Votes given by .Micael.

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    Ciao bellissima gente, sono nuova qui... Sto dando uno sguardo a questo forum e mi sembra fantastico!
  2. .
    CITAZIONE
    SI SEGNALANO CONTENUTI R18

    Yuya Hayashi    
    Abnormal • Maschio • Link Scheda

    Prologue: Spotted



    Ci siamo trasferiti qui, all'Hakoniwa Academy da diverso tempo sicuri che avremmo trovato le due fuggiasche ed i loro genitori. Avevamo compiuto attente indagini, chiesto ad informatori eppure sembravano tutti scomparsi in una nuvola di fumo. Il che mi faceva incazzare come non mai: non è umanamente possibile sparire in questo modo, sopratutto senza l'ausilio di un'anormalità apposita ma nessuna delle due ne ha una ed il mio collega non possiede un potere che permetta il rilevamento di ciò che dobbiamo trivare. Stiamo cercando un ago in un pagliaio, il pelo nell'uomo ma sia io che lui non ci siamo mai arresi e continueremo a cercare.

    "Ma hai saputo che un'altra ragazza della sezione cinque è sparita?"
    "Sì, ultimamente stanno sparendo un sacco di ragazze. Questa cosa mi sta mettendo i brividi."

    Il mio sguardo si posò immediatamente su alcune mie compagne di classe, stavano discutendo di alcuni fatti preoccupanti: la sparizione di alcune studentesse. Queste scomparse erano davvero preoccupanti, ma nulla che avesse a che fare con quello che dovevo fare io con il mio caro amico. A proposito, fu proprio in quel momento che lui entrò all'interno della classe: aveva uno sguardo serio, sembrava che qualcosa lo avesse scosso.

    "Ehi, Aniki. Va tutto bene?"
    "Secondo te?"

    Potevo percepire perfettamente dell'astio nelle sue parole, era chiaro come il sole che non fosse particolarmente di buon umore e la sua espressione era torva. Il mio Aniki (così ormai ho preso a chiamarlo) è una persona che dice le cose solo a metà, alle volte nemmeno le dice e tende ad essere piuttosto criptico ma lo capisco visto che è molto popolare tra le ragazze, dunque deve cercare di avere un certo riserbo per quanto riguarda la divulgazione delle informazioni.

    "Non lo so, forse dovresti dirmelo tu."
    "Le ho trovate. Sia lei che la sorella. Le avevo sotto il naso per tutto questo tempo, sono un fottutissimo coglione."

    Andò dritto al punto, senza perdersi in inutili convenevoli il che mi sorprese più del dovuto. Significava che la nostra missione era praticamente compiuta, tuttavia non potevo capire a chi si stesse riferendo in particolare: sono molte le studentesse che gli vanno dietroo, dunque chi sono queste misteriose ragazze che ci erano sfuggite per così tanto tempo?

    "Vieni con me."

    Mi fu chiaro che la situazione era seria, anzi serissima e che presto avremmo dovuto affrontare le due fuggiasche.
    Non le conoscevo bene, le avevo viste soltanto una volta prima dell'incidente: una delle due era bionda e dai profondi occhi cerulei, mentre la seconda aveva i capelli neri e gli occhi rossi. Erano due sorelle molto diverse, ma entrambe si volevano molto bene da quel poco che avevo visto.
    Aniki mi portò sul tetto, dove potemmo discutere con tutta tranquillità delle informazioni in nostro possesso.

    "Dunque, chi sono le due ragazze di cui mi hai parlato?"

    Lo vidi appoggiarsi con la schiena alla recinzione del tetto, poi sospirò infastidito.

    "Ayane e Miki Oishiro."

    Lo guardai allibito.
    Era sicuro di quello che diceva?
    Le sorelline maid al cafè della scuola?

    "Questo potrebbe essere un problema."
    "Ovvio! Tetsuya Kamishiro tiene particolarmente alle sue ragazze. Tentare di attaccarle sarebbe uno sbaglio enorme, in questa scuola lui ha molto potere e lui stesso con la sua anormalità ci darebbe un mucchio di problemi."
    "Cosa centrano con le ragazze scomparse?"

    Aniki mi fece vedere una lettera, era stata scritta su una carta profumata rosa quando la aprii mi mostrò il contenuto: una confessione d'amore di una certa Rika, scritta in bella grafia.

    "Ancora non capisco il nesso logico..."
    "Come sai, ricevo in continuazione lettere del genere. Ho dato una controllata alle ultime che ho ricevuto e combaciano con i nomi di alcune ragazze che recentemente sono scomparse. In questi ultimi mesi ho ricevuto diverse attenzioni da parte di Ayane, inizialmente pensavo che fosse un'altra delle solite ragazze sotto l'influenza della mia anormalità, ma poi ho capito che non era così. E' lei Yuya.
    Sono riuscito a far esplodere le sue emozioni nel momento in cui ci siamo incontrati, ma poiché il sigillo che le è stato imposto le ha fatto dimenticare come essere un comune essere umano, il piacere di avermi incontrato è stato come una droga per lei e quindi... La piccola pecorella smarrita si è trasformata in un lupo, uccidendo chiunque cercasse di portarmi via da lei."

    "E hai prove a sostegno della tua tesi? Sai che è stata veramente lei?"

    Vidi la sua espressione contorcersi in un sorriso malato finché non scoppiò in una fragorosa risata.

    "AHAHAHAAH! L'ho vista ammazzare chi ha scritto quella lettera, avevo notato una strana coincidenza con le ragazze che scomparivano ed il fatto che fossero tutte innamorate di me. Ho pedinato Rika Komatsu, grazie alla mia seconda anormalità sono riuscito a mantenermi nascosto ma ho potuto ammirare la brutalità di Ayane Oishiro al suo massimo splendore. Quanto vorrei che invece di essere una ragazzina timida ed impacciata in mia presenza, lei fosse come quando uccide una sua rivale: libera, senza freni e assetata di sangue.
    Bellissima nella sua furia cieca.
    Bellissima nella sua ossessione per me.
    Se fosse sempre così penso che l'avrei scopata ed ingravidata sette volte.
    Triste che lei sia la punta di diamante del Progetto Quantum... Ma voglio che mi odi, voglio che mi punti contro una delle sue affilate lame e che cerchi di uccidermi.
    Desidero assolutamente quel brivido."


