kasumi, come forse il mio ragazzo vi avrà già informato."

    Mentre Haiiro, rintronato dal sonno e, per quanto ne potesse sapere Goro, forse anche un po' impacciato in quelle situazioni, non sembrò così vivo.

    Kasumi: "Bene, che ne dite di fare una passeggiata per il parco? Tanto per camminare un po' e chiacchierare del più e del meno. Poi possiamo sederci da qualche parte e parlare con calma di quella questione."

    Haiiro: Già... parlarne davanti a un caffè, ad esempio.

    Kasumi: "Scommetto che te ne sei già scolati almeno due prima dell'appuntamento..."

    E alla risposta di Haiiro volta a correggere il numero ipotizzato da Kasumi, ad Asako scappò un risolino per il botta e risposta così particolare. Goro guardò i due e, anche se era molto che non assisteva ad un interazione tra quei due, Haiiro e Kasumi gli ricordavano un po' Tatsuya e Misaka...particolare.

    "Questo è il mio ragazzo per voi. In ogni situazione viene prima il caffè, poi eventualmente io. Spero che tu te lo sia scelto migliore, cara..."

    A quella domanda così particolare, Asako arrossì leggermente, mentre Goro, come sempre, era un tributo al ghiaccio e al gelo, anche se non era minimamente di cattivo umore.

    "B-Beh...ha dimostrato più volte che ho puntato la persona giusta."

    Arrossì ulteriormente nel dire quella frase, mentre Goro, capendo a quale serie di episodi si stesse riferendo, si limitò a sorriderle, permettendo ad Asako di diminuire il rossore.

    "Comunque, sì, camminiamo pure."

    Goro e Asako iniziarono a seguire la coppia nel parco, un luogo che, per la miseria, sembrava essere secondo solo al Maid per quanto riguardava gli eventi anormali.

    "Un giorno dovrò pur farla qualche ricerca..."

    Pensò tra se e se mentre seguiva, accompagnato da Asako, i due.

    "Venite spesso al parco? Io, oltre che per uscire insieme a questo qua ci vengo anche a cercare ispirazione per dipingere. Non tanto dal paesaggio, ma osservando le persone che ci passano. Ah, forse si sarà capito, ma la pittura è la mia passione e faccio parte del club d'arte. E voi? Fate parte di qualche club o avete interessi particolari?"

    Venne interrotta solo da Haiiro mentre componeva la frase, ma il poveretto venne bellamente ignorato dalla ragazza.

    "Io non vengo così spesso qui, se non con Goro."

    E li continuò lui.

    "Io ci vengo probabilmente più spesso di chiunque altro, specialmente quando non ho niente da fare, visto che di solito mi succede sempre qualcosa quando passo da queste parti."

    Mai cosa più vera fu detta, sembrava quasi che l'ambiente del parco amplificasse la capacità di Goro di attirare a se anormali e stranezze varie.

    "Confermo."

    Disse Asako con un risolino.

    "Comunque, complimenti per il tuo hobby, non tutti sono portati per l'arte. Io e Goro non facciamo parte di alcun club, ma sono sempre stata brava in atletica e danza, due passatempi che coltivo ancora adesso."

    Finito di parlare, guardò Goro per segnalargli che poteva parlare dei suoi hobby, ma prima che colse il segnale, Haiiro aveva già risposto per lui, in parte, ma la parte che Asako direbbe "più carina", venne in seguito a quella sua risposta.

    Haiiro: "Ah, la mia passione è il caffè..."
    Kasumi: "Ma va?"
    Haiiro: "...e Kasumi."
    Kasumi: "Ugh... ti sembra il caso di dirlo?!"

    Asako, nella sua mente emise un suono come di giocattolo per cani strizzato, mentre Goro si limitò ad assistere alla situazione come faceva sempre, ovvero quasi confuso.

    "Uhm...adesso sì che mi ricorda Misaka. Come la chiamava Tatsuya? Tsundere? Qualcosa del genere."

    Goro lasciò un momento di pausa per loro, poi riprese da dove aveva iniziato Haiiro.

    "Come ha detto Haiiro, io mi interesso di anormali come noi, principalmente per scoprire quanto possibile sulla nostra condizione e per interesse personale, devo dire."

    Si era reso conto solo di recente di quanto effettivamente gli piacesse studiare quelli come lui.

    "Non ho particolari altri hobby, ma conosco a memoria ogni argomento riguardante la biologia, anche branche della chimica e la genetica, inoltre, fornite abbastanza informazioni, posso analizzare praticamente qualunque cosa, per questo Haiiro mi era venuto a cercare."

    Ed ecco svelato l'arcano, anche se era quasi certo l'avesse già detto a Kasumi.

    "Non un hobby normale per Goro, come potete vedere."

    Sorrise scherzosamente mentre lo guardava, e lui fece spallucce, capendo il sarcasmo di Asako, e lei si avvicinò per dargli un bacio sulla guancia come "ricompensa" per aver capito lo scherzo.
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    Haiiro & Kasumi

    Asako, a quanto poteva vedere Kasumi, era una ragazza pronta al riso e allo scherzo, mentre Goro era all'apparenza più freddo – o forse non era granché abituato alle interazioni umane? – ma Kasumi aveva osservato piccoli segnali che ne dimostrava la partecipazione emotiva, come quel sorriso rivolto alla sua ragazza. Forse quel Goro, più che non provare emozioni, le provava in un ordine di grandezza minore, oppure non era abituato a esprimerle apertamente. In quel caso Kasumi poteva vedere un certo romanticismo nella loro storia: la ragazza che con la sua presenza, il suo riso e il suo amore tirava fuori le emozioni dal ragazzo precedentemente incapace di provare ed esprimere sentimenti.
    Da parte sua Haiiro manteneva il suo giudizio su Goro sostanzialmente invariato e confermava il pensiero che quella ragazza estroversa, Asako, fosse la persona giusta per lui.

