Votes taken by Vanclau

  1. .
    Ehilà, bencenutissima! Io sono Vanclau, anche se qui tutti mi chiamano Gian (dal mio nome, Gianclaudio) u.u Non mi dilungo troppo nel presentarmi perché ci sarà tempo per conoscerci sul forum u.u

    Mi fa piacere che trovi il forum fantastico e spero ti troverai bene qui con noi ^
  2. .
    Narrazione privata di una side story che vedrà coinvolti i tre PG che attualmente ho sul forum divisa in più parti (tipo un mini racconto u.u) anche se al momento ho pronta solo la prima parte u.u Buona lettura!


    Parte Prima - Il Volantino Misterioso

    Akiko
    Tetsuya
    Eichi
    «Non capisco cosa si provi a correre dietro una palla» fu il commentò sconsolato della ragazza che aveva alzato gli occhi al cielo. «Che si tratta di essere in dieci o in ventidue, per me sarebbe inconcepibile provare a praticare sport simili.»
    Sakurai Tetsuya e Dazai Eichi si guardarono palesemente divertiti da quell’affermazione, interrompendo la loro sfida e raggiungendo la panchina sulla quale Kamiya Akiko stava seduta. Erano ormai trascorsi alcuni giorni da quando Tetsu si era ritrovato a trascorrere quelle piacevole giornate in compagnia dei due ragazzi, dividendosi tra lo studio e le spiegazioni sulle Anormalità, alle quali volle partecipare anche Dazai che si era messo in testa di voler essere il primo membro del non ancora fondato club di basket, arrivando anche a proporre ad Akiko di diventare la loro manager o qualcosa del genere.
    «Per caso pensi di essere in un qualche anime sul calcio?» era stato il commento divertito di Tetsu.
    «Beh, qualcosa di simile alle tecniche speciali c’è, quindi potrebbe funzionare!» La risposta di Dazai aveva spiazzato sia il quasi sempre composto Sakurai Tetsuya sia Kamiya Akiko, che tendeva ad avere sempre l’ultima parola.
    «Se non sbaglio tu pratichi kendo» disse Tetsu rivolgendosi alla ragazza che gli stava seduta alla sua sinistra.
    Akiko annuì. «So che in questa scuola c’è un club di kendo.»
    «E perché non ti ci sei iscritta?»
    La giovane Kamiya si guardo il palmo della mano destra. «La prima volta che ho utilizzato la mia Anormalità, la spada di luce è sprigionata contraria al mio volere, semplicemente perché mi trovavo in difficoltà.» Tornò a guardare Tetsu. «Il mio è uno sport di combattimento e per questo non posso rischiare che accada di nuovo, i momenti di difficoltà sono superiori e più pericolosi, nel mio caso, rispetto a discipline come il basket; inoltre la mia è un’Anormalità visibile, a differenza della tua, e se si attivasse per sbaglio non potrei nasconderla.»
    «Capisco.» Tetsu scosse la testa. «È un vero peccato tu non voglia praticare il kendo per questo motivo, allora.» A quelle parole fece seguire uno sguardo d’intesa con Dazai, il quale tirò fuori dalla borsa posata lì vicino un pezzo di carta.
    «Vorrà dire che questo volantino lo butteremo» disse l’amico appallottolando quel che aveva in mano e facendo come se volesse lanciarlo da lì fino al piccolo cestino rotondo distante qualche metro dalla panchina.
    Akiko, più veloce di quel che si potesse credere, scattò verso la mano di Dazai, il quale se ne accorse all’ultimo cambiando direzione del lancio e dirigendo la palla di carta verso Tetsu, che la prese al volo. «Credevo non ti interessasse il kendo» commentò con una scrollata di spalle proprio Tetsuya, restituendo la pallina di carta a Dazai con un lancio millimetri, senza che Akiko riuscisse a raggiungerla con il suo salto, complice la poca altezza.
    «Che cos’è?» chiese stizzita la ragazza, arrossendo dopo il salto per non essere arrivata fin dove Tetsu aveva lanciato l’oggetto.
    «Nulla che ti interessi, visto quel che hai detto prima, no?» Il divertimento di Tetsu era davvero malcelato.
    «Torneo di kendo tra una settimana, in palio un premio in denaro e un set professionale per il kendo.» Dazai aveva riaperto il volantino, iniziando a leggere a voce alta. «Vediamo quant’è il…» Improvvisamente il ragazzo si fermò, sgranando gli occhi sotto lo sguardo interrogativo di Tetsu. Neanche lui aveva ancora letto tutto il volantino, dopo averlo visto si era accordato con Dazai per darlo ad Akiko e non ci si era soffermato troppo a leggerlo. Il rivale di Tetsu iniziò a muovere le dita come se stesse contando qualcosa. «Ma quanti zeri sono?» fu il solo commento che riuscì a dire prima che Akiko, approfittandone, glielo strappasse dalle mani iniziando a leggerlo da cima a fondo, con Tetsu e Dazai che apparvero alle sue spalle ora incuriositi.
    Fu Dazai il primo a parlare. «Sapete cosa significa?» disse con un filo di voce. «Kamiya, devi partecipare! Diventeremo ricchi!»
    «Non ho mai visto un premio tanto alto per una competizione che non è neanche regionale…» Akiko sembrava la più sorpresa di tutti.
    «Allora hai deciso di partecipare?» Tetsu le posò una mano sulla spalla. «Hai già dimostrato di saper controllare la tua Anormalità, non accadrà niente.»
    «Posso chiederti una cosa, Dazai?» Akiko si voltò verso il più alto dei due ragazzi. «Perché “diventeremo ricchi”?» Gli occhi di Akiko sembrano più divertiti del solito. «Al massimo dovrei essere io a diventare ricca!»
    «Perché ti ricorderai dei cari amici che ti hanno trovato quel volantino» fu la risposta pronta di Dazai Eichi.
    «E da quando noi saremmo “cari amici”?» Lo sguardo della giovane si posò su Tetsu. «Al massimo potrei dividere 80/20 con Tetsuya, visto che mi sta insegnando quel che sa sulle Anormalità.»
    “Solo il venti percento?” pensò Tetsuya ironicamente, ma non formulò mai a parole quella frase, limitandosi a una scrollata di spalle. «Rassegnati, sembra che ormai abbia deciso» commentò con un sorriso verso l’amico.
    Dazai sembrava stesse per mettersi a piangere.