    Sospirai: Daichi Nakura sapeva essere una persona terribilmente controversa, maniacale e folle, al punto da spaventare anche me, tuttavia avevo imparato a capirlo, ad apprezzarlo e a volergli molto bene. Siamo praticamente fratelli io e lui, ci sosteniamo a vicenda sopratutto in questa disastrosa situazione.

    "Potresti essere un po' meno volgare quando parli di donne..."

    In effetti non era una cosa particolarmente elegante, specialmente detta da lui che veniva considerato perfetto, alla stregua di un principe imperiale.

    "Tu non puoi capire, Aniki. Fremo al pensiero di essere riuscito involontariamente a creare una donna del genere, un essere che vive solo per me. Non si tratta solo di romanticismo, ma di follia nella sua massima espressione. Voglio toccarla, voglio baciarla, voglio percepirla, voglio che cerchi di uccidermi."

    "E come pensi di farla uscire allo scoperto? E Miki?"

    "Miki Oishiro è immune alla mia anormalità perché possiede un'anormalità opposta alla mia, per questo sono riuscito a rintracciarla. Per quanto riguarda il far uscire Ayane allo scoperto beh... Credo che una persona ossessionata da me non si farà scappare l'occasione di un'uscita da soli. Yuya, ho comunque bisogno del tuo aiuto. Ora più che mai la coordinazione è fondamentale."

    Feci cenno di sì con la testa, finalmente avremmo affrontato coloro che sono fuggite dal laboratorio ed hanno impedito che l'umanità conoscesse il progetto Quantum. Ho sempre pensato che quello per cui i miei genitori hanno lavorato fosse giusto, implementare ragazzi con le anormalità all'interno dell'esercito è una cosa controversa ma se sfruttato bene potrebbe permettere a moltissime persone di vivere più serene, di tagliare i costi militari e ridistribuirli nella sanità oppure implementare noi ragazzi speciali in forze speciali più piccole come reparti di medicina o pompieri.
    Avevamo in mano il futuro e loro hanno deciso di distruggerlo.
    Non posso perdonarle.

    Coded by ¬SasoRi


    Edited by Yuna ~ - 30/3/2020, 16:20
  3. .
    wXGLPEf
    Enma

    Salve, sono Koumori Emna. Forse vi ricorderete di me per film di successo come "L'Urlo di Munch Terrorizza anche l'Occidente", oppure "Colpo Grosso al Pesce Rosso". O forse non vi ricordate di me per questo ma per storielle stupide sul fatto che sono talmente sfortunato che se passo sotto una scala questa mi crolla addosso insieme al vaso con cactus che qualcuno aveva sbadatamente appoggiato lì sopra mentre si allacciava le scarpe.
    Ha senso? Probabilmente no, ma è per questo che fa ridere -voi-, e comunque immagino che avreste dovuto essere lì per verificarne la realtà.
    Ma vi starete chiedendo: perché questa presentazione? Beh, diciamo che ogni tanto fa bene rivangare nel doloroso passato fatto di scale di legno e aghi vegetali – e non è affatto perché è da circa un anno che non mi mostro e ho paura di essere dimenticato.
    Dopo questo preambolo decisamente inutile, direi che possiamo cominciare.