    Riguardo la frequentazione del parco, Goro sembrava avere parecchi retroscena da raccontare: stando alle sue parole, confermate dalla sua ragazza, ogni volta che veniva là succedeva qualcosa. Kasumi si chiese se anche quella volta sarebbe successo, o se era la loro stessa uscita lì a rappresentare quel “qualcosa”.
    «Avvenimenti particolari qui nel parco? Vorrei che succedesse anche a me più spesso.»
    «Io invece vorrei fare meno incontri strani, non solo qua nel parco, ma in generale...»
    Disse sbuffando il ragazzo. Non che tutti quegli incontri gli dispiacessero, ma d'altra parte erano così stressanti... Accanto a lui, Kasumi si limitò a scuotere la testa sconsolata.

    Poi Asako parlò della sua passione, non senza complimentarsi con Kasumi. Lei, in cambio, le sorrise.
    «Che sia pittura o danza è una buona cosa avere qualcosa su cui focalizzarsi, un ambito che si possa sentire come proprio. Per questo fai bene a continuare ad allenarti.»
    Come sempre quando si parlava di arte Kasumi si addolciva: sembrava che quella fosse una delle poche cose capaci di lenire il suo animo e l'unico suo vanto. Haiiro, al suo fianco, non poté sopprimere un moto di invidia: lui non aveva neppure quello...

    Kasumi sorrise anche alla battuta di Asako sull'hobby di Goro, ma quando dalla ragazza il suo sguardo passo a Goro, il suo sorriso si fece più provocante, meno cortese e più “affilato”.
    «Haiiro mi aveva già accennato qualcosa. Quindi tu riusciresti ad analizzare “qualsiasi cosa”...»
    Haiiro alzò lo sguardo al cielo. Sapeva cosa comportasse quel tono: Kasumi aveva voglia di mettere alla prova Goro. Ma, se si trattava del ricercatore anormale, Kasumi avrebbe trovato pane per i suoi denti. Haiiro doveva per lo meno metterla in guardia, anche se temeva sarebbe stato come gettare benzina sul fuoco.
    «Goro è davvero eccezionale in questo. Ha capito la natura di entrambe le mie anormalità senza che gli dicessi nulla in pratica, solo osservandole. Chissà, potrebbe farlo anche con la tua...»
    E qui Haiiro si morse la lingua. Il potere di Kasumi non era esattamente piacevole e lei non amava che venisse fuori l'argomento. Chissà perché, Haiiro riusciva sempre a distruggere i buoni momenti con parole di troppo. Ma dalla faccia della ragazza non trapelava nulla e continuava a stringergli la mano.
    «Ho già fatto delle ricerche sul mio minus. Più tardi te ne... ve ne parlerò.»
    “Delle ricerche?” Haiiro si ricordava che già in passato avevano parlato dell'argomento, ma poi non ne avevano più discusso. Avrebbe voluto chiederle altro... ma era evidente dal suo atteggiamento e dalle sue parole che quello non era il momento giusto. Kasumi stava tenendo fede alle sue iniziali parole, quando aveva detto che passeggiando avrebbero solo discusso del più e del meno. Inoltre, era stranamente calma riguardo a quell'argomento, per lei sempre così delicato.
    Era strano, ma non così tanto da starci a perdere la testa sopra. Haiiro non era tipo da soffermarsi troppo su simili riflessioni e lasciò cadere quell'argomento senza ripensamenti.
    «Ah Goro, parlando di passioni... beh della mia passione, hai più assaggiato del caffè?»
    «Ecco! Cosa vi dicevo che io vengo sempre dopo il caffè nei suoi pensieri. Anche nella graduatoria delle sue passioni ero seconda...»
    «Ma...»
    Haiiro fermò la sua replica stizzita, vedendo come Kasumi fosse passata dallo scuotere la testa delusa al sorridergli beffarda. Come al solito si divertiva a prenderlo in giro. L'attimo dopo si stava di nuovo rivolgendo a Goro.
    «Beh, che uno come Haiiro ti abbia invitato a bere un caffè non mi sorprende. Probabilmente avrà anche cercato di far pagare a te...»
    «In realtà gli ho offerto io il caffè.» Ribatté seccato.
    «Davvero? Quel giorno doveva nevicare. Anzi, probabilmente è capitato qualcosa di ancora più straordinario: eri sveglio.»
    E qui Haiiro non poteva proprio ribattere. Quel giorno era davvero sveglio e il merito era proprio di Goro, da qui il suo gesto inconsueto di offrigli il caffè. Senza averne la minima idea e senza rendersene conto, Kasumi ci aveva azzeccato.
    «Però è strano che un liceale non abbia mai bevuto prima un caffè. O, facendo una battuta scontata, potrei dire che è anormale?»


     
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