    «Sei davvero sicuro non succederà niente?» la domanda di Akiko arrivò più tardi di quanto Tetsuya avesse previsto. Rimasti soli, i due ragazzi si trovavano all’interno della palestra con il campo da basket, dove Akiko aveva deciso di allenarsi per il torneo. Ormai il sole stava tramontando e preso sarebbe sopraggiunta la notte. Akiko aveva deciso di allenarsi là per evitare di essere vista da qualche membro del club di kendo, ancora non era sicura di volerci entrare dopotutto e voleva evitare eventuali richieste del genere nonostante in cuor suo avrebbe voluto provare.
    «Di solito sei molto sicura di te, cosa ti sta succedendo?» Tetsu le si avvicinò prendendo un asciugamano e detergendosi il sudore dalla fronte. I due formavano una strana coppia, con lui in tenuta da basket e lei in tenuta da kendo.
    «Beh, tutto questo è un mondo completamente nuovo per me, credo sia normale avere qualche dubbio.»
    «Hai ragione, ma non per questo devi dubitare delle tue capacità. Anch’io ci capivo poco quando ho scoperto di possedere il mio Falcon Eye ma alla fine ci si abitua; il bello di noi esseri umani è la nostra adattabilità in fin dei conti!»
    Akiko fece un cenno di assenso con la testa. «Certo che il premio in denaro è veramente alto, mi chiedo chi abbia organizzato il torneo.»
    «Sul volantino non si faceva neanche riferimento a una qualche quota di iscrizione» ammise Tetsu pensieroso. «Come faranno a pagarlo?»
    «Non lo so, ma credo scopriremo tutto il giorno del torneo, ora è inutile stare a pensarci troppo e mi sono riposata abbastanza.»
    Akiko riprese il proprio shinai, pronta a fare di nuovo qualche esercizio, ma Tetsu la fermò. «Esercitandoti da sola non risolverai molto, hai bisogno di un avversario!»
    La ragazza era perplessa. «L’ultima volta che mi hai fatto da avversario ti ho battuto subito e non hai fatto una bella figura, dubito potresti essermi d’aiuto.»
    Tetsu sembrò imbarazzato. «Hai ragione ma volevo provare e ricordati che mi hai promesso di darmi qualche lezione!» Akiko annuì. «Comunque, credo tu debba davvero esercitarti con qualcuno per prepararti al meglio al torneo. Se ti trovo qualcuno con cui fare pratica mi fai un’altra promessa?»
    «Quale?»
    «Metterai da parte tutti i tuoi dubbi e ti iscriverai al club di kendo!»
    Akiko si costrinse ad annuire suscitando un sorriso compiaciuto sul volto dell’amico ma i due ignoravano ancora troppe cose sul torneo e nessuno poteva immaginare quel che sarebbe accaduto di lì a una settimana.
  3. .
    Nome: Kaori/Eiko
    Cognome: Kurosawa
    Sesso: Femmina
    Soprannome: Principessa - Tale soprannome le è stato dato come nomignolo inteso in senso dispregiativo per via del suo solito modo altezzoso di comportarsi, anche se i pochi che riescono a sopportarla la chiamano così intendendolo come un titolo onorifico.
    Età: 17
    Data di nascita: 23 Aprile (Kaori)/15 Maggio (Eiko)
    Segno: Toro
    Interessi: Passa intere ore a leggere e si diletta nella scrittura e nel praticare musica, in particolare adora suonare il pianoforte. Interesse particolarmente bizzarro, inoltre, è il suo collezionare occhiali da vista.
    Mentalità: Minus
    Classe: 10 - 2
    Club: //
    Occupazione: //
    Prestavolto: "Mash Kyrielight" di Fate/Grand Order