    * * *




    "Che stai facendo?". Una voce familiare mi chiamava dall'altro capo della stanza: era Fuuta, che appena svegliata stava appoggiata sullo stipite della porta, osservando, tra uno sbadiglio e l'altro, suo fratello mentre armeggiava con il computer.
    "Sto cancellando commenti di flame sotto al video che ho appena pubblicato. Hater, hater, hater, spam, hater, flamer, hater...", l'elenco continuava insieme alla raffica di click su "seleziona commento" ed "elimina". "Sembrava divertente vedere un piccolo beagle che suona la batteria, capisco che ad alcuni possa non piacere ma molti di questi commenti sono contro il riscaldamento globale, contro quelli che vanno contro il riscaldamento globale, contro i vaccini, contro chi va contro i vaccini, contro chi crede che la terra sia piatta e contro chi va contro chi crede che la terra sia piatta, e infine contro i vegani. Uh, strano come nessuno vada contro di questi."
    Fuuta pareva più confusa di prima. Si strofinò gli occhi con la manica della camicia da notte, un pigiama rosa a righe fucsia che le regalai qualche anno fa e che le va ancora bene, anche se ora deve allentare un bottone all'altezza del petto... "... e devi farlo proprio alle sette del mattino?".
    "Non è mai troppo presto per dispensare giustizia. E poi o mi sveglio presto per questo oppure aspetto te che mi svegli con il solito secchio di acqua gelida", lei rise tentando di nasconderlo, ma in fondo so che deve avere una vena sadica da qualche parte e che le piace svegliarmi in quel modo.
    "Mi riferivo al fatto che oggi è il giorno in cui dobbiamo andare a trovare la mamma a Shibuya. Credevo che fossi sveglio e vestito per il treno".
    A sentire quelle parole mi si gelò il sangue nelle vene. Sollevai lentamente le mani tremanti dalla tastiera per poi portarmele alla nuca abbassando il capo, mentre con gli occhi sbarrati ed un'espressione di terrore fissavo lo spazio vuoto fra la scrivania e il monitor.
    "Io... io mi sono dimenticato dove ho messo il biglietto... ieri... e poi mi sono dimenticato di ricomprarlo...".
    Lei rimase interdetta per qualche secondo, e dopo che il sonno le permise di processare quanto le avevo appena detto roteò gli occhi e si mise una mano sul – fece un facepalm, ecco. Non esiste una traduzione nella nostra lingua che non sia un'orribile perifrasi.
    "Non ho parole. Sei sicuro che non ci sia nella giacca? O nella tasca dei pantaloni?". Feci cenno di sì col capo. "Io adesso mi vesto, il mio treno è alle dodici, credo ce ne sia solo un altro nel pomeriggio dopo di questo, ma potrebbe anche essere l'unico, quindi è meglio se ti sbrighi a comprare il nuovo biglietto."
    Annuii, e lei si diresse verso il bagno.
    Lo avrei comprato volentieri online, se solo avessi avuto una carta di credito. Sarei voluto uscire immediatamente di casa, correre fino alla stazione, comprare il biglietto e tenermelo stretto finché non fosse arrivato il controllore. Purtroppo però per arrivare velocemente in stazione bisogna prendere un autobus, che passa solo una volta ogni ora dalle nove.
    Rimasi così per due ore in casa, in preda all'angoscia e all'impazienza. Vi risparmio le due ore di agonia perché sarebbe solo una catena di lamentele da parte mia.
    Invece, due ore dopo uscimmo entrambi di casa, diretti proprio alla fermata dell'autobus.
    "Almeno questo biglietto ce l'hai?". Annuii in silenzio,osservando il pezzo di carta che tenevo in mano. "Ancora non capisco come tu abbia fatto a dimenticare il biglietto del treno".
    "Beh, vedi... non è che l'ho proprio dimenticato...", risposi io, ora rosso dall'imbarazzo. "È solo successo che me lo ha mangiato il cane...".
    "Noi non abbiamo un cane", rispose lei immediatamente. "Intendevo dire UN cane... stavo tornando a casa col biglietto in mano, quando sono scivolato su una buccia di banana e una folata di vento lo ha fatto arrivare in un giardino, proprio nella scodella di cibo di un dobermann, e... L'importante è che adesso arriviamo in stazione dove potrò prenderne un altro, no?".
    Lei si mise a ridere, sicuramente per l'assurdità della situazione, e ciò risollevò un po' l'imbarazzo di quel momento. "Sto per dire una cosa molto banale visto da quanto ci conosciamo, ma certo che con te non ci si annoia proprio mai". Era una cosa tanto banale quanto vera... per chi la vede da fuori. Non credo che nessuno si sia mai chiesto come potesse essere me invece che quanto fosse divertente vedere uno scivolare su una buccia di banana fuori da un teatro.
    Rimanemmo ad aspettare per una ventina di minuti, ma dell'autobus nessuna traccia. Si erano fatte ormai le dieci prima che notassi che la fermata era chiusa per sciopero. "Dannati sindacalisti! Fuuta, siamo in ritardo!". La presi per il polso e cominciai a correre per l'unica strada che sapevo ci avrebbe portato lì, che però avrebbe allungato la strada di un'ora o poco più.
    Prendemmo la prima a sinistra, dritti per un po', poi a destra, a sinistra, di nuovo a destra, su, giù , su, giù, A, B, A, B, START. No, mi sono sbagliato, questo non c'entrava. "Argh siamo in ritardo! Non perdere tempo con queste stupidaggini che non capirà nessuno!", ma ormai ero troppo preso per darle ascolto.
    Arrivati ad un incrocio dove dovevamo girare a destra notai da un gatto nero che attraversava la strada. Subito mi fermai di colpo e Fuuta mi chiese il perché. "Non possiamo rischiare di andare per di là. Già siamo in ritardo, io sono sfortunato, e ci mancava solo quel gatto nero! Non voglio perdere il treno per colpa sua". Lei replicò "Conoscendoti penso che conoscendoti sarebbe lui a dover avere più paura di perdere il treno a causa tua". Ignorando questo suo commento presi a correre in direzione opposta, allungando ulteriormente la strada.
    Ma un'altra volta qualcosa ci bloccò la strada: una parata. Un corteo di trombe, tamburi e altri strumenti per festeggiare chissà che cosa, bloccò interamente la via principale e se non volevamo essere presi dalla folla dovevamo ancora una volta cambiare strada.
    "E adesso dove siamo!?", chiesi, non riconoscendo il posto. "Non lo so, ma se per questo perdo il treno sappi che ti converrà dormire con un occhio aperto", rispose lei, glaciale. "Ma già lo faccio...". "Allora con due".
    Mancava mezz'ora alla partenza ormai, ed eravamo entrambi stanchi per la lunga camminata che ci eravamo fatti.
    "Senti, perché non chiamiamo la mamma, le spieghiamo la situazione e ci facciamo posticipare la partenza?". Non aveva tutti i torti, non ci avevo proprio pensato... ma in quel momento la priorità era trovare la stazione. Certo, avremmo potuto chiedere a qualche passante, ma un vero uomo non ha bisogno dell'aiuto degli altri!
    "Mi scusi, dove possiamo trovare la stazione?".
    "Ma cosa fai?! Proprio quando avevo finito di spiegare che un uomo non chiede mai aiuto!".
    "Se seguissimo il tuo orgoglio come abbiamo seguito il tuo intuito fino ad ora la mamma la vedremmo l'anno prossimo. Adesso so dove dobbiamo andare, non è nemmeno così distante da qui. Forza!", e prese a camminare saltellando verso la strada di fianco.
    Dopo appena cinque minuti avevamo la stazione davanti, ed eravamo persino in anticipo.
    Il posto era molo affollato, ma riuscii a comprare il biglietto giusto - a caro prezzo, perché all'ultimo momento - e aspettammo che arrivasse il treno.
    "Visto? È stata dura, ma ce l'abbiamo fatta. Avremo posti separati ma non importa". I treni dei due binari arrivarono contemporaneamente, le persone cominciarono a spingere chi da una parte e chi dall'altra, ma seguendo una cascata di capelli viola ero sicuro di non perdermi.
    Salito sul treno controllai la carrozza e il posto: come previsto li avevamo separati, ma non era un problema, dopotutto era un viaggio lungo solo un'ora.
    Poco dopo arrivarono due uomini a controllare che avessimo tutti i biglietti, solo che [by Edo: storia vera] uno dei due si posizionò di fronte all'altro e gli chiese se lui avesse il biglietto timbrato. Rimasi piuttosto interdetto dopo aver visto una simile scena, e preferisco non commentarla ulteriormente.
    Quando fu il mio turno io gli mostrai orgoglioso il mio biglietto, contento di essere riuscito finalmente a prenderlo.
    "Mi dispiace, signore, ma il suo biglietto è invalido".
    Altro momento di gelo. "Ma... cosa vuol dire che è invalido? L'ho comprato poco fa e l'ho anche timbrato...".
    "Lo vedo. Purtroppo però questo biglietto è valido per il treno che porta a Shibuya, mentre questo
    treno porta nella direzione opposta. Forse ha fatto confusione all'ultima fermata?
    ".
    E in quel momento penso di aver perso 20 anni della mia vita.