    INFORMAZIONI
    Kaori/Eiko Kurosawa
    Basterebbe descrivere una sola delle due sorlle per descrivere anche l'altra, nonostante non fossero gemelle infatti si assomigliavano molto sia nella corporatura che nei tratti del viso, con veramente poche differenze tra di loro, se non che Kaori era appena un paio di centimetri più bassa, sul metro e cinquanta, ma una differenza difficilmente notabile senza misurarla direttamente. Capelli corti di un particolare colore simile al rosa incorniciano un volto dalla carnagione molto chiara sul quale spiccano due grandi occhi dalle iridi viola; non ha problemi di vista seri, ma quando torna alla sua vera identità tende a mettersi gli occhiali che solitamente usava solo per leggere.
    ASPETTO
    Avendo finto per anni di essere Eiko, la personalità di Kaori si è talmente incasinata da non ricordare più chi sia la vera se stessa e ciò l'ha portata a una sorta di sdoppiamento dell'identià, fondendo in sé entrambi gli aspetti caratteriali, molto diversi tra loro. Come Eiko, quindi, si mostra nei panni di una ragazza carismatica, sicura di sé. estroversa e sprezzante, alle volte anche un poco altezzosa in quanto Eiko mostrava il proprio lato dolce solo alla sorellina. In queste vesti mostra anche una particolare intelligenza e prontezza di pensiero, oltre ad avere quasi sempre la risposta pronta.
    Molto diversa dalla sorella maggiore, Kaori è invece una ragazza timida e impacciata, facile all'imbarazzo che viene accentuato dalla carnagione pallida quando arrossisce. Certe volte sarebbe capace di non spiccicare parola se non viene esortata a farlo e spesso incespica anche solo nel parlare normalmente, così tanto che tende a mordersi la lingua fin troppo spesso. Odiava il lato altezzoso di Eiko e, non trattandosi il suo di un semplice sdoppiamento della personalità, tende a ricordare tutto quel che succede quando finge di essere la sorella finendo con il provare una profonda vergogna ogni volta.
    Punto in comune tra le due identità è la propensione, di tanto in tanto, a parlare allo specchio come se le due sorelle stiano conversando.
    CARATTERE

    BACKGROUND
    Kaori ed Eiko, due sorelle molto simili tra loro fisicamente ma così diverse nel carattere, una diversità palese sin da bambine. Nonostante si passassero solo circa un anno di differenza, infatti, la maggiore tra le due (Eiko) aveva sempre mostrato una personalità tanto estroversa e allegra quanto seria e determinata. Erede di un'importante famiglia giapponese, Eiko era stata istruita fin da subito in diversi istituti privati e dai migliori insegnanti, rivelandosi una studentessa eccellente mentre imparava anche quella che secondo gli esigenti genitori era anche l'etichetta che doveva mostrare in pubblico. Sotto gli insegnamenti del padre, però, pian piano il sentimento di oppressione iniziò a maturare in lei facendole chiudere sempre più il proprio cuore, rendendo il volto allegro mostrato in pubblico solo una maschera di quello che in realtà era il suo animo turbato. Dall'altra parte, Kaori poté crescere in quasi completa libertà nonostante il carattere timido e introverso, quasi completamente ignorata dai genitori che rivolgevano tutte le attenzioni alla sorella; eppure, nonostante non avesse la stessa oppressione patita dalla sorella, le mancava ciò che realmente sembrasse desiderare, l'amore della propria famiglia.
    Prima del compimento dei dieci anni di Eiko, le due sorelle erano sempre state affiatate con la maggiore che più volte si ritrovava a essere l'unica che sembrava interessata a prendersi cura della minore, ma le continue pressioni da parte della famiglia iniziarono a chiudere il cuore della bambina e a renderla più scostante e quasi intrattabile, facendo al contempo maturare in Kaori un sentimento di avversione nei suoi confronti e in quelli della famiglia, dalla quale non riceveva l'amore da lei desiderato.
    La scoperta della propria anormalità fu inizialmente un faro di speranza per Kaori, avere qualcosa che invece a Eiko mancava poteva finalmente darle le attenzioni volute ma ben presto si scoprì incapace a controllare il proprio potere aumentando il distacco con i genitori, in special modo con il padre, che sprezzante le disse quanto fosse inutile possedere qualcosa che non si sapeva controllare. D'altronde per l'uomo il controllo su ogni cosa, dal Gruppo Kurosawa che aveva ereditato alla propria famiglia, era sempre stato tutto.
    L'oscurità che aveva iniziato a far nascere nel proprio cuore crebbe per altri tre anni fino al raggiungimento del suo apice quando, ormai tredicenne, rimase figlia unica. Senza neanche accorgersene, negli anni successivi al tragico evento, avrebbe continuato a darsi perennemente la colpa della morte di Eiko pur non avendo avuto un ruolo in qualche modo attivo in quanto accadde. Alle volte le era però capitato di avere pensieri del genere "se mia sorella non fosse mai esistita" o "se Eiko sparisse e io fossi l'unica figlia dei Kurosawa", ipotesi che venivano immediatamente scacciate ogni volta che anche solo sfioravano la mente della piccola ma quando il tutto si tramutò in realtà iniziò il conflitto interiore nella mente di Kaori tra il senso di colpa e un sentimento non ben definito ma al quale in seguito avrebbe potuto attribuire il nome di sollievo. Già, poiché lei rimaneva l'unica erede della famiglia e finalmente avrebbe avuto le attenzioni tanto desiderate dei genitori. Lei non ha che vaghi ricordi del giorno del funerale di Eiko, ma pare che non abbia versato una singola lacrima per la sorella scomparsa. Le dinamiche dell'evento, poi, furono abbastanza semplici, un mero incidente d'auto che aveva coinvolto suo padre e la bambina, ma l'uomo se l'era cavata con ferite non troppo grave pur riportando una paralisi a una gamba che l'avrebbe costretto per sempre a camminare con l'ausilio di un bastone.
    Dalla scomparsa di Eiko, come Kaori aveva immaginato, tutte le attenzioni e le aspettative dei genitori ricaddero su di lei la quale smise di essere se stessa prendendo il posto della bambina defunta, idea avuta dal padre che nel Gruppo Kurosawa sapeva quanto tutti ammirassero Eiko e così ufficialmente a morire fu Kaori quel giorno. A oggi sulla tomba della bambina, infatti, compare il nome Kurosawa Kaori. Iniziando a fingere di essere Eiko, la piccola Kaori dovette in tempi da record apprendere tanto il modo di comportarsi quanto recuperare tutti gli studi arretrati fatti in quegli anni dalla sorella, lasciandosi alle spalle la timidezza e la riservatezza che da sempre l'avevano caratterizzata, finché la sua stessa identità non andò perduta convincendosi di essere la persona che stava interpretando finché non venne ammessa al Liceo Hakoniwa. Lo sdoppiamento della sua personalità divenne sempre più accentuato con il trascorrere degli anni arrivando a una netta divisione tra due differenti Kaori. La se stessa del passato, timida, introversa e impacciata e l'attuale Kaori che finge di essere Eiko, estroversa, senza peli sulla lingua, a volte sprezzante e un po' troppo altezzosa, proprio come stava diventando prima di venire a mancare.