    * * *



    Da qualche parte in città, quella sera, per le buie e disabitate vie della città, solo il miagolio di un gatto rompeva quell'innaturale silenzio.
    Un miagolio sconsolato e continuo, davanti ad uno strano piccolo dispositivo, come se qualcosa lo turbasse.

    "Nya nya nyaaan nya, nya nyaa. Nyan nya nya. Nya... nyan nyaa, nya nya".
    ("Ciao tesoro, sono io. Volevo dirti che purtroppo oggi un Enma ha attraversato la strada davanti a me, e per questo non ce l'ho fatta: ho perso il treno. Mi dispiace, non riuscirò ad esserci per la nascita di nostro figlio. Purtroppo era l'unico giorno libero che mi aveva concesso il capo... sì, sì, capisco. Allora ci vediamo il mese prossimo, ti amo...")

    FINE! (again: forse...)




    Legenda:
    Narrato, Parlato, Parlato Gatto, Parlato altrui, Parlato Fuuta

    Cariche:
    Equipaggiamento: //
    A - A - D - D - J : Carte Usate
    Sano :Status Fisico
  4. .
    Non so mai cosa scrivere in queste presentazioni, ma andiamo con moooooolta calma!
    Stile presentazioni alcolisti anonimi! Io mi chiamo Witch (ehhhh quale sarà il mio vero nome? Mistero u_u)... ah ma sono abituata a essere chiamata Koe perché con Koe inizia il mio nick su forumcommunity, che magicamente una volta in una chat si è trasformato in Kiwi per un correttore automatico xDDD Ma non importa, potete chiamarmi come volete. Ho 28 anni, vi scrivo dalla Puglia e il mo codice fiscale è... no, meglio finirla qui *tenta di cambiare discorso*
    Scusate, torniamo a noi: ovviamente mi piacciono gli anime e i manga e ho troppe serie in corso, tra le quali amo troppo Shingeki no Kyojin, la saga di Fate e My Hero Academia. Oltre a questo, sono anche super fan di Star Wars, Game of thrones e Harry Potter.
    Leggo anche molti libri e ne compro sempre parecchi, tranne gli horror che non sopporto <3 Ah e tengo in mano un joystick da quando avevo 8 anni e continuo anche oggi, tanto che mi sto ammazzando a fare due giochi insieme più The sims xD Qui sono partita dai jrpg e visual novel ma ora mi sono più aperta verso altre tipologie come i gdr occidentali tipo Skyrim e a giochi di altro genere. Tipo ho scoperto da poco Assassin's creed e mi sono innamorata di Ezio Auditore. Di serie tv non ne seguo tantissime: a parte GOT, sono ossessionata dai Medici. Poi col calma riprenderò Vikings, The Walking Dead, Once upon a time e Orange is the new black.
    Ok, ho detto troppe stupidaggini, cui la termino qui <3 Hasta la vista e ci becchiamo sul forum, se avete domande fate pure!
  5. .
    Come prima cosa chiedo scusa per il ritardo a rispondere ma questo periodo di capodanno e stato infernale.

    Grazie a tutti per il caloroso benvenuto e spero di divertirmi con voi.
    Ho quasi finito la scheda della mia protagonista e vi auguro un buon game.
    Sono sicura ci divertiremo molto.

    COME?... GIÀ L'AVEVO SCRITTO?...
  6. .

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    BENVENUTI E BENVENUTE LADIES & GENTLEMEN,



    CITAZIONE
    è la voce del vostro nuovo Ruler quella che sentite! E sì, vi sto parlando per comunicare una notizia molto importante: come potete vedere, siamo di fronte all'inizio di una nuova guerra, il Sacro Graal ha fatto la sua chiamata e sta ricercando valorosi e valorose guerrieri/e che prendano parte a questo scontro all'ultimo sangue. Nuovi personaggi eroici dal passato raggiungeranno chi di voi si proporrà di fare loro da master! Sarete abbastanza coraggiosi da accettare la sfida? Sarete all'altezza di tenere testa a personaggi eroici e storici di tale portata e fama? Sarà la guerra a giudicare i vostri valori, il vostro spirito combattivo, il vostro intelletto e le vostre strategie.

    Prima di lasciare spazio a coloro che vorranno farsi avanti, un paio di precisazioni:

    - In questa guerra parteciperà un numero di Servants variabile, a seconda del numero di giocatori iscritti. Il che vuol dire che il numero di classi disponibili varierà e verrà definito al termine delle iscrizioni.

    - A guidarvi e ad assicurare l'imparzialità, così come il rispetto delle regole, ci sarò io: la classe Ruler. Nonostante non prenderò parte attivamente alla guerra, il mio ruolo sarà quello di controllare ciò che avviene, visionare le schede e assicurare l'assenza di avvenimenti spiacevoli (fuga di informazioni, metagame, ecc...). Sarò comunque presente all'interno della narrazione, e ciò non mi astiene dall'intervenire o causare eventi che smuovano un po' la situazione. Già da ora inizio con le raccomandazioni sul buonsenso nella creazione dei vostri master (e più tardi dei Servants)

    - I vostri attuali PG (quelli utilizzati nel forum) diventeranno i master a cui verrà associato un/una determinato/a Servant. I master sono esseri umani in possesso di abilità magiche: in quanto umani, il loro livello è per legge naturale incontestabile inferiore a quello di un qualunque Servant. All'interno della guerra, infatti, la loro magia funzionerà da supporto al/alla loro Servant, o per proteggersi dagli altri master.

    - Ai nuovi master dovrà essere dato un nuovo potere, affine con quello dell'anormalità/minus che possiedono. Al momento dell'iscrizione, siete pregati di scrivere un paio di righe (o anche 3) sul potere che pensate di dare o su una vostra idea. Tenete conto che dovrete attenervi ai vostri poteri: se il vostro pg muta il suo corpo, il suo potere potrà essere quello di modificarsi biologicamente (nei limiti di quanto detto prima).

    - Il ruolo di master non verrà dato necessariamente al vostro Protagonista: chiunque è benvenuto in questa guerra, ma ogni giocatore/giocatrice avrà a disposizione un solo personaggio.

    - Le regole per la compilazione della scheda del/della Servant verranno comunicate al termine delle iscrizioni.

    - I/Le Servant che verranno evocati/evocate saranno Spiriti Eroici: esattamente come dice il nome, non divini. La libertà nello sviluppo della scheda deve essere dunque accompagnata (così come quella del/della master) da buonsenso e intelligenza.