    zeHlsP5
    EXP: 7
    Numero di poteri: 1
    Abilità: Nonostante abbia chiuso il proprio cuore e quando è Eiko si mostri piuttosto sprezzante e altezzosa, riesce a mantenere un forte carisma sia con la sola presenza sia con le sue parole. (BONUS: +3 all'animo)

    BATTLE DATA

    ~Demonic Armor (Biologica):~
    Una vera e propria armatura, che rende l'Anormalità di Kaori prettamente di tipo difensivo nonostante comprenda un incremento della forza fisica. La più grande particolarità del suo potere, però, è che pare abbia una volontà propria rimuovendo dalla ragazza ogni limite inconscio che si potrebbe essere posta autonomamente, sia di carattere morale sia fisico. È proprio ciò a rendere l'armatura pericolosa tanto per lei quanto per chi si trova sulla sua strada, poiché si tende a utilizzare una forza nei colpi superiore a quella che normalmente si utilizzerebbe, portando allo stremo il corpo e rischiando anche di autolesionarsi; dopo un certo periodo di tempo, variabile e che dipende in particolare dal numero di utilizzi consecutivi a breve distanza l'uno dall'altro ma anche dallo stato d'animo di Kaori, in generale comunque dopo circa una mezz'ora, il solo indossare l'armatura può causare enorme sofferenza fisica e psicologica, ma la stessa volontà di combattere dell'Anormalità impedisce a Kaori di fermarsi autonomamente se non ha un forte shock emotivo o se non esaurisce le proprie energie. Più tempo l'armatura riveste il suo corpo più è concreto il rischio che l'armatura si fonda con esso, aumentando di pari passo forza, velocità e dolore fisico e psicologico all'utilizzatore, esistendo anche il rischio concreto che prenda il sopravvento sostituendosi al corpo di Kaori e prendendo il sopravvento sulla sua mente.
    L'armatura può anche essere evocata in singoli pezzi (come ricoprendo solo un braccio o una gamba) e in tal caso mantiene tutte le particolarità positive e negative, ma solo la parte coperta potrebbe muoversi contro il volere della ragazza.
    ANORMALITA' 1°
    Sviluppi: Qui vanno inseriti, invece, gli sviluppi del potere che avete inserito qui sopra, specificando il numero degli stessi e anche quelli che avete già sbloccato e quelli che invece sono ancora da sbloccare.

    Coded by ¬SasoRi




    Forza: 51 S/E
    Velocità: 38 N/S
    Intelligenza: 38 N/S
    Riflessi: 38 N/S
    Resistenza: 51 S/E
    Animo: 19 N/B
    Mente: -5 Tenue (+2 punti intelligenza)

    Abilità Passive: //
    STATISTICHE
    CARTA FICTION
    Carta Demonic Armor: Kaori riveste la propria armatura con scariche elettriche ad altro voltaggio incrementando notevolmente la resistenza e potendo causare danni da ustione se viene toccata direttamente. Tale potere ha però un enorme problema, che cambia a seconda del momento in cui viene utilizzato: se prima della mezz'ora dall'attivazione dell'Anormalità, azzera il tempo necessario alla stessa per iniziare a causare dolore alla ragazza; dopo la mezz'ora potrebbe portare l'armatura a iniziare il processo di controllo del corpo di Kaori.

    Coded by ¬SasoRi


    Edited by Vanclau - 26/3/2020, 05:01
  4. .
    Prego, e per il QR ora che mi sono messo al pc posso aggiungerlo subito XD

    Eccolo qui:
  5. .

    Sakurai Tetsuya
    Abnormal - 17 anni - Scheda

    pG5W6t6
    Il suono della campanella segnò il termine dell’ultima ora in quella normale giornata di scuola, uguale a tante altre l’avevano preceduta. Il trasferimento nel Liceo Hakoniwa era andato meglio di quanto Tetsu stesso avrebbe potuto sperare, e non aveva impiegato troppo tempo ad ambientarsi in una struttura dove si potevano vedere tanti studenti normali quanti erano quelli dotati di particolari abilità come lui. Certo non riusciva a riconoscerli a prima vista, non lo aveva capito neanche con Enma e Fuuta, ma la sola consapevolezza di non essere l’unico “strano” bastava a farlo sentire meglio. Del resto gli era quasi preso un infarto nell’apprendere che le sue sorprendenti capacità di valutazione e quell’ampia vista che disponeva sin dalla nascita derivavano da una cosiddetta anormalità, e sapere di non essere unico era per Tetsu piuttosto rassicurante. Lui era fatto così, e forse a un occhio estraneo poteva apparire davvero strano, ma non gli era mai interessato essere “unico nel suo genere” o un fantomatico “prescelto”, il solo dotato di poteri, quindi non si poteva di certo lamentare.
    Appoggiandosi la borsa sui libri in spalla, uscì dall’aula limitandosi a brevi saluti ai suoi compagni di classe, prima di indirizzarsi verso l’uscita. Con l’apertura di un club di basket era ancora in alto mare, purtroppo, ma sapeva dall’inizio che non sarebbe stato facile, e Sakurai Tetsuya non era mai stato uno che si arrendeva facilmente, quindi gli bastava semplicemente pensare a qualche altro espediente per attirare possibili membri. Però quel particolare giorno non aveva davvero voglia di concentrarsi sull’apertura di un nuovo club, poiché era un giorno davvero speciale per il giovane diciassettenne, che sorrise nel tirare fuori da una sacca il pallone da basket, facendo qualche palleggio di riscaldamento.
    Quella era la giornata ideale per esercitarsi, non faceva eccessivamente caldo ma anche a maniche corte si stava bene, un leggero vento fresco soffiava da qualche minuto e il cielo era sgombro di nuvole, non si poteva chiedere regalo migliore per una giornata importante come quella, o almeno era quello che pensava in quel momento Tetsu mentre palleggiava. Se doveva essere completamente sincero, però, Tetsu non avrebbe voluto trascorrere quel giorno a scuola, ma anche se avesse saltato le lezioni (con i suoi voti se lo poteva permettere), sarebbe stato difficile andare dove veramente sarebbe voluto essere, poiché si parlava addirittura di un’altra città, quindi aveva dovuto mettersi il cuore in pace.
    «Buon compleanno, Misato» sussurrò, dopo aver fermato il palleggio, apprestandosi a un tiro verso un canestro immaginario. La palla lasciò le mani del giovane, facendo un perfetto arco nel cielo prima di cadere a terra e rotolare un paio di metri più avanti. Tetsu si stava già apprestando a raccoglierla, quando notò che era andata contro i piedi di qualcuno che sembrava lo stesse osservando.
    «Mi scusi» disse con tono mortificato prima di alzare lo sguardo e incrociare gli occhi di un ragazzo che doveva avere pressappoco la sua età. Qualsiasi altra parola venne in mente al liceale morì sul nascere quando vide il sorriso si chi gli stava davanti, e riuscì finalmente a vederlo bene in volto. Apparentemente sembrava un ragazzo come tanti, vestiva con una leggera camicia bianca, blue jeans e scarpe da basket azzurre, i capelli mori erano corti e possedeva un fisico atletico, oltre a essere alto almeno quindici centimetri più di Tetsu. Il nuovo arrivato si inchinò, raccogliendo il pallone e porgendolo al ragazzo, senza mai smettere di sorridere. «Ti piace ancora allenarti da solo, Sakurai?»
    «N-Non ci credo… Dazai!» Esclamò Tetsu prendendo il pallone con una faccia a metà strada tra lo stupore e la felicità.
    «In carne e ossa!» asserì lui muovendo il braccio per indicare se stesso all’altezza del petto con il pollice della mano destra.