    - Le classi dei/delle Servant saranno decise CASUALMENTE

    - Una volta ottenuta la classe, potrete scegliere voi quale personaggio storico richiamare, purché affine con tale classe.

    - Per chi non conoscesse il mondo di Fate e i Servant, vi lascio un link qui che collega direttamente alla Type-Moon Wiki. Qui troverete informazioni molto utili, e potrete anche solo farvi un giro per scoprire qualcosa di nuovo e informazioni su classi, Servant e quant'altro.

    E ORA MIE E MIEI PRODI GUERRIERI E GUERRIERE! FATEVI AVANTI!

    Io vi attenderò con pazienza all'interno dell'edificio sacro da cui vi osserverò, sperando che parteciperete in molti e in molte (più gente=più sangue, e quindi più divertimento).

    LE ISCRIZIONI SARANNO APERTE PER CIRCA 4 GIORNI. TERMINATO QUESTO PERIODO, SI POTRA' PROLUNGARE ANCORA NEL CASO SI CERCASSERO ALTRI ISCRITTI: ACCORRETE NUMEROSI!!



    Edited by AlexMatteh - 14/12/2018, 22:20
  7. .
    Ritorno in grande stile




    Akemi
    Il mostro vestito ovviamente non voleva affatto arrendersi, lo stesso Cure White che purtroppo però venne catturata dall'abito. Il suo scopo era ovviamente stritolare la povera ragazza, dunque un intervento immediato era assolutamente impellente. Miku intanto aveva messo al sicuro alcuni dei clienti, nonostante non potesse parlare non se la cavava male in questo lavoro difficile mentre invece Ayane era più concentrata su attaccare il nemico. Gli attacchi di Tatsuya ed Haiiro sortirono qualche effetto, ma sfortunatamente non permisero ad Akemi di liberarsi. La ragazza dai folti capelli blu iniziava a sentirsi piano piano priva di forze, era come se quella creatura stesse lentamente risucchiando la sua energia e se lei sveniva Zakenna non poteva essere distrutto.
    "Se solo ci fosse una soluzione." Pensava Akemi che iniziava a sentirsi mancare "Forse... Se trasferissi il mio potere... Temporaneamente a qualcun altro, magari a qualcuno che non ha paura di rischiare la vita come me..."
    Fu in quel momento che la vide, Ayane Oishiro intenta a salvare i clienti del Maid. Akemi Yuzuriha ignorava che lo faceva solo per un desiderio egoistico, tuttavia era lei la candidata perfetta per prendere il suo potere, la sua anormalità. Sentiva che tra lei e quella ragazza c'era un legame, un legame che ancora non riusciva chiaramente a spiegarsi ma sapeva che doveva dare a lei il frammento di emozione e potere che portava dentro.
    «YAN-CHAN, SEI LA MIA UNICA SPERANZA!»
    Lo urlò a pieni polmoni prima che il suo vestito scomparisse e una luce calda, avvolgente colpisse la Maid dai capelli corvini che subì una speciale trasformazione. Fu incredibile, straordinario, quasi magico ma Ayane Oishiro sembrava avere ottenuto un nuovo potere... Almeno per il momento, Akemi le ha trasferito l'abilità di sconfiggere Zakenna dato che lei era indisposta.
    «Non ti tempo, creatura del male!» enunciò lei teatrale «Preparati perché Cure Amour non te la farà passare liscia.»
    Ayane Oishiro doveva ringraziare la gentile Akemi per questo dono temporaneo, la ragazza scattò verso il mostro e gli tirò un potente calcio facendolo barcollare all'indietro. La creatura cercò nuovamente di catturare la Pretty Cure, ma Ayane aveva fatto uno speciale allenamento che l'aveva resa estremamente agile e dai riflessi pronti.
    «Tatsuya-Senpai, dobbiamo immobilizzarlo. Altrimenti non potrò purificare il vestito.»
    Ovviamente aveva bisogno dell'aiuto di Enma, Haiiro e Fuuta per riuscire nella sua nobile missione ma forse il suo Senpai aveva qualche idea in più.