    Dazai Eichi, diciotto anni, era considerato da tutti un prodigio del basket giovanile. Aveva portato la sua squadra alla vittoria durante il suo primo anno di liceo mostrando impareggiabili doti di pivot e di trascinatore, capace tanto di andare in schiacciata quanto di tirare da tre punti; carismatico e dotato di un’elevata forza di volontà, era sempre l’ultimo ad arrendersi sul campo di basket. L’unico difetto che Tetsu conosceva di quel ragazzo, era la sua inclinazione a non saper risolvere le dispute in maniera civile, fuori da un campo di basket. Durante le partite sapeva giocare lealmente e in anni di liceo i falli commessi da Dazai potevano essere contati sulle dita di una mano, ma fuori dal campo se lo si faceva arrabbiare l’unica lingua che conosceva era quella dei pugni. Alcuni avrebbero potuto trovarlo strano, ma Tetsuya immaginava fosse perché anche Dazai come lui amava il basket, e non gli piaceva quindi giocare scorretto. Sebbene le sue grandi doti, comunque, dall’anno successivo al trionfo dei campionati regionali della sua squadra, non riuscì mai a ripetersi per un solo motivo, una squadra mersa quasi dal nulla, la Shinkyo Academy guidata alla vittoria da un eccezionale playmaker chiamato Sakurai Tetsuya.
    Tetsu era senza parole, ritrovarsi Dazai davanti all’Hakoniwa era l’ultima cosa che avrebbe potuto immaginare, soprattutto nel giorno del compleanno di Misato. Quel giorno gli aveva riservato proprio uno strano scherzo del destino!
    «Quando mi hanno detto che ti saresti trasferito non riuscivo a crederci, affrontare la Shinkyo senza di te non sarebbe stata la stessa cosa» disse il ragazzo facendo qualche passo in avanti, fino a superare Tetsu, dandogli le spalle. Quest’ultimo non si voltò, continuando a fissare il pallone che ancora stringeva tra le mani con uno sguardo perso nei ricordi delle numerose partite che avevano disputato l’uno contro l’altro, così come le sfide fuori dalle competizioni ufficiali che Dazai gli aveva lanciato. Tetsu doveva essere sincero con se stesso, era arrivato fin lì sfoggiando un’abilità sovrannaturale che lo aiutava non poco in una partita di basket, e alcuni avrebbero potuto affermare che era stato piuttosto sleale, ma lo stesso Tetsu per buona parte della sua “carriera” non sapeva di possedere un’anormalità; c’era però da dire anche un’altra cosa, la motivazione dietro l’ammirazione e il rispetto che provava per Dazai come giocatore. Lo aveva detto lo stesso Sakurai a Enma e Fuuta, esisteva un 2% di possibilità che la sua capacità non gli permettesse di prevedere le azioni altrui, e Dazai Eichi incarnava quel punto debole alla perfezione: In anni di sfide e partite, mai una sola volta Tetsu era riuscito a prevederlo utilizzando la sua anormalità. Era il suo rivale naturale, agli occhi degli altri una persona normale con un grande talento, ma non secondo Tetsu, che per sconfiggerlo aveva più volte dovuto rinunciare alla sua abilità, sebbene questo non lo avesse mai detto a Dazai.
    «La tua abilità è sempre stata una spina nel fianco, anche se non posso biasimarti, visto che io stesso ti chiesi di utilizzarla contro di me.»
    Era un avvenimento di diversi anni prima, dopo la loro prima partita da avversari, e durante una sfida uno contro uno lanciata dallo stesso Dazai Eichi. Vedendo l’amore per il basket del ragazzo, Tetsu non aveva usato durante la partita la sua anormalità, ma Dazai aveva capito che mancava qualcosa rispetto agli altri incontri della Shinkyo e così, dopo la sconfitta subita dalla sua squadra in finale, costrinse Tetsu a dirgli tutta la verità.
    «Mi sono ripromesso che un giorno l’avrei sconfitta, ma so di essere ancora debole per riuscirci. Comunque mi sono traferito in questa scuola solo per avere l’occasione di riprovarci.»
    «A tanto ti sei spinto pur di superarmi, eh? Non credevo di contare così tanto per te.» Finalmente Tetsu si voltò, nel medesimo istante in cui lo fece anche Dazai, e i loro occhi si incrociarono. Lo sguardo del suo più grande rivale non era cambiato di una virgola, e la cosa lo rese per qualche strana ragione felice.
    «Sei il mio rivale, è ovvio che per me conti così tanto. Comunque, visto che ora non possiamo risolvere la faccenda sul campo da basket, che ne diresti delle vecchie maniere?» A quelle parole la mano di destra di Dazai si sollevò stretta a pugno, imitato subito dopo da Tetsu.
    «Direi che non ci sono problemi, ma non aspettarti sconti.»
    Qualche istante dopo i due pugni partirono contemporaneamente.