    AyaneMiki
    Don't Copy @Code by Kaname111#Richiedilo qua
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    Ci sono anche anche uwu
  9. .
    Ci sono
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    Io ci sono, per i pg devo ancora decidere se portarne uno o due.
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    Non ero mai stata tanto nervosa quanto quel giorno: finalmente potevo cambiare scuola e andarmene da casa (quei due non riuscivo più a sopportarli, i loro litigi stavano diventando incontenibili e ovviamente dovevo sempre finirci in mezzo io), sperando di riuscire anche a farmi qualche amico - ardua impresa! Ricordo benissimo che la notte prima non riuscii a dormire per l’emozione e la mattina successiva ero talmente stanca che stavo anche per dimenticare la telecamera a casa, ma fortunatamente me ne ricordai proprio mentre stavo lasciando il dormitorio. Come se non fosse abbastanza, all'ansia e al sonno si aggiunse un terzo fattore che segnò definitivamente quella giornata, bollandola come "disastro": "Ma questo dannato posto è enorme!"
    Arrivata a scuola, infatti, mi resi conto della vastità e imponenza degli edifici presenti, che mi misero non poco in soggezione. Essendo troppo timida per chiedere a qualcuno la strada, pensai: "d'accordo Mei, sei grande ormai, devi riuscire a cavartela da sola. E poi, dai, quanto può essere difficile arrivarci?"
    Non l'avessi mai detto, passai i 30 minuti successivi a cercare, senza successo.
    Inizialmente, girovagando senza meta, mi trovai all’entrata di questa enorme arena, che mi affascinò parecchio: così alta da sembrare uno stadio, con delle pareti massicce che facevano ben intendere quanto fosse resistente… ma perché costruirle così spesse? Non serviva mica a contenere forze sovrumane… o sì?
    Dopo essere rimasta incantata da quella struttura possente continuai a camminare, finché non avvistai un caffè e decisi di fermarmi per un po’: era comunque troppo tardi per la prima ora, così decisi di prendere un cappuccino. Per mia fortuna, non lontano dall’ingresso del caffè c’era una mappa di tutto il complesso dell’Accademia Hakoniwa e senza pensarci due volte mi presi del tempo per studiarla e capire dove dovessi andare. Quella mappa sarebbe stata utilissima a chiunque, ma a me no, nossignore, la vostra cara Mei ha il senso dell’orientamento di un porcospino con il raffreddore!
    Infatti azzeccai solo la direzione, dopodiché mi persi di nuovo e pensai di adottare una nuova strategia: seguire gli altri studenti. Riuscii a trovare dei ragazzi che stavano andando tutti nella stessa direzione.
    Dev’essere la strada giusta!” pensai, sicura di me. Decisi di seguirli cercando di non farmi notare, ma ancora una volta sbagliai: a quanto pare erano recentemente cominciate le attività annuali dei vari club e per poco non mi feci prendere a cazzotti dai ragazzi del club di boxe. Disperata e senza speranze uscii dalla palestra e cercai di riprendermi da quella serie di sfortune: “ma non è possibile! Tutte oggi!”.
    Nonostante fossi stanca dopo aver girovagato per tutto il complesso dell’Hakoniwa ormai non potevo fare altro che tenere duro e trovare l’edificio scolastico, dato che l’unica alternativa era cercare di tornare a casa - e con il mio pessimo senso dell’orientamento ci avrei impiegato altre tre ore.
    Continuai a camminare, ormai alla cieca, e senza neanche sapere come arrivai ad un vecchio edificio abbandonato che sembrava davvero una casa stregata, di quelle che si vedono nei film.
    "Ma no, non può essere questo, dalle foto sembrava così nuovo... uffa, devo aver sbagliato strada, di nuovo!" pensai. Quel posto mi dava delle strane vibrazioni, era come se fosse escluso dallo spazio e dal tempo, come nei sogni. Scoprii poco dopo che quel sogno sarebbe finito presto. Sembrava una costruzione abbastanza instabile, come se fosse tenuta insieme da nastro adesivo e colla vinilica. Non volevo avvicinarmi troppo, figuriamoci toccare qualcosa o entrarci.
    "Dovrebbero abbatterla" pensai, "è pericoloso, qualcuno potrebbe farsi veramente male..." sentii dei brividi lungo la schiena, una vocina dentro di me mi diceva che avrei fatto meglio ad andarmene – e forse avrei fatto meglio ad ascoltarla. A quel punto stavo proprio per farlo ma camminando iniziai a sentire dei rumori che provenivano proprio da quella "casa stregata", come ormai l'avevo soprannominata nella mia testa. Mi voltai e presa dalla curiosità mi riavvicinai con cautela all'edificio. I rumori diventavano più forti man mano che procedevo e questo mi incuriosì ancora di più. Volevo sapere, anzi, dovevo sapere cosa stesse succedendo là dentro. Mi fermai e guardai con sospetto il palazzo, quando accadde qualcosa che nessuno mai avrebbe potuto aspettarsi.




    Legenda:
    pensato
  12. .

    Il bizzarro scambio natalizio dell'All Fiction

    La Babele di Natale




    Natale sta arrivando e il presidente del consiglio studentesco lo vuole festeggiare alla grande. Durante il suo mandato ha ricoperto di fiori il complesso scolastico e ora che Natale sta arrivando vuole aggiungerci anche alberi, luci e addobbi natalizi. Ma l’Hakoniwa è grande e, per quanto capace, il presidente non può fare tutto da solo. La soluzione? Chiamare gli studenti a compiere parte di quel lavoro.
    Così la normale pulizia della classe dopo le lezioni è stata sostituita dall’addobbamento della scuola. E tra i “fortunati” che se ne dovranno occupare, ci siete anche voi. La vostra zona? Una delle strutture più caratteristiche dell’Hakoniwa: la Babele fantasma.


    Al pensiero di dover addobbare questo allegro edificio,
    non vi sentite pieni di determinazione e spirito natalizio?


    CITAZIONE
    Scopo della role: addobbare a Natale la Babele fantasma e la zona circostante. Dovrete sistemare i pini (tutti veri, figuratevi se Medaka vuole piante di plastica) e addobbarli, mettere luci e stelle comete alle finestre della Babele fantasma e così via. Il tempo è più che sufficiente, quindi sentitevi liberi di chiacchierare tra voi mentre lavorate. Su gentile concessione del Maid Cafè, in accordo con il consiglio studentesco, vi è stato dato un thermos di caffè e uno di tè per riscaldarvi, nonché qualche biscotto.

    Ordine partecipanti: si segue l'ordine in cui sono stati presentati i pg per il contest, traslati ai loro momentanei giocatori. Quindi visto che il primo pg presentato è stato Haiiro, a partire sarà il giocatore a cui gli è capitato in sorte, Darkdesire. Il secondo è stato Tetsuya quindi toccherà a Micael e così via. Sotto c'è l'ordine e l'accoppiamento dei giocatori. Il nome del pg rimanda al link della scheda personaggi.

    Haiiro Kugatsu - Darkdesire.em

    Tetsuya Sakurai - Micael

    Ayane Oishiro - Sasori

    Carmen Arias - Yuna

    Sophie Kamishiro - Tabris

    Enma Koumori - Vanclau

    Termine contest: termina quando termina. Come una normale role, quando abbiamo finito il compito della role e ci siamo detti tutto quello che si poteva dire, la role verrà chiusa. Quindi a differenza degli altri contest non c'è una data fissa di termine. Come con gli altri contest, invece, al suo termine verrà aperta una votazione per decidere chi meglio si è calato nei panni dell'altrui pg.
  13. .
    Prego, e per il QR ora che mi sono messo al pc posso aggiungerlo subito XD

    Eccolo qui:
  14. .
    Ciao! Io sono Alice (chiamatemi Aly per favore) e ho 18 anni.

    Questa è la mia prima esperienza su un forum GdR (su consiglio di Edo che ha insistito anche per essere citato in questa presentazione e quindi caro Edo spero che tu sia contento), quindi sono abbastanza nervosa perché si tratta di una cosa completamente nuova per me.
    Spero di non causare problemi a nessuno, probabilmente all'inizio dovrete sopportarmi un po' perché potrei combinare qualche pasticcio, anche perché ho sempre bisogno dei miei tempi per ambientarmi e imparare (tanto quello che dovrà soffrire di più sarà Edo quindi va bene così).
    Detto questo, spero davvero che potremo andare d'accordo e che potrò contare su voi "veterani" del GdR e se potessi fare qualcosa per voi non esitate a farmelo sapere.
    Sono abbastanza insicura e timida quindi questa presentazione sarà uscita un po' "meh" però non importa.

    Ho anche già preparato la prima scheda del mio primo personaggio, che spero possa essere interessante (a detta di Edo sembra di sì), quindi basterà che mi diciate a chi mandarla per controllare che sia tutto in ordine.

    Grazie a tutti per esservi fermati a leggere questa penosa presentazione e a presto! ^^
  15. .

    Sakurai Tetsuya
    Abnormal - 17 anni - Scheda

    pG5W6t6
    Il suono della campanella segnò il termine dell’ultima ora in quella normale giornata di scuola, uguale a tante altre l’avevano preceduta. Il trasferimento nel Liceo Hakoniwa era andato meglio di quanto Tetsu stesso avrebbe potuto sperare, e non aveva impiegato troppo tempo ad ambientarsi in una struttura dove si potevano vedere tanti studenti normali quanti erano quelli dotati di particolari abilità come lui. Certo non riusciva a riconoscerli a prima vista, non lo aveva capito neanche con Enma e Fuuta, ma la sola consapevolezza di non essere l’unico “strano” bastava a farlo sentire meglio. Del resto gli era quasi preso un infarto nell’apprendere che le sue sorprendenti capacità di valutazione e quell’ampia vista che disponeva sin dalla nascita derivavano da una cosiddetta anormalità, e sapere di non essere unico era per Tetsu piuttosto rassicurante. Lui era fatto così, e forse a un occhio estraneo poteva apparire davvero strano, ma non gli era mai interessato essere “unico nel suo genere” o un fantomatico “prescelto”, il solo dotato di poteri, quindi non si poteva di certo lamentare.
    Appoggiandosi la borsa sui libri in spalla, uscì dall’aula limitandosi a brevi saluti ai suoi compagni di classe, prima di indirizzarsi verso l’uscita. Con l’apertura di un club di basket era ancora in alto mare, purtroppo, ma sapeva dall’inizio che non sarebbe stato facile, e Sakurai Tetsuya non era mai stato uno che si arrendeva facilmente, quindi gli bastava semplicemente pensare a qualche altro espediente per attirare possibili membri. Però quel particolare giorno non aveva davvero voglia di concentrarsi sull’apertura di un nuovo club, poiché era un giorno davvero speciale per il giovane diciassettenne, che sorrise nel tirare fuori da una sacca il pallone da basket, facendo qualche palleggio di riscaldamento.
    Quella era la giornata ideale per esercitarsi, non faceva eccessivamente caldo ma anche a maniche corte si stava bene, un leggero vento fresco soffiava da qualche minuto e il cielo era sgombro di nuvole, non si poteva chiedere regalo migliore per una giornata importante come quella, o almeno era quello che pensava in quel momento Tetsu mentre palleggiava. Se doveva essere completamente sincero, però, Tetsu non avrebbe voluto trascorrere quel giorno a scuola, ma anche se avesse saltato le lezioni (con i suoi voti se lo poteva permettere), sarebbe stato difficile andare dove veramente sarebbe voluto essere, poiché si parlava addirittura di un’altra città, quindi aveva dovuto mettersi il cuore in pace.
    «Buon compleanno, Misato» sussurrò, dopo aver fermato il palleggio, apprestandosi a un tiro verso un canestro immaginario. La palla lasciò le mani del giovane, facendo un perfetto arco nel cielo prima di cadere a terra e rotolare un paio di metri più avanti. Tetsu si stava già apprestando a raccoglierla, quando notò che era andata contro i piedi di qualcuno che sembrava lo stesse osservando.
    «Mi scusi» disse con tono mortificato prima di alzare lo sguardo e incrociare gli occhi di un ragazzo che doveva avere pressappoco la sua età. Qualsiasi altra parola venne in mente al liceale morì sul nascere quando vide il sorriso si chi gli stava davanti, e riuscì finalmente a vederlo bene in volto. Apparentemente sembrava un ragazzo come tanti, vestiva con una leggera camicia bianca, blue jeans e scarpe da basket azzurre, i capelli mori erano corti e possedeva un fisico atletico, oltre a essere alto almeno quindici centimetri più di Tetsu. Il nuovo arrivato si inchinò, raccogliendo il pallone e porgendolo al ragazzo, senza mai smettere di sorridere. «Ti piace ancora allenarti da solo, Sakurai?»
    «N-Non ci credo… Dazai!» Esclamò Tetsu prendendo il pallone con una faccia a metà strada tra lo stupore e la felicità.
    «In carne e ossa!» asserì lui muovendo il braccio per indicare se stesso all’altezza del petto con il pollice della mano destra.
    Dazai Eichi, diciotto anni, era considerato da tutti un prodigio del basket giovanile. Aveva portato la sua squadra alla vittoria durante il suo primo anno di liceo mostrando impareggiabili doti di pivot e di trascinatore, capace tanto di andare in schiacciata quanto di tirare da tre punti; carismatico e dotato di un’elevata forza di volontà, era sempre l’ultimo ad arrendersi sul campo di basket. L’unico difetto che Tetsu conosceva di quel ragazzo, era la sua inclinazione a non saper risolvere le dispute in maniera civile, fuori da un campo di basket. Durante le partite sapeva giocare lealmente e in anni di liceo i falli commessi da Dazai potevano essere contati sulle dita di una mano, ma fuori dal campo se lo si faceva arrabbiare l’unica lingua che conosceva era quella dei pugni. Alcuni avrebbero potuto trovarlo strano, ma Tetsuya immaginava fosse perché anche Dazai come lui amava il basket, e non gli piaceva quindi giocare scorretto. Sebbene le sue grandi doti, comunque, dall’anno successivo al trionfo dei campionati regionali della sua squadra, non riuscì mai a ripetersi per un solo motivo, una squadra mersa quasi dal nulla, la Shinkyo Academy guidata alla vittoria da un eccezionale playmaker chiamato Sakurai Tetsuya.
    Tetsu era senza parole, ritrovarsi Dazai davanti all’Hakoniwa era l’ultima cosa che avrebbe potuto immaginare, soprattutto nel giorno del compleanno di Misato. Quel giorno gli aveva riservato proprio uno strano scherzo del destino!
    «Quando mi hanno detto che ti saresti trasferito non riuscivo a crederci, affrontare la Shinkyo senza di te non sarebbe stata la stessa cosa» disse il ragazzo facendo qualche passo in avanti, fino a superare Tetsu, dandogli le spalle. Quest’ultimo non si voltò, continuando a fissare il pallone che ancora stringeva tra le mani con uno sguardo perso nei ricordi delle numerose partite che avevano disputato l’uno contro l’altro, così come le sfide fuori dalle competizioni ufficiali che Dazai gli aveva lanciato. Tetsu doveva essere sincero con se stesso, era arrivato fin lì sfoggiando un’abilità sovrannaturale che lo aiutava non poco in una partita di basket, e alcuni avrebbero potuto affermare che era stato piuttosto sleale, ma lo stesso Tetsu per buona parte della sua “carriera” non sapeva di possedere un’anormalità; c’era però da dire anche un’altra cosa, la motivazione dietro l’ammirazione e il rispetto che provava per Dazai come giocatore. Lo aveva detto lo stesso Sakurai a Enma e Fuuta, esisteva un 2% di possibilità che la sua capacità non gli permettesse di prevedere le azioni altrui, e Dazai Eichi incarnava quel punto debole alla perfezione: In anni di sfide e partite, mai una sola volta Tetsu era riuscito a prevederlo utilizzando la sua anormalità. Era il suo rivale naturale, agli occhi degli altri una persona normale con un grande talento, ma non secondo Tetsu, che per sconfiggerlo aveva più volte dovuto rinunciare alla sua abilità, sebbene questo non lo avesse mai detto a Dazai.
    «La tua abilità è sempre stata una spina nel fianco, anche se non posso biasimarti, visto che io stesso ti chiesi di utilizzarla contro di me.»
    Era un avvenimento di diversi anni prima, dopo la loro prima partita da avversari, e durante una sfida uno contro uno lanciata dallo stesso Dazai Eichi. Vedendo l’amore per il basket del ragazzo, Tetsu non aveva usato durante la partita la sua anormalità, ma Dazai aveva capito che mancava qualcosa rispetto agli altri incontri della Shinkyo e così, dopo la sconfitta subita dalla sua squadra in finale, costrinse Tetsu a dirgli tutta la verità.
    «Mi sono ripromesso che un giorno l’avrei sconfitta, ma so di essere ancora debole per riuscirci. Comunque mi sono traferito in questa scuola solo per avere l’occasione di riprovarci.»
    «A tanto ti sei spinto pur di superarmi, eh? Non credevo di contare così tanto per te.» Finalmente Tetsu si voltò, nel medesimo istante in cui lo fece anche Dazai, e i loro occhi si incrociarono. Lo sguardo del suo più grande rivale non era cambiato di una virgola, e la cosa lo rese per qualche strana ragione felice.
    «Sei il mio rivale, è ovvio che per me conti così tanto. Comunque, visto che ora non possiamo risolvere la faccenda sul campo da basket, che ne diresti delle vecchie maniere?» A quelle parole la mano di destra di Dazai si sollevò stretta a pugno, imitato subito dopo da Tetsu.
    «Direi che non ci sono problemi, ma non aspettarti sconti.»
    Qualche istante dopo i due pugni partirono contemporaneamente.