    «Ah, non ci credo! Non solo possiedi un abilità fenomenale ma hai anche una fortuna sfacciata!» si lamentò Dazai cingendo le mani dietro la testa, mentre i due ragazzi, rivali sul campo ma amici fuori, passeggiavano lungo la pista d’atletica. «Vada per la morra cinese, dove potresti aver intuito le mie intenzioni con la tua anormalità, ma non puoi aver vinto tre lanci di moneta su tre!»
    Tetsu rise a quelle parole, facendo di tanto in tanto qualche palleggio con la mano che non reggeva la borsa dei libri. «Cose che capitano, Dazai» commentò divertito, mentre vagava tra i ricordi del passato. Non era la prima volta che, dopo una partita, Tetsu e Dazai se ne andavano in giro come quel giorno, e a vederli ridere e scherzare nessuno avrebbe potuto intuire che erano rivali sul campo da basket; avrebbero anzi potuto dare l’impressione di due migliori amici.
    «Dunque tocca a me pagare da bere, oggi» disse Dazai guardando il portafoglio.
    «Da bere, eh? So bene consa intendi con “bere”, e ti ricordo che siamo ancora minorenni. Dubito qui troverai qualcuno disposto a venderti anche una sola bottiglia di birra.»
    «Beh, tentar non nuoce, no?»
    Mezz’ora dopo, i due ragazzi si ritrovarono seduti su una panchina, con Tetsu che beveva una semplice aranciata mentre un avvilito Dazai doveva sorbirsi il proverbiale “te l’avevo detto”, guardando la sua bevanda gassata quasi in lacrime. Quando sembrò essersi ripreso, lo sguardo tornò a essere serio mentre si rivolgeva all’amico. «Ehi Sakurai» disse come per attirare la sua attenzione.
    Tetsu si voltò guardandolo con fare interrogativo. «Come mai questo tono serio, ora?» chiese, guardando il braccio di Dazai che teneva la lattina sollevarsi.
    «Oggi ci siamo rincontrati, è quello che ho sempre desiderato da quando ti sei trasferito, ma non per questo si può dire che sia una giornata importante, vero? Non è il compleanno di quella tua amica di cui mi parlasti?»
    Tetsu annuì. Lui e Misato erano coetanei, ma lei era più piccola di qualche mese, e se fosse stata ancora viva avrebbe compiuto 17 anni.
    «Allora un brindisi è d’obbligo. A Misato.»
    «A Misato» ripeté Tetsu facendo impattare la sua latina contro quella di Dazai. E rimasero così, senza dire nient’altro, guardando davanti e pensando a quello che sarebbe potuto essere il loro futuro in quella scuola. Una rivalità nata dall’amicizia, o un’amicizia nata dalla rivalità, questo Tetsu non avrebbe saputo dirlo, ma era felice di aver rivisto Dazai. Era stato proprio uno strano scherzo del destino.

    Legenda: Narrato - «Parlato» - "Pensato"

    «La vita è come il basket... Il risultato può cambiare in una manciata di secondi»


    Code by -Vanish- Don't copy!


    Edited by Vanclau - 13/8/2017, 22:49
  6. .
    CONFERMA PRESTAVOLTO PROTAGONISTA/PERSONAGGIO
    Nome personaggio: Sakurai Tetsuya
    Prestavolto:Takagi Akito - Bakuman
    Scheda: Qui ^^
6 replies since 2/4/2015
.
Top