    «Ah, non ci credo! Non solo possiedi un abilità fenomenale ma hai anche una fortuna sfacciata!» si lamentò Dazai cingendo le mani dietro la testa, mentre i due ragazzi, rivali sul campo ma amici fuori, passeggiavano lungo la pista d’atletica. «Vada per la morra cinese, dove potresti aver intuito le mie intenzioni con la tua anormalità, ma non puoi aver vinto tre lanci di moneta su tre!»
    Tetsu rise a quelle parole, facendo di tanto in tanto qualche palleggio con la mano che non reggeva la borsa dei libri. «Cose che capitano, Dazai» commentò divertito, mentre vagava tra i ricordi del passato. Non era la prima volta che, dopo una partita, Tetsu e Dazai se ne andavano in giro come quel giorno, e a vederli ridere e scherzare nessuno avrebbe potuto intuire che erano rivali sul campo da basket; avrebbero anzi potuto dare l’impressione di due migliori amici.
    «Dunque tocca a me pagare da bere, oggi» disse Dazai guardando il portafoglio.
    «Da bere, eh? So bene consa intendi con “bere”, e ti ricordo che siamo ancora minorenni. Dubito qui troverai qualcuno disposto a venderti anche una sola bottiglia di birra.»
    «Beh, tentar non nuoce, no?»
    Mezz’ora dopo, i due ragazzi si ritrovarono seduti su una panchina, con Tetsu che beveva una semplice aranciata mentre un avvilito Dazai doveva sorbirsi il proverbiale “te l’avevo detto”, guardando la sua bevanda gassata quasi in lacrime. Quando sembrò essersi ripreso, lo sguardo tornò a essere serio mentre si rivolgeva all’amico. «Ehi Sakurai» disse come per attirare la sua attenzione.
    Tetsu si voltò guardandolo con fare interrogativo. «Come mai questo tono serio, ora?» chiese, guardando il braccio di Dazai che teneva la lattina sollevarsi.
    «Oggi ci siamo rincontrati, è quello che ho sempre desiderato da quando ti sei trasferito, ma non per questo si può dire che sia una giornata importante, vero? Non è il compleanno di quella tua amica di cui mi parlasti?»
    Tetsu annuì. Lui e Misato erano coetanei, ma lei era più piccola di qualche mese, e se fosse stata ancora viva avrebbe compiuto 17 anni.
    «Allora un brindisi è d’obbligo. A Misato.»
    «A Misato» ripeté Tetsu facendo impattare la sua latina contro quella di Dazai. E rimasero così, senza dire nient’altro, guardando davanti e pensando a quello che sarebbe potuto essere il loro futuro in quella scuola. Una rivalità nata dall’amicizia, o un’amicizia nata dalla rivalità, questo Tetsu non avrebbe saputo dirlo, ma era felice di aver rivisto Dazai. Era stato proprio uno strano scherzo del destino.

    Legenda: Narrato - «Parlato» - "Pensato"

    «La vita è come il basket... Il risultato può cambiare in una manciata di secondi»


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    Edited by Vanclau - 13/8/2017, 22:49
34 replies since 11/2/2012